Il Tribunale di Civitavecchia ha messo sotto sequestro per danni ambientali un oleodotto tra Civitavecchia e Fiumicino, in seguito allo sversamento di cherosene nello scorso autunno
L’oleodotto è gestito dalla società ENI, l’azione legale è stato avviata contro ignoti. A novembre scorso lo sversamento di cherosene provocato da alcuni furti aveva causato gravi danni ambientali. Nell’ordinanza c’è scritto che il sequestro è posto “finché non saranno installati adeguati sistemi di controllo atti ad impedire ulteriori reati”.
Il gip del Tribunale di Civitavecchia, Massimo Marasca, ha disposto il sequestro dell’oleodotto che collega i depositi Eni di Civitavecchia all’aeroporto di Fiumicino, danneggiato più volte nel novembre scorso in occasione di alcuni furti che hanno procurato notevoli danni ambientali per lo sversamento di combustibili. La misura sarà attuata «finché non saranno installati adeguati sistemi di controllo atti ad impedire ulteriori reati».
Tre episodi di manomissione per furto
Le fuoriuscite di kerosene accertate sono dovute a tre episodi di manomissione che risalgono al 6 e 7 novembre 2014, nella zona tra Palidoro e Maccarese, frazioni di Fiumicino. Le aree interessate sono state immediatamente messe in sicurezza dall’Eni, che ha interrotto la fuoriuscita del carburante poche ore dopo le effrazione, contenendo lo sversamento con ricorso a panne di sbarramento e assorbimento. I Comuni attraversati o toccati dall’oleodotto Eni Civitavecchia-Pantano sono sei: oltre a Fiumicino, la condotta passa sul territorio di Cerveteri, Ladispoli, Santa Marinella, Civitavecchia, e Roma.
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