“Foxcatcher”, come andò veramente

La gran storia dei lottatori americani Mark e Dave Schultz e del milionario John E. du Pont, raccontanta in un film con un irriconoscibile Steve Carell

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Foxcatcher – Una storia americana – tra i film candidati all’Oscar 2015 e premiato a Cannes per la miglior regia – esce oggi al cinema in Italia. Racconta la storia vera di Mark Schultz, medaglia d’oro nella lotta libera nel 1984 alle Olimpiadi di Los Angeles e due volte campione del mondo, e del suo complicato rapporto con John Eleuthère du Pont, appartenente a una delle famiglie più ricche degli Stati Uniti e diventato sponsor delle attività sportive di Schultz e del resto del team di lotta libera degli Stati Uniti. Il film è piaciuto moltissimo ai critici, soprattutto per Steve Carell che recita la parte di du Pont, ma nonostante le sue cinque nomination non ha vinto nessun Oscar. La storia raccontata nel film è un adattamento dell’autobiografia di Schultz, ma è stata in parte modificata per rendere più coinvolgente il racconto e soprattutto comprimerlo in circa due ore.

Attenzione: da qui un poi è tutto uno spoiler, se non avete visto il film e volete andarlo a vedere, tornate quando sarete usciti dal cinema.

Foxcatcher
Il film inizia mostrando Mark Schultz (Channing Tatum) alle prese con una vita ordinaria e riempita solamente dagli allenamenti giornalieri di lotta libera. Ad aiutarlo c’è il fratello maggiore Dave (Mark Ruffalo), altro grande campione, che prova a tenerlo su di morale e a incoraggiarlo a impegnarsi sempre di più. Mark dà l’idea di essere un tipo depresso e con pochi interessi: nella sua vita c’è la lotta libera e nient’altro. Un giorno viene contattato da un collaboratore di un milionario, John du Pont, che lo invita a visitare la sua tenuta in Pennsylvania, che si chiama “Foxcatcher Farm”. Mark incontra du Pont e accetta la sua proposta di diventare lo sponsor della squadra e si trasferisce nella tenuta. Nella realtà du Pont si era rivolto a Dave, che gli aveva poi consigliato di mettersi in contatto con Mark. Quindi du Pont propose a Mark Schultz di fargli da assistente allenatore alla Villanova University; la cosa non funzionò e allora decisero di collaborare a Foxcatcher.

Mark Schultz e du Pont
La prima parte del film si concentra sul trasferimento di Mark nella tenuta, dove du Pont gli offre ogni risorsa necessaria per allenarsi e per vivere in una dependance. Il rapporto tra i due è difficile da decifrare: sono entrambi molto taciturni e parlano quasi esclusivamente della lotta libera; du Pont è imperturbabile ma si percepisce comunque un suo grande interesse per Mark. Una scena in cui ci sono ripetuti contatti fisici mentre si rilassano sul patio della villa a Foxcatcher fa intendere che tra i due possa esserci qualcosa, forse una relazione sessuale. Mark Schultz ha negato in più occasioni che fosse vero, dicendo che il film trasmette al pubblico “una bugia malata e offensiva”, e ha anche spiegato di avere chiesto al regista Bennett Miller di eliminare quella scena. Miller l’ha lasciata ritenendola utile per descrivere l’invadenza di du Pont nella privacy del suo ospite. In seguito, anche dopo il successo del film, Schultz ci ha ripensato ed è stato meno critico nei confronti di Miller.

Cocaina
Nel film du Pont porta con sé Mark a un ricevimento nel quale dovrà tenere un discorso in onore del milionario. Durante il viaggio in elicottero per raggiungerlo, du Pont nota che Mark è nervoso e gli offre della cocaina. Anche nella realtà i due in qualche occasione assunsero cocaina mentre erano insieme. Mark Schultz però ha invece negato di avere mai letto un discorso in onore di du Pont scritto da qualcun altro.

Dave Schultz
Nel 1987 Mark Schultz partecipa ai Campionati del mondo di lotta libera e vince l’oro, ma nonostante il risultato nei mesi seguenti perde motivazioni e smette di allenarsi con costanza. Per cambiare le cose, du Pont si rimette in contatto con suo fratello Dave e lo convince a trasferirsi a Foxcatcher per aiutare la squadra ad allenarsi. La decisione nel film è vissuta molto male da Mark, anche perché avviene dopo un litigio con du Pont che gli dà uno schiaffo davanti al resto dei lottatori. I due fratelli si ritrovano quindi a vivere nella tenuta nello stesso periodo di tempo.

Nella realtà le cose andarono però diversamente: Mark lasciò Foxcatcher nel 1988, mentre Dave vi si stabilì solo un anno dopo e vi restò fino al 1996, perché l’obiettivo erano le Olimpiadi del 1996. Il film accorcia quindi i tempi, tagliando alcuni anni e trasferendo parte degli eventi nel passato, tra il 1984 e il 1988, anno delle Olimpiadi di Seul, in Corea del Sud.

Allenamenti
In diverse scene del film du Pont partecipa agli allenamenti, dando consigli e mostrando alcune mosse: non appare però così chiaro che in precedenza avesse allenato presso la Villanova University, e sembra che sia in realtà Mark a insegnargli diverse cose. Nel complesso le scene di allenamento sono comunque verosimili, si sa anche che du Pont aveva ideato una sua mossa che chiamava “Foxcatcher Five”: consisteva nel placcare l’avversario e trattenerlo poi per i testicoli con le cinque dita di una mano (da qui il “five”). Tra le cause del suo allontanamento dall’università c’erano anche voci di presunte molestie sessuali nei confronti di alcuni atleti.

Olimpiadi
Il film mostra come Mark Schultz riesce, con notevoli difficoltà, a superare le fasi eliminatorie per partecipare alle Olimpiadi, dove però perde un incontro e la possibilità di vincere qualche medaglia. Le cose andarono più o meno così anche nella realtà: arrivò sesto, lasciò la lotta libera e sempre nel 1988 lasciò Foxcatcher come si vede nel film. I rapporti con du Pont, già complicati, si erano quasi interamente interrotti. Nello stesso anno era anche morta Jean Liseter Austin du Pont, la madre del milionario: tra i due i rapporti erano difficili e il film fa intuire che du Pont ne era destabilizzato.

L’uccisione di Dave Schultz
Nella versione per il cinema, du Pont nei mesi seguenti alla partenza di Mark si chiude ulteriormente in sé stesso e appare molto demotivato, mentre nella tenuta la squadra continua ad allenarsi sotto la guida di Dave. Un giorno rivede un vecchio documentario sul suo team e in una scena Mark parla di lui definendolo il suo “mentore” e non solo un allenatore. Du Pont raggiunge la dependance in cui vive Dave con la famiglia, lo trova in giardino intento a sistemare la sua automobile, gli dice “Che problema hai con me?” e lo uccide con alcuni colpi di pistola. Dave muore poco dopo assistito dalla moglie.

La scena dell’uccisione di Dave nel film è abbastanza corrispondente alla realtà – la moglie assistette davvero alla sua morte – ma i tempi in cui avvenne furono totalmente diversi. Dave Schultz fu ucciso da du Pont nel 1996, quindi dopo anni e non mesi dalla partenza di Mark. E nella realtà alla fine du Pont era diventato molto più amico di Dave che di Mark. La decisione di ucciderlo non derivò quindi dalla fine dei rapporti con Mark e dalla frustrazione che ne conseguì, ma più che altro dal fatto che Dave avesse annunciato l’intenzione di trasferirsi e lasciare Foxcatcher dopo le Olimpiadi del 1996.

L’arresto di du Pont
Gli ultimi minuti di film condensano ulteriormente i tempi rispetto a come andarono le cose nella realtà: nel film, dopo avere ucciso Dave Schultz, du Pont torna nella sua residenza poi circondata dalla polizia, cui decide di consegnarsi dopo avere provato a scappare da un’uscita secondaria.

Nella realtà il suo arresto richiese più tempo: du Pont rimase nascosto nella sua villa, molto grande e con decine di stanze, per un paio di giorni. La polizia spense il riscaldamento nella villa – era la stagione fredda – e du Pont raggiunse allora l’area dalla caldaia, dove fu catturato. Du Pont fu condannato per l’uccisione di Dave Schultz e morì in carcere nel 2010.

Arti marziali miste
Nelle ultime scene del film, Mark Schultz partecipa a un incontro di arti marziali miste pochi mesi dopo la morte del fratello Dave, facendo anche intendere che in seguito intraprese una carriera in quella disciplina sportiva. Nella realtà partecipò solo a quell’incontro, sostituendo un altro lottatore, ma non proseguì e iniziò una carriera come allenatore presso la Brigham Young University di Provo, nello Utah.

Mark Schultz gestisce una pagina su Facebook e un account su Twitter.