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  • Domenica 4 gennaio 2015

Il nuovo video di John Cantlie, da Mosul

Il giornalista britannico prigioniero dello Stato Islamico dice che nella grande città irachena del Califfato la vita "va avanti come sempre", e torna a criticare la stampa occidentale

Lo Stato Islamico (IS) ha diffuso un nuovo video che mostra il giornalista britannico John Cantlie – ostaggio del gruppo da circa due anni – nella città irachena di Mosul. Nel video si vede Cantlie girare per Mosul e mostrare come la vita in città “vada avanti come sempre”: Cantlie visita un mercato, un ospedale e una stazione di polizia. A un certo punto del video, dice: «I media descrivono la vita sotto lo Stato Islamico come depressa, dove i cittadini sono sottomessi e si muovono in catene, colpiti da un regime rigido e totalitario. […] Questa non è una città che vive nella paura, come la descrivono i media occidentali».

Il video è in inglese ed è stato diffuso con i sottotitoli in arabo: dura 8 minuti e secondo SITE Intel Group, sito specializzato di cose jihadiste, è stato diffuso su Twitter e su altre piattaforme jihadiste sabato 3 dicembre. Si tratta dell’ottavo video con John Cantlie come protagonista. Nei primi, Cantlie era mostrato dietro a una scrivania con addosso una tuta arancione, come quella dei prigionieri di Guantanamo (e come quella che lo Stato Islamico ha fatto indossare agli altri ostaggi occidentali prima di decapitarli). Un cambio significativo c’era già stato con un video da Kobane, dove Cantlie indossava vestiti “normali” e commentava il modo in cui i media occidentali stavano raccontando la situazione in città. La stampa occidentale si sta occupando da diversi mesi di capire qualcosa in più del funzionamento del Califfato Islamico: poco più di una settimana fa, per esempio, la giornalista del Washington Post Liz Sly aveva pubblicato un articolo – basato su testimonianze varie – in cui sosteneva che i miliziani del gruppo sono disorganizzati e non hanno le capacità e l’esperienza per governare i territori conquistati.

Cantlie è un giornalista britannico che si è occupato a lungo di Medio Oriente e ha seguito la guerra civile in Siria: nel 2012 proprio in Siria era stato rapito da un gruppo di estremisti islamici ed era stato liberato poche settimane dopo da un altro gruppo di ribelli. Le accuse contro un accusato del sequestro furono ritirate dopo che lo stesso Cantlie e un altro sequestrato non si presentarono a testimoniare contro di lui. Una corrispondente del New York Times dice che fu rapito di nuovo il 22 novembre, insieme a James Foley. Gli articoli di Cantlie dalla Siria furono pubblicati dal Times e dal Sunday Times. Quello che viene dopo non è chiarissimo: sembra che di Cantlie si fossero perse di nuovo le tracce durante un suo nuovo viaggio in Siria, qualche mese dopo.