Skype non può registrare il suo marchio in Europa
Lo ha stabilito il Tribunale dell'Unione europea accogliendo una richiesta dell'emittente Sky: il nome troppo simile e il logo generico possono confondere gli utenti
Il Tribunale dell’Unione europea ha stabilito che il nome e il logo di Skype ricordano eccessivamente quello dell’emittente televisiva Sky, di proprietà del magnate australiano Rupert Murdoch, e che di conseguenza Skype non può ottenere una registrazione generica del marchio nell’Unione. Microsoft, che è proprietaria di Skype, già in passato aveva avuto problemi con Sky per il nome di altri servizi che ricordavano quello dell’emittente.
Secondo i giudici del Tribunale il logo di Skype non dà concettualmente indicazioni sul tipo di servizio offerto dalla società:
Peraltro, il fatto che, nel segno figurativo richiesto, l’elemento denominativo «skype» sia circondato da un bordo a forma di nuvola o di bolla non rimette in discussione il grado medio di somiglianza visiva, fonetica e concettuale. Sotto il profilo visivo, infatti, l’elemento figurativo si limita a mettere in risalto l’elemento denominativo ed è quindi percepito come un semplice bordo. Dal punto di vista fonetico, l’elemento figurativo a forma di bordo non è idoneo a produrre un’impressione fonetica, la quale resta esclusivamente determinata dall’elemento denominativo. Infine, sul piano concettuale, l’elemento figurativo non veicola alcun concetto, a parte, eventualmente, quello di una nuvola, il che potrebbe allora ulteriormente aumentare la probabilità di identificazione dell’elemento «sky» all’interno dell’elemento denominativo «skype», poiché le nuvole si trovano «in cielo» e possono quindi essere facilmente associate al temine «sky».
Sulla base di questa conclusione, i magistrati hanno vietato a Microsoft di rendere marchio registrato in Europa il nome Skype e la grafica del suo logo. Microsoft ha già annunciato che farà ricorso: la decisione del Tribunale vale infatti come sentenza di primo grado e può essere appellata.
Una portavoce di Microsoft ha comunque chiarito che la causa non era sulla possibilità di potere usare o meno la parola Skype e il logo a forma di nuvola, ma solo sulla sua registrazione. L’azienda statunitense ritiene inoltre che ci siano comunque le condizioni per impedire ad altre società di usare lo stesso nome in Europa, ma questa posizione è molto dibattuta e probabilmente non sarà definita fino alla sentenza di appello. Sky potrebbe comunque chiedere a Microsoft il pagamento di una sorta di licenza per utilizzare il nome Skype, se non decidesse di proseguire per ottenere che Microsoft cambi il nome del suo servizio in Europa.
Quelli di Sky non sembrano essere comunque molto agguerriti in questo caso. Con un breve comunicato hanno spiegato che la causa portata davanti al Tribunale aveva il solo scopo di tutelare il marchio dell’azienda e consentire agli utenti di distinguere chiaramente tra i servizi offerti dall’emittente e quelli messi a disposizione da Microsoft tramite Skype.
Nei primi mesi del 2014 Microsoft fu costretta a cambiare il nome del suo servizio SkyDrive in OneDrive in seguito a un accordo raggiunto con Sky, che le aveva fatto causa per avere utilizzato il suo marchio. OneDrive viene usato da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo per salvare e mantenere sincronizzati i propri file tra diversi dispositivi tramite la tecnologia “cloud”.