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  • Giovedì 11 dicembre 2014

In Irlanda sono ricominciate le proteste contro le tariffe sull’acqua

A Dublino migliaia di persone hanno manifestato contro il pagamento dell'acqua corrente: ci sono stati scontri, un poliziotto è rimasto ferito

Thousands of water tax protesters congregate close to government buildings in Dublin city centre, Ireland, Wednesday, Dec. 10, 2014. Thousands of people attended the protest Wednesday in Dublin against the introduction of water tax charges in the Republic of Ireland. (AP Photo/Peter Morrison)
Thousands of water tax protesters congregate close to government buildings in Dublin city centre, Ireland, Wednesday, Dec. 10, 2014. Thousands of people attended the protest Wednesday in Dublin against the introduction of water tax charges in the Republic of Ireland. (AP Photo/Peter Morrison)

Mercoledì 10 dicembre decine di migliaia di persone hanno protestato a Dublino, la capitale dell’Irlanda, contro la decisione del governo di far pagare l’acqua corrente alle famiglie irlandesi. I manifestanti hanno organizzato diversi cortei che sono poi confluiti a Merrion Square (vicino a Grafton Street), nel centro città. Secondo la polizia irlandese, che si chiama “Garda”, alla proteste hanno partecipato circa 30mila persone; il gruppo che ha organizzato l’evento, Right2Water, ha detto invece che c’erano circa 100mila persone.

La manifestazione è stata per lo più pacifica e in Merrion Square ci sono state anche esibizioni di cantanti. Un piccolo gruppo di persone, tuttavia, si è scontrato con la polizia fuori dal Dáil, il parlamento irlandese, e almeno due uomini sono stati arrestati. Un poliziotto è stato portato in ospedale dopo esser stato colpito a un occhio da un oggetto lanciato dai manifestanti vicino Kildare Street, nel tentativo di forzare un posto di blocco.

Le proteste sono cominciate dopo che il primo ministro irlandese Enda Kenny aveva annunciato il 19 novembre le nuove politiche sui costi relativi al consumo di acqua corrente: secondo la ultime decisioni del governo, le persone che vivono da sole pagheranno 160 euro all’anno, mentre chi vive con altri inquilini o in famiglia pagherà 260 euro all’anno. I prezzi rimarranno fissi fino alla fine del 2018. L’Irlanda era l’unico paese dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) che non faceva pagare l’acqua direttamente a chi la consuma: i servizi idrici e i servizi sanitari venivano però pagati dai cittadini indirettamente attraverso tasse più alte, per esempio il bollo della macchina. Quindi i costi dei servizi idrici venivano di fatto coperti dal governo, che trasferiva alcune delle entrate alle autorità locali responsabili della fornitura d’acqua.

Enda Kelly ha detto che, nonostante le proteste, non ha intenzione di modificare il piano del governo sull’acqua corrente. Secondo Kelly l’opposizione di centrodestra che si oppone alla legge non è stata in grado di proporre un’alternativa realistica al sistema di pagamento necessario alternativo necessario per sostenere i miglioramenti delle infrastrutture nazionali. Paudie Coffey, il ministro dell’Ambiente, ha poi specificato però alla radio irlandese RTÉ’s Morning Ireland che il governo sta ascoltando le proteste di coloro che stanno manifestando: i costi inizialmente previsti, per esempio, sono già stati rivisti e abbassati.

L’introduzione delle nuove tariffe idriche sembra comunque essere un problema serio per il governo – attualmente formato da una coalizione tra il partito di centro-destra Fine Gael e i laburisti – che potrebbe rischiare di perdere molti consensi per questa storia delle tariffe sull’acqua. Negli ultimi sondaggi entrambi i partiti hanno perso molto del loro consenso, mentre il Sinn Féin, partito indipendentista di sinistra, sembra avere recuperato molto terreno grazie anche alla sua opposizione verso la legge delle tariffe sull’acqua. Mary Lou McDonald, vice segretaria del Sinn Féin, ha detto di fronte a un gruppo di manifestanti: «Pensavano che facendo qualche piccola concessione (cioè l’abbassamento delle tariffe, ndr) sarebbero riusciti a comprare la gente di questo Paese, ma si sbagliavano».