Com’era Katmandu
Prima del terremoto che ha distrutto gran parte della capitale del Nepal: storia e foto dei suoi palazzi e templi storici, considerati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO
Sabato 25 aprile un terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito il Nepal causando più di 2.400 morti morti (il bilancio è ancora provvisorio). La capitale Katmandu, a circa 80 chilometri dall’epicentro del terremoto, è stata colpita in maniera particolarmente dura: almeno 700 persone sono morte in città e moltissimi degli edifici storici che ogni anno attiravano migliaia di turisti sono stati distrutti o danneggiati. Katmandu e il suo immediato circondario ospitano sette aree monumentali che formano un unico sito considerato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità con una superficie complessiva di quasi due chilometri quadrati.
Dentro ad ogni foto ci sono il nome del monumento e i danni che ha subìto nel terremoto
Katmandu è stata per secoli la principale stazione della via carovaniera che dalle montagne dell’Himalaya scendeva verso le pianure del nord dell’India. La cultura di Katmandu è stata condizionata dal buddismo tibetano e dall’induismo, e influenzata anche dalle dinastie islamiche che dominarono il nord dell’India a partire dal Sedicesimo secolo. Questa diversità di stili si vede soprattutto nei vari siti tutelati dall’UNESCO: le quattro piazze Durbar, dove avevano sede i palazzi degli antichi re del Nepal, i templi indù Pashupatinath e Changunarayan e gli stupa buddisti di Swayambhu e Boudhanath.
Di questi complessi faceva anche parte la torre Dharahara, un edificio alto 62 metri costruito nel 1832 come torre di avvistamento. La torre è completamente crollata durante la scossa più forte di sabato. Centottanta corpi sono stati estratti da sotto le macerie. La torre era già stata distrutta dall’ultimo grande terremoto che ha colpito Katmandu, quello del 1934, ma era stata rapidamente ricostruita. Lo stile della torre ricorda quello di un minareto musulmano. Quando venne costruita, infatti, i sovrani del Nepal si ispirarono allo stile Mughal, utilizzato dall’omonima dinastia di regnanti musulmani che dominò l’India tra il Sedicesimo e il Diciannovesimo secolo.