Quella fotografia di Muhammad Ali fu scattata cinquant’anni fa
E ha una gran storia, che ve la farà piacere ancora di più: fu scattata da un fotografo ventiduenne quasi sconosciuto
Sono passati cinquant’anni da quando – il 25 maggio 1965 – fu scattata la più famosa fotografia di Cassius Clay, che al tempo (da circa un anno) aveva però già deciso di cambiare religione e nome diventando Muhammed Ali. La fotografia – scattata da Neil Leifer – fu scelta per la copertina del numero di Sports Illustrated dedicato alle migliori fotografie di sport del Novecento: e non c’è dubbio che l’abbiate vista tutti.
La foto di Neil Leifer incorniciata prima di un’asta a Londra, il 25 luglio 2012. (Martin McNeil/Getty Images)
Nella fotografia scattata da Leifer nel maggio 1965 nella Dominic’s Arena di Lewiston, nel Maine, ci sono molte altre persone oltre ad Ali: due, soprattutto. La prima è evidentemente quella davanti ad Ali: il pugile Sonny Liston. La seconda è dietro ad Ali e, per la precisione, esattamente sotto al triangolo disegnato dalle sue gambe: è un fotografo, Herb Scharfman. Liston quella sera perse l’incontro, il titolo di campione del mondo dei pesi massimi e – in una certa misura – la “faccia”; Scharfman quella sera non solo perse l’occasione per lo scatto sportivo del secolo, ma ne divenne addirittura uno dei soggetti.
La fotografia scattata proprio cinquant’anni fa ha – oltre a un indubbio valore estetico – la particolarità di racchiudere molte storie. Ce n’è una evidente ma ricca di aneddoti, stranezze e discussioni ancora aperte che riguarda i due pugili, Ali e Liston; ce n’è un’altra – meno nota, ma altrettanto peculiare – che riguarda i due fotografi, Leifer e Scharfman. Entrambe si incrociano in quel momento di cinquant’anni fa, ma partono molto prima e finiscono molto dopo.
Prima della fotografia
L’incontro del 25 maggio 1965 tra Ali e Liston era una rivincita. I due pugili si erano già incontrati un anno e qualche mese prima, il 25 febbraio 1964. Sonny Liston all’epoca era considerato il più forte pugile del mondo: aveva battuto per KO – per due volte di fila – Floyd Patterson, uno dei più forti pugili di quegli anni. Era «il pugile più temuto, il più “duro” della sua generazione», scrive Slate in un articolo dedicato alla fotografia di cinquant’anni fa. «Liston aveva riacceso la passione per la boxe in un modo nuovo: tutti amavano odiarlo. Persino in uno sport violento per definizione, la “brutalità” di Liston era sopra la media: sia dentro che fuori dal ring».
Clay e Liston nel 1964 (Harry Benson/Express/Getty Images)
Nel 1964 Muhammed Ali si chiamava ancora Cassius Clay: era un giovane e promettente pugile di poco più di vent’anni, già conosciuto ma non particolarmente apprezzato. Nel 1960 aveva vinto l’oro alle Olimpiadi di Roma, ma restava – soprattutto se comparato a Liston – un pugile di medio livello. Prima di quell’incontro del 25 febbraio 1964 era dato abbondantemente per sfavorito. Scrive Slate:
«Nessuno aveva scommesso su di lui. Era un ragazzetto presuntuoso che aveva vinto l’oro olimpico a Roma, ma al momento dell’incontro non era nemmeno il secondo miglior pugile al mondo. Poteva “danzare” sul ring, poteva schivare bene i colpi, ma tutti erano d’accordo che non avrebbe potuto resistere a un solo pugno di Liston».
Quella sera, invece, Cassius Clay riuscì a vincere: incontro, titolo e fama. Il “ragazzetto” aveva battuto il pugile che tutti amavano odiare. Il giorno dopo quell’incontro Clay disse di essersi convertito all’Islam – aderendo alla Nation of Islam – e di essere diventato Muhammad Ali. Nel frattempo, Scharfman era già uno dei più affermati e rispettati fotografi presenti all’incontro. A quell’incontro c’era anche il giovane Neil Leifer.
La fotografia, cinquant’anni fa
La rivincita tra Liston e Clay – ormai diventato Ali – fu organizzata un anno e tre mesi dopo quel primo incontro. Rispetto a un anno prima Ali era diventato più forte, temuto e rispettato di Liston. Leifer restava invece un giovane e poco conosciuto fotografo. Tra i tanti presenti quella sera, solo lui e un altro avevano scelto dei rullini a colori; la sua macchina fotografica, inoltre, poteva scattare poche fotografie e non molti scatti ravvicinati, uno dopo l’altro, come quelle di gran parte degli altri fotografi. Herb Scharfman continuava invece a essere un fotografo esperto e autorevole: la sua esperienza gli diceva che un particolare lato del ring – quello vicino ai giudici – era il migliore in cui posizionarsi, e la sua autorevolezza e anzianità gli permisero di “ordinare” al giovane Leifer di andare sul lato opposto, secondo lui il peggiore.
Leifer andò sul lato del ring che gli fu “concesso” e fu da lì che, dopo due minuti e otto secondi dall’inizio dell’incontro, scattò una delle fotografie di sport più famose del secolo. La fotografia mostra uno degli istanti successivi al colpo da KO con cui – ancor prima della fine del primo round – Muhammad Ali vinse l’incontro. Un colpo strano e ancora oggi molto discusso: il pugno tirato da Ali sembrò infatti troppo debole per mandare KO un pugile come Liston. Secondo alcuni quel pugno addirittura nemmeno centrò Liston, ed è infatti conosciuto come il “phantom punch”, il pugno fantasma: se c’è stato, nessuno l’ha visto.
La fotografia di Leifer mostra il momento che arrivò alcuni istanti dopo il pugno, il momento in cui Liston cadde al tappeto e in cui Ali sembrò esultare per la vittoria. Ali – scrive il New York Times, e dicono i presenti all’incontro – in realtà non stava esultando: stava urlando a Liston «Get up and fight, sucker», “alzati e combatti, perdente”. Negli anni si è detto che Liston cadde a terra perché quell’incontro era stato combinato con la mafia, oppure perché Liston temeva di battere Ali affiliato con la potente e temuta Nation of Islam, oppure per le scommesse o per molti e diversi altri motivi. Così come non si sa se davvero quel pugno ci fu, nemmeno si sa perché Liston cadde. Si racconta che uscito dall’incontro Ali chiese: «Ma l’ho colpito?». Scrive Slate:
L’immagine colpisce immediatamente per la sua aura di potenza. Quell’enfatico fregio di dominanza fisica è così profondamente strutturato da sembrare messo in posa. Il Vincitore urla, il Perdente si palesa arreso, gli spettatori sono tutti rapiti da quel momento. La poesia cinetica di quei corpi in movimento, solo momentaneamente congelati in un istante: queste sono le caratteristiche delle migliori fotografie di sport, queste sono le caratteristiche di questa fotografia.
Leifer fu fortunato a trovarsi nel punto migliore per scattare quella foto (e Schafrman sbagliò a mandarcelo) ma ci mise anche del suo. Accanto a Leifer quella sera c’era infatti un altro fotografo, John Rooney, che scattò un’immagine molto simile: però in bianco e nero, e rettangolare anziché quadrata. In generale meno efficace. In entrambe le foto – sotto le gambe di Ali e poco al fianco della sua gamba destra – si vede Scharfman, anche lui sconfitto con la macchina fotografica in mano.
La fotografia di Ronney; accanto alla gamba destra di Ali c’è Schafrman (AP Photo/John Rooney, File)
Sonny Liston morì nel 1971, sette anni dopo, per un’overdose di eroina. “Sonny Liston”, scrive Slate, “sarà per sempre congelato in quel fallimento autoinflitto, tutto per colpa di una stupida foto”. Herb Scharfman continuò a fare il fotografo e morì nel 1988. «Herbie Scharfman è stato uno dei migliori, ma quella notte era al posto sbagliato”, ha detto Leifer.
Muhammad Ali, che oggi ha 73 anni, ha continuato a combattere a intermittenza fino al 1981 e diventò famoso, tra le altre cose, per il suo rifiuto di andare a combattere in Vietnam. Da anni affetto dalla sindrome di Parkinson, ha vinto 56 dei suoi 61 incontri, 37 dei quali per KO. Leifer è oggi un affermato fotografo e regista: ha partecipato a 15 Olimpiadi e le sue fotografie sono state pubblicate su oltre 150 copertine di Sports Illustrated, e su quasi 50 copertine di Life. Nel 1965 la fotografia di Rooney, quella in bianco e nero, vinse il premio fotografico World Press Photo. Negli anni successivi fu però la fotografia a colori scattata da Leifer ad affermarsi come la fotografia più importante scattata quella sera.