Cosa c’è nella legge di stabilità

Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan hanno descritto alla stampa il contenuto della legge approvata dal Consiglio dei ministri: con le slide, ovviamente

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
01-08-2014 Roma (Italia)
Politica
Matteo Renzi presenta "Sblocca Italia"
Nella foto Pier Carlo Padoan, Matteo Renzi

Photo Roberto Monaldo / LaPresse
01-08-2014 Rome (Italy)
Matteo Renzi presents "Unlock Italy"
In the photo Pier Carlo Padoan, Matteo Renzi
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 01-08-2014 Roma (Italia) Politica Matteo Renzi presenta "Sblocca Italia" Nella foto Pier Carlo Padoan, Matteo Renzi Photo Roberto Monaldo / LaPresse 01-08-2014 Rome (Italy) Matteo Renzi presents "Unlock Italy" In the photo Pier Carlo Padoan, Matteo Renzi

Il Consiglio dei ministri ha approvato la legge di stabilità, che raccoglie le norme e i provvedimenti che determinano quali spese potranno essere affrontate dallo Stato, in quali ambiti e grazie a quali entrate. Molte delle cose contenute nella legge di stabilità erano state anticipate nei giorni scorsi dai giornali e dallo stesso presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha spiegato che i 36 miliardi di euro della manovra saranno coperti grazie a 15 miliardi provenienti dalla revisione della spesa, 11,5 dall’aumento del deficit e 3,8 recuperati dalla lotta all’evasione.

Matteo Renzi e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, hanno detto che la legge prevede «18 miliardi in meno di tasse», facendo riferimento agli incentivi per chi vuole assumere lavoratori a tempo indeterminato (per i primi tre anni non si pagheranno i contributi), all’ulteriore riduzione dell’IRAP dopo quella dell’anno scorso e alla conferma degli 80 euro in busta paga. La legge prevede anche bonus e sgravi per le ristrutturazioni edilizie, la stabilizzazione dei lavoratori precari della scuola e lo sblocco degli scatti di anzianità e carriera per le forze dell’ordine. Si parla anche del trasferimento del TFR in busta paga, ma la questione sarà chiarita meglio da un decreto attuativo. Le misure non faranno oltrepassare all’Italia il vincolo europeo del 3 per cento nel rapporto tra deficit e PIL.

«Diciotto miliardi di tasse in meno. La più grande riduzione di tasse mai fatta da un governo in un anno». Questo l’annuncio del premier, Matteo Renzi, al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato la legge di stabilità. Una manovra da 36 miliardi di euro, ben 6 miliardi in più rispetto ai 30 annunciati, coperta, tra l’altro, con 15 miliardi di spending review, 11,5 miliardi di spazio sul deficit e 3,8 miliardi dalla lotta all’evasione. Con «18 miliardi di tasse in meno» appunto, come ha spiegato il premier. Sfumano dalla legge di stabilità i paventati tagli alla sanità, mentre sono confermati i tagli ad enti locali e Regioni. Confermati anche il trasferimento del Tfr in busta paga per aumentare l’effetto bonus da 80 euro per rilanciare i consumi, e l’intervento sull’Irap (da cui viene cancellata la componente lavoro). Nella manovra pure gli incentivi per chi vuole assumere a tempo indeterminato, che non dovrà pagare per i primi tre anni i contributi. E il premier si è quindi rivolto direttamente agli imprenditori: «Tolgo l’articolo 18, i contributi e la componente lavoro dall’Irap. Mammamia, cosa vuoi di più. Ti tolgo ogni alibi e ti do una grande occasione. Per chi vuole assumere verranno meno tutti gli alibi» ha detto Renzi.

Il bonus
Gli 80 euro diventano stabili ma `cambiano pelle´, diventando una detrazione, non più un bonus aggiuntivo (quindi una minore entrata, non una maggiore uscita in linea con la Ue). Non cambia invece la platea. Per sostenere le famiglie con figli arriva invece un sostegno fino al terzo anno di età: sul piatto ci sono 500 milioni. La misura sarà modulata in base al reddito e dovrebbe andare alle famiglie che hanno bambini nati tra il 2013-2015. Per i nuclei numerosi in arrivo anche l’esenzione dei ticket, con la riforma che sarà pronta entro fine anno. «Per il bonus 80 euro sono 9,5 miliardi. Speravo fossero 10 ma sono comunque la conferma sistematica del bonus alla faccia di tutti quelli che hanno detto che non ce la facciamo» le parole di Renzi dopo il Cdm.

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Foto: Roberto Monaldo /La presse