In Grecia si va a votare
Anche il terzo scrutinio per eleggere il nuovo presidente della Repubblica è andato a vuoto: le elezioni anticipate si terranno il 25 gennaio e c'è già una certa preoccupazione in giro
Anche il terzo tentativo per eleggere il nuovo presidente della Repubblica della Grecia è andato a vuoto: la Costituzione obbliga quindi l’attuale presidente della Repubblica – Karolos Papoulias, socialista – a sciogliere il Parlamento e indire le elezioni anticipate. Si voterà il 25 gennaio. Il primo scrutinio per eleggere il nuovo capo dello Stato si era tenuto lo scorso 18 dicembre, il secondo il 23, quando sono mancati 12 voti: gli stessi voti che sono mancati al terzo scrutinio. Il Guardian scrive che le elezioni anticipate in Grecia “con ogni probabilità apriranno una nuova crisi nell’eurozona”. Il candidato proposto dal governo era Stavros Dimas, 73 anni, ex commissario europeo all’Ambiente.
L’elezione del presidente della Repubblica era stata anticipata dal governo dal 15 febbraio al 17 dicembre nella speranza che questo potesse rendere più facile trovare i 180 voti favorevoli (su 300) necessari. La maggioranza – di cui fanno parte Nea Dimokratia (il partito di centrodestra del primo ministro Antonis Samaras) e il Pasok (il partito socialista del vicepremier Evangelos Venizelos) – di norma può contare su 154 voti, abbastanza per governare con un’eterogenea coalizione ma non abbastanza da raggiungere i due terzi dei seggi: il quorum necessario per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Prima del voto Samaras aveva chiesto ai parlamentari di essere responsabili. «Se non eleggeremo un nuovo presidente la responsabilità sarà di chi non lo ha votato: saranno ricordati da tutti ma soprattutto dalla Storia».
Negli ultimi giorni – e oggi, anche – la sola prospettiva delle elezioni anticipate in Grecia ha provocato qualche scossone nei mercati azionari greci e internazionali, anche perché in questo momento i sondaggi di opinione vedono in vantaggio Syriza, il partito di estrema sinistra guidato da Alexis Tsipras. Tsipras è diventato in Grecia il rappresentante delle critiche più severe alle politiche di austerità dell’Unione Europea, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea, mostrandosi però allo stesso tempo radicalmente diverso rispetto ad Alba Dorata e agli altri movimenti anti-europei di destra. I temi politici su cui insiste sono l’istituzione di un salario minimo mensile, la lotta alla corruzione e all’evasione fiscale, la creazione di 300 mila nuovi posti di lavoro e, in generale, l’alleggerimento fiscale per le fasce di cittadini più colpite dalla crisi.
Anche il vantaggio di Syriza nei sondaggi però non appare in qualche modo risolutivo, e non solo perché dovrebbe ovviamente trovare conferma alle elezioni: in un sistema proporzionale come quello greco non basta avere la maggioranza relativa dei seggi per governare (anche se Syriza dovesse ottenere il 27-30 per cento dei voti, dovrà fare delle alleanze con qualcuno) e negli ultimi giorni il suo vantaggio su Nea Dimokratia si sta comunque riducendo (c’è un distacco di 3 punti percentuali, secondo i sondaggi più recenti: 28,3 per cento contro 25).
foto: il primo ministro della Grecia, Antonis Samaras. (AP Photo/Thanassis Stavrakis)