Lo sport in streaming su Periscope

Le tv se la stanno prendendo con le nuove applicazioni per trasmettere video in diretta dallo smartphone, che molti usano per mettere online dal vivo gli eventi sportivi

Negli ultimi giorni negli Stati Uniti si sta discutendo molto delle applicazioni per pubblicare online video in diretta dal proprio smartphone, come Periscope e Meerkat, e soprattutto del loro crescente utilizzo per riprendere eventi sportivi e materiale protetto da copyright trasmesso dalle tv a pagamento, in modo da renderli disponibili a tutti seppure con una bassa qualità video. Per ora il fenomeno non è particolarmente esteso, ma le principali emittenti via cavo temono che possa ingrandirsi con la progressiva diffusione di queste applicazioni a tal punto da danneggiare i loro affari (e d’altra parte la diffusione illegale di eventi sportivi in streaming, anche a bassa qualità, è già un fenomeno diffusissimo e inarrestabile). Le preoccupazioni sono aumentate in seguito alla trasmissione di uno degli incontri di boxe più atteso degli ultimi anni.

Mayweather-Pacquaio in streaming
Domenica scorsa milioni di persone in giro per il mondo hanno guardato in tv il pugile statunitense Floyd Mayweather battere il suo avversario filippino Manny Pacquaio in quello che è stato definito “l’incontro del secolo” nella boxe. In alcuni paesi lo scontro è stato trasmesso in chiaro – come nel caso dell’Italia grazie a DeeJay TV – mentre negli Stati Uniti per guardarlo era necessario spendere fino a 100 dollari per acquistare la visione in pay-per-view del match sulle principali televisioni via cavo come quelle gestite da Time Warner e da DirectTV. Nei giorni precedenti all’incontro le emittenti si erano date da fare per chiedere la chiusura di diversi siti, che avevano annunciato di volere trasmettere l’evento anche se non ne possedevano i diritti. Gli streaming illegali sono stati resi quasi tutti inaccessibili, ma con Periscope e le altre applicazioni simili le cose sono andate diversamente.

Pochi istanti dopo l’inizio dell’incontro, decine di persone si sono messe a riprendere lo schermo del loro televisore con uno smartphone, trasmettendo le immagini online attraverso Periscope e le altre applicazioni simili. La qualità delle dirette era molto scarsa, con audio quasi del tutto incomprensibile e un notevole ritardo rispetto alla diretta vera e propria trasmessa dalle emittenti via cavo, ma era comunque una buona alternativa per chi era incuriosito dall’incontro e non aveva intenzione di spendere 100 dollari per guardarlo in televisione.

Quando si avvia uno streaming, Periscope consente di inviare un tweet ai propri follower su Twitter – società che è da poco tempo proprietaria dell’applicazione – per avvisarli che è iniziata una diretta e per invitarli a condividere questa informazione con le persone che seguono i loro profili. Le dirette da Periscope dell’incontro di boxe hanno raccolto decine di migliaia di spettatori. Uno dei suoi utenti a un certo punto ha inviato un tweet per mostrare di avere raccolto 10mila spettatori con la sua diretta, cosa rara per Periscope che di solito attira qualche centinaio al massimo di spettatori per ogni streaming (molto dipende dal proprio numero di follower su Twitter e su Periscope stesso).

 

Le dirette si sono moltiplicate ed è stato praticamente impossibile tenerle tutte sotto controllo. Periscope permette agli utenti di segnalare la trasmissione illegale di materiale protetto da copyright, ma la procedura è un po’ macchinosa e richiede l’invio di una email, che viene poi esaminata dai responsabili dell’applicazione che infine decidono se fermare o meno lo streaming. Una portavoce di Twitter ha detto che durante l’incontro sono state inviate circa 66 richieste da parte dei proprietari del copyright sull’incontro e che almeno 30 streaming su Periscope sono stati di conseguenza interrotti, ma molte altre trasmissioni erano già state fermate dagli utenti o non erano più disponibili al momento dei controlli.

Secondo alcune fonti consultate dal New York Times, durante l’incontro di domenica le emittenti via cavo che avevano l’esclusiva sono rimaste a lungo in contatto con i responsabili di Periscope e di Meerkat per assicurarsi che facessero il possibile per mettere offline gli streaming illegali. Kayvon Beykpour, cofondatore e CEO di Periscope, ha partecipato al lavoro di valutazione delle richieste per la disattivazione degli streaming e in seguito ha scritto su Twitter: “La pirateria non ci entusiasma. Credetemi, abbiamo rispetto per i diritti dei proprietari del copyright e abbiamo avuto molte persone al lavoro la notte scorsa per mantenere l’impegno (me compreso)”. Ben Rubin, CEO di Meerkat, ha scritto su Twitter di avere collaborato con le emittenti in modo da consentire a loro e agli utenti “di essere felici”.

Precedente
Non è la prima volta che alcune televisioni negli Stati Uniti accusano applicazioni come Periscope di danneggiare i loro affari. A metà aprile HBO ha protestato perché l’applicazione veniva utilizzata per ritrasmettere illegalmente online le puntate della nuova stagione di Game of Thrones, in prima visione sulla sua piattaforma, sostenendo che questa pratica poteva portare a un serio danno economico. Periscope ha risposto alle accuse collaborando con l’emittente per intensificare i controlli durante la messa in onda degli episodi, in modo da eliminare gli streaming illegali il più rapidamente possibile. Per contrastare la pirateria, negli ultimi mesi HBO ha avviato diverse iniziative negli Stati Uniti, compresa la realizzazione di un nuovo sistema per guardare in streaming i suoi contenuti – su computer, tablet o Apple TV – pagando un abbonamento mensile alternativo a quello classico per il suo canale via cavo.

Sport
La preoccupazione principale per le emittenti resta comunque la trasmissione su Periscope e Meerkat degli eventi sportivi: la possibilità di assistervi in diretta gratuitamente compensa per molte persone il fatto di doverli guardare in bassa qualità, come del resto già avviene per molti siti che trasmettono illegalmente gli streaming. I responsabili del torneo di golf degli US Open, il più importante degli Stati Uniti, hanno annunciato che agli spettatori sarà vietato di utilizzare applicazioni come Periscope per riprendere dal vivo le partite e trasmetterle online. Chi non osserverà la regola potrà essere espulso e subire l’annullamento del suo biglietto. La decisione è stata assunta per tutelare gli interessi di Fox Sports che nel 2013 ha ottenuto un’esclusiva di 12 anni per la trasmissione delle partite, dietro al pagamento di diritti per 1 miliardo di dollari.

Copyright
I servizi per trasmettere le proprie riprese in diretta su Internet esistono da molto tempo, ma in molti casi bisognava fare i conti con sistemi complicati da usare e poco intuitivi. Periscope e Meerkat permettono di avviare una diretta dallo smartphone in pochi secondi e, grazie alla condivisione degli streaming sui social network, di raccogliere un certo numero di spettatori in pochi tempo. L’immediatezza è ciò che preoccupa di più le emittenti televisive: uno streaming può finire online in pochi istanti, mentre è necessario molto più tempo per ottenerne la disattivazione (e in molti casi una diretta su Periscope dura pochi minuti).

Secondo esperti e analisti per ora queste applicazioni non causano comunque particolari danni alle emittenti televisive, ma le cose potrebbero cambiare se diventassero molto più diffuse e utilizzate, e magari con una migliore qualità video. Periscope e Meerkat non servono comunque solo per inquadrare uno schermo televisivo durante una partita: permettono di trasmettere in diretta qualsiasi ripresa, da una festa di compleanno a una manifestazione di piazza, dove la gestione del diritto d’autore è meno complicata.