Nel 2014 il PIL dell’Italia è diminuito dello 0,4 per cento
L’ISTAT ha diffuso i dati sul prodotto interno lordo:
Nel quarto trimestre del 2014 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, ha registrato una variazione nulla rispetto al trimestre precedente ed è diminuito dello 0,5% nei confronti del quarto trimestre del 2013.
La stima preliminare diffusa il 13 febbraio 2015 scorso aveva rilevato la stessa variazione congiunturale e una diminuzione tendenziale dello 0,3%.
Il quarto trimestre del 2014 ha avuto due giornate lavorative in meno del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al quarto trimestre del 2013.
Nel 2014 il PIL corretto per gli effetti di calendario è diminuito dello 0,4%. Si fa notare che il 2014 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al 2013.
La variazione acquisita per il 2015 è pari a -0,1%.
Rispetto al trimestre precedente i principali aggregati della domanda interna registrano una lieve risalita, con una crescita dello 0,2% sia dei consumi finali nazionali, sia degli investimenti fissi lordi. Anche importazioni ed esportazioni sono aumentate, con incrementi rispettivamente dello 0,3% e dell’1,6%.
La domanda nazionale al netto delle scorte fornisce un contributo alla crescita del PIL positivo per 0,2 punti percentuali; risultano nulli l’apporto dei consumi delle famiglie residenti e delle Istituzioni sociali private (ISP) e quello degli investimenti fissi lordi, mentre la spesa della Pubblica amministrazione (PA) contribuisce per +0,1 punti. Un contributo positivo più ampio giunge dalla domanda estera netta (+0,4 punti percentuali), mentre le scorte sottraggono 0,6 punti percentuali alla variazione del PIL.
Il valore aggiunto ha registrato variazioni negative nell’agricoltura (-4,4%), nell’industria in senso stretto (-0,3%) e nelle costruzioni (-0,5%), mentre è aumentato dello 0,2% nei servizi. Anche in termini tendenziali, si registrano cali nell’agricoltura (-6,9%), nell’industria in senso stretto (-1,4%) e nelle costruzioni (-3,2%) e un lieve incremento nei servizi (+0,2%).