Il guasto alle pubblicità di Google

Ieri hanno smesso di funzionare per un po', creando problemi ai siti di news di mezzo mondo: una piccola storia esemplare

di Jordan Weissmann – Slate @JHWeissmann

FRANKFURT, GERMANY - OCTOBER 08: Visitors sit at the Google stand at the Frankfurt book fair on October 8, 2006 in Frankfurt, Germany. On Monday October 7 Google, the biggest force in search and Internet advertising bought YouTube, a company offering online video for 1.5 billion euros in stock. (Photo by Ralph Orlowski/Getty Images)
FRANKFURT, GERMANY - OCTOBER 08: Visitors sit at the Google stand at the Frankfurt book fair on October 8, 2006 in Frankfurt, Germany. On Monday October 7 Google, the biggest force in search and Internet advertising bought YouTube, a company offering online video for 1.5 billion euros in stock. (Photo by Ralph Orlowski/Getty Images)

Se eravate connessi a Internet ieri pomeriggio, avrete notato che per circa 45 minuti alcuni dei vostri siti preferiti sono rimasti curiosamente senza pubblicità. Potete ringraziare Google: il suo servizio pubblicitario DoubleClick ha avuto un problema di server, lasciando siti come Slate, BBC, il New Yorker [e il Post, ndt] senza banner pubblicitari. Alcuni siti, invece, non si caricavano interamente perché non funzionava più il caricamento dei banner. Come ha scritto Napier Lopez su TheNextWeb, «l’interruzione del servizio ha riguardato milioni di pubblicità in tutto il mondo, e potrebbe causare una perdita notevole per gli inserzionisti».

Lasciamo perdere il fatto che gli editori si sono presi un piccolo colpo; questo piccolo incidente è indicativo perché ci ha ricordato in maniera palese quanto Google tenga in piedi della struttura essenziale di Internet. Con le parole del fondatore del magazine The Awl, Choire Sicha:

Google controlla meno di un terzo di tutta la pubblicità online ma probabilmente la sua posizione è ancora più dominante in merito alla fornitura di pubblicità agli editori online (non sono riuscito a trovare dati per questa specifica area di mercato, però). Non è necessariamente una brutta cosa. Avere una specie di mercato gigante dove siti Internet e inserzionisti possono comprare e vendere spazio pubblicitario rende il tutto più efficiente. Ma se qualcosa va storto con Google, la società si trasforma apparentemente nella più potente ad blocker del mondo [riferimento ad AdBlock, un popolare programmino che si aggiunge al browser e blocca il caricamento dei banner pubblicitari].

©Slate 2014