Perché i gatti hanno invaso internet

Una deroga alla regola aurea anti-gattini del Post, in nome della scienza: perché meme, video e foto di gatti piacciono così tanto

British Shorthair cats look on during a cat exhibition in Bishkek on April 19, 2015. Cat lovers from Kyrgyzstan, Kazakhstan and Uzbekistan took part in the exhibition. AFP PHOTO / VYACHESLAV OSELEDKO (Photo credit should read VYACHESLAV OSELEDKO/AFP/Getty Images)
British Shorthair cats look on during a cat exhibition in Bishkek on April 19, 2015. Cat lovers from Kyrgyzstan, Kazakhstan and Uzbekistan took part in the exhibition. AFP PHOTO / VYACHESLAV OSELEDKO (Photo credit should read VYACHESLAV OSELEDKO/AFP/Getty Images)

Un articolo del New Republic spiega perché i gatti sono diventati negli anni i protagonisti indiscussi di internet. Che si tratti di video, di meme o di semplici fotografie, le ragioni della popolarità dei gatti su internet non sono riducibili a un semplice fenomeno soggettivo; i gatti ci piacciono perché sono buffi e ci fanno ridere e perché ci fanno tenerezza, ma c’è di più alla base di quello che è diventato anche un business, nonché una scelta particolarmente banale per chiunque sia in cerca di un’idea per una GIF simpatica o una galleria fotografica acchiappaclic – come questa di seguito, che pubblichiamo solo in nome della scienza derogando eccezionalmente alla famosa regola anti-gattini del Post.

La passione degli uomini per i gatti ovviamente non è nuova. Come ha osservato Miles Orvell, docente di Storia della cultura visiva alla Temple University, internet ha solo reso più diffusa e visibile una nostra vecchia passione: ha sfruttato cioè un interesse già presente. I gatti fanno parte della nostra cultura da molto tempo; nel Nono secolo un monaco irlandese scrisse un breve poema sul proprio gatto, intitolato Pangur Bán. La loro fama letteraria è rimasta invariata da allora ed è semmai cresciuta. Negli anni Trenta T.S. Eliot scrisse Old Possum’s Book of Practical Cats, destinato poi a diventare la base del musical Cats. A partire dalla letteratura la presenza dei gatti si è poi estesa a tutta la cultura popolare visiva e televisiva: basta pensare a Tom e Jerry, per esempio, o al Gatto Silvestro.

L’ipotesi più accreditata è che il successo dei gatti sia dovuto a una forma di simpatia e empatia viscerale che si stabilisce tra gatti e esseri umani e che è, a sua volta, dovuta a diverse ragioni. C’è chi per esempio sostiene che sia legata al fatto che i bambini e i gatti hanno dei tratti comuni (come gli occhi grandi o il naso un po’ schiacciato) e che per questo tendiamo a sviluppare nei loro confronti gli stessi istinti che sviluppiamo nei confronti dei bambini. C’è chi invece sostiene che questa empatia nasca proprio dalla assoluta diversità che ci separa dai gatti: il loro essere così riservati e in grado di fare cose che noi non sapremmo mai fare (tipo saltare da grandi altezze e arrampicarsi in angoli per noi irraggiungibili) li rende affascinanti e ci spinge a cercare di colmare questa distanza, ad avvicinarci a loro, a passare ore a osservarli. Inoltre, a differenza dei cani i gatti non sono solo predatori ma anche prede; questo gli conferisce una vulnerabilità che ci porta a sviluppare una specie di istinto protettivo nei loro confronti.

D’altra parte però esistono anche delle ragioni sociali che spiegano la diffusione dei gatti su internet. A differenza dei padroni dei cani, che sono costretti a portare fuori i loro animali e trovano così una comunità di padroni di cani con cui confrontarsi, i padroni dei gatti non hanno motivi che li portino a frequentare necessariamente altri padroni di gatti, e trovano su internet quella comunità che gli altri trovano nelle aree cani della città. «Per i proprietari dei gatti internet è l’equivalente delle aree cani» ha detto Steve Dale, veterinario comportamentista.

Queste ipotesi spiegano da dove nasce la nostra passione per i gatti, ma non chiariscono fino in fondo perché su internet è cresciuta esponenzialmente.

Un articolo di Forbes prova a spiegare la connessione gatti-internet facendo riferimento alle teorie psicanalitiche di Carl Gustav Jung, in particolare al valore del mito nell’inconscio collettivo. Il giornalista di Forbes, Jordan Shapiro, ipotizza che il successo dei gatti su internet sia legato a una mutazione del loro valore mitologico. Prima ancora di essere dei personaggi letterari, i gatti sono infatti dei personaggi mitologici: basta pensare al Dio egizio Bastet, raffigurato come un gatto, o ad Artemide, la dea greca che secondo il mito si trasformava in gatto per andare a rifugiarsi sulla luna. L’origine mitologica dei gatti li rende a tutti gli effetti degli esseri sacri che nel nostro immaginario collettivo e inconscio sono ancora avvolti da un’aura mistica e talvolta inquietante.

Il modo in cui i gatti vengono invece rappresentati su internet – i meme e i video divertenti –contribuisce a sdrammatizzare la componente mitologico-religiosa, a renderli meno divini e più umani. Questa inversione di valore dei gatti è una delle chiavi del loro successo ed è anche la chiave della loro comicità: i gatti che si comportano come degli umani, o che fanno le fusa, o che combinano qualche guaio, semplicemente fanno ridere.