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  • Lunedì 16 marzo 2015

La situazione alle Vanuatu dopo il ciclone

Non è ancora chiara: per ora si sa che "Pam" è stato devastante, ma un bilancio di morti e danni si avrà quando tra le circa 60 isole verranno ristabilite le comunicazioni

In this March 15, 2015 photo provided by UNICEF Pacific, young children move around debris as residents work to recover from Cyclone Pam in Mele village, on the outskirts of the capital Port Vila, Vanuatu. Vanuatu's President Baldwin Lonsdale said the cyclone that hammered the tiny South Pacific archipelago was a "monster" that has destroyed or damaged 90 percent of the buildings in the capital and has forced the nation to start anew. (AP Photo/UNICEF Pacific) EDITORIAL USE ONLY, NO SALES
In this March 15, 2015 photo provided by UNICEF Pacific, young children move around debris as residents work to recover from Cyclone Pam in Mele village, on the outskirts of the capital Port Vila, Vanuatu. Vanuatu's President Baldwin Lonsdale said the cyclone that hammered the tiny South Pacific archipelago was a "monster" that has destroyed or damaged 90 percent of the buildings in the capital and has forced the nation to start anew. (AP Photo/UNICEF Pacific) EDITORIAL USE ONLY, NO SALES

Tra venerdì 13 e sabato 14 marzo un forte ciclone tropicale soprannominato “Pam” ha colpito le isole di Vanuatu, un piccolo arcipelago a est dell’Australia e uno degli stati più poveri del mondo. Sono morte almeno otto persone, altre 20 risultano ferite, ma circolano stime molto più alte: quando i soccorritori riusciranno a raggiungere le zone più periferiche, e quando tra le circa 80 isole verranno ristabilite le comunicazioni, si avrà molto probabilmente un bilancio definitivo e una chiara descrizione di quello che è successo.

VanuatuIl presidente delle Vanuatu Baldwin Lonsdale – che si trovava in Giappone per una conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e che ha chiesto l’aiuto della comunità internazionale – ha detto che il ciclone Pam è un «mostro» che «ha spazzato via lo sviluppo economico» delle isole e che il paese «va ricostruito da zero». L’UNICEF stima che circa la metà dei 260 mila abitanti dell’arcipelago abbiano subito dei danni.

Domenica hanno cominciato ad atterrare sulle isole i primi aerei militari carichi di aiuti umanitari e di barili di acqua dolce provenienti soprattutto dall’Australia e dalla Nuova Zelanda, ma anche da altre nazioni come la Francia: dopo il ciclone le linee di comunicazione sono state interrotte praticamente in tutto l’arcipelago, il 90 per cento delle case è stato distrutto e sono stati danneggiati anche gli edifici che ospitano ospedali e ambulatori medici. Secondo diverse agenzie umanitarie potrebbe essere uno dei peggiori disastri naturali ad aver mai colpito la zona.

Pam è stato considerato un ciclone del quinto grado, il massimo della scala Saffir-Simpson che classifica i cicloni in base alla loro intensità. Sabato Pam ha causato raffiche di vento fino a 250 chilometri orari e intense piogge che sono proseguite anche dopo il suo passaggio. Si sta ora muovendo lungo la costa orientale della Nuova Zelanda, ma si è indebolito in modo significativo: circa 100 persone sono state comunque evacuate dalle zone costiere di Gisbourne, a est dell’Isola del Nord. Un avviso è stato diramato anche nelle isole Chatham, un arcipelago sempre a est della Nuova Zelanda.