Alla Camera si litiga e si vota

L'opposizione è uscita dall'aula, dopo le risse di stanotte sulla riforma costituzionale; Renzi ha detto che non accetta il ricatto del "ve la votate da soli"

Dopo ulteriori tensioni questa mattina in aula, alle 14 il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha incontrato i deputati del Partito Democratico e ha spiegato che “il Parlamento è di fronte ad un bivio. Non accettiamo lezioni di onestà da nessuno. Vogliono bloccare il governo. Noi andremo avanti uniti”. Facendo riferimento alla riforma costituzionale, ha poi detto che “se la minaccia è ‘ve la votate da soli’ è un problema loro” e ha chiesto al partito di rimanere unito. Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Lega Nord e Sinistra Ecologia Libertà sono usciti dall’aula e non partecipano ai lavori; anche alcuni deputati del PD, per esempio Stefano Fassina e Pippo Civati – hanno deciso di lasciare l’aula.

La diretta dalla Camera

 

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Per la seconda notte consecutiva i lavori della Camera sono andati avanti a oltranza per esaminare e votare gli emendamenti al disegno di legge sulle riforme costituzionali, e per la seconda notte consecutiva ci sono state forti tensioni, proteste, espulsioni e persino risse tra maggioranza e opposizione. La seduta è stata sospesa più volte nel corso della notte ed è terminata intorno alle 4:30 del mattino, quando la presidente Laura Boldrini ha deciso di aggiornarla alle 10:30 di questa mattina.

Da due giorni le opposizioni – soprattutto Movimento 5 Stelle e SEL – contestano i tempi molto stretti scelti dal PD per portare avanti la discussione della riforma e provano a fare ostruzionismo per rallentare l’esame degli emendamenti. Nella giornata di giovedì si era intravista la possibilità di migliorare le cose quando il M5S aveva proposto di votare l’intera riforma costituzionale a patto che fosse inserita nel voto finale di marzo una modifica all’articolo 15 della Costituzione per rimuovere il vincolo del quorum per i referendum abrogativi. Il PD ha però rifiutato l’offerta definendola un ricatto, e il confronto in aula con il M5S nelle ore seguenti è tornato a essere più duro.

Mentre il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti stava presiedendo la seduta notturna, i deputati del M5S hanno rumoreggiato più volte dai loro banchi provando a interrompere gli interventi dei loro colleghi di altri partiti. Giachetti è intervenuto più volte e ha disposto infine l’espulsione dall’aula di alcuni deputati del M5S, cosa che ha portato a ulteriori proteste e infine alla sospensione per qualche minuto della seduta. Alla ripresa dei lavori il M5S ha iniziato a battere i faldoni della riforma costituzionale sui banchi, urlando di continuo “onestà, onestà”. Giachetti ha definito inaccettabile il loro comportamento, che di fatto impediva la prosecuzione dei lavori parlamentari, ricordando che “solo nei tempi fascisti non si poteva esprimere la propria opinione”.

Quindi Arturo Scotto di SEL ha preso la parola e si è rivolto ai deputati del M5S ringraziandoli con sarcasmo per come impedissero “di parlare anche all’opposizione”. Poi con lo stesso tono ha fatto i complimenti al PD “per il capolavoro che avete combinato”. Le sue frasi non sono piaciute ad alcuni deputati del PD che hanno raggiunto i banchi di SEL per protestare e litigare. C’è stata anche una breve rissa, così sobriamente riassunta nel resoconto stenografico della seduta: “Vive proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico – Deputati del gruppo Partito Democratico e deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà entrano in contatto fisico”. Giachetti non ha più avuto alternative e ha disposto una sospensione di dieci minuti della seduta.

 

 

I lavori sono poi ripresi e sono proseguiti fino alle 4:30 con la presidente Boldrini, seppure con difficoltà e con nuove proteste ed espulsioni. La discussione delle riforme costituzionali alla Camera prosegue anche oggi, con l’obiettivo di chiudere l’esame dei principali emendamenti entro sabato.