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  • Giovedì 4 settembre 2014

Il Belgio riprova ad avere un governo

Nel 2010 ci mise un anno e mezzo: stavolta sono passati "solo" tre mesi dalle elezioni e forse ce la fa il 39enne Charles Michel

MR party chairman and royal informant Charles Michel arrives for meetings on the formation of a new federal government after last Sunday's elections, on June 28, 2014, at the parliament in Brussels. Michel succeeded De Wever as royal informant. AFP PHOTO / BELGA / NICOLAS MAETERLINCK ***BELGIUM OUT*** (Photo credit should read NICOLAS MAETERLINCK/AFP/Getty Images)
MR party chairman and royal informant Charles Michel arrives for meetings on the formation of a new federal government after last Sunday's elections, on June 28, 2014, at the parliament in Brussels. Michel succeeded De Wever as royal informant. AFP PHOTO / BELGA / NICOLAS MAETERLINCK ***BELGIUM OUT*** (Photo credit should read NICOLAS MAETERLINCK/AFP/Getty Images)

Circa tre mesi dopo le elezioni, il Belgio non ha un ancora un governo. Una situazione simile a quella famigerata del giugno 2010, quando dopo i risultati delle elezioni il Belgio rimase senza governo per 532 giorni. Alla fine, dopo successivi incarichi ed “esplorazioni” falliti, il socialista Elio di Rupo riuscì a formare una coalizione tra 6 diversi partiti. Gli sviluppi delle ultime ore sembrano però promettere questa volta una soluzione prossima.

Lo scorso 25 maggio si era votato per il rinnovo del parlamento federale e dei tre parlamenti regionali (quello della zona autonoma di Bruxelles, quello delle Fiandre e quello della Vallonia, le due regioni di lingue e culture profondamente distinte che compongono il Belgio) ma dai risultati non era uscito un chiaro vincitore. Il giorno dopo il primo ministro Elio di Rupo, esponente del partito socialista PS che aveva ottenuto solo l’11,6 per cento dei voti, aveva incontrato il re Filippo e presentato le sue dimissioni. Il re aveva dato l’incarico di provare a formare il nuovo governo a Bart de Wever, leader del partito fiammingo indipendentista di centrodestra N-VA che con il 20,3 per cento dei voti totali si era confermato il primo partito del paese ma che aveva ottenuto solo 33 seggi sui 76 necessari per avere una maggioranza assoluta in un parlamento federale composto da 150 deputati.

Bart de Wever aveva dunque accettato l’incarico di informateur, una specie di mandato esplorativo proprio della tradizione istituzionale del Belgio, per trovare un accordo con gli altri partiti per cercare di formare un governo di coalizione. Se i risultati delle trattative fossero stati positivi, il re gli avrebbe conferito l’incarico vero e proprio per la formazione del governo, quello di formateur. Ma così non è stato e a fine giugno Bart de Wever ha dovuto rinunciare non essendo riuscito a trovare un accordo con il Centro Democratico Umanista, partito francofono di centro (l’obiettivo del partito nazionalista fiammingo di Bart de Wever è la secessione della regione fiamminga): in Belgio le tradizionali contrapposizioni politiche tra destra e sinistra si aggrovigliano alle tradizionali contrapposizioni politiche tra fiamminghi e valloni. A fine giugno, dunque, il re aveva affidato l’incarico di informateur a Charles Michel, esponente del partito liberale francofono MR che aveva presentato poco dopo un’ipotesi di coalizione: il nuovo governo su cui Michel aveva trovato un accordo sarebbe stato di destra, formato da tre partiti fiamminghi e da un partito francofono: Nuova Alleanza Fiamminga (N-VA), Partito cristiano democratico fiammingo (CD&V), Partito del Liberali e Democratici Fiamminghi Aperti (Open vld) e MR. Una formula piuttosto inedita, per almeno due motivi: NVA non ha mai governato a livello federale, pur essendo il più grande partito del paese, e il Belgio non ha avuto un governo di centrodestra dal 1987 (e anche allora, la coalizione era dominata dai centristi cristiano democratici).

Il 22 luglio, il re ha nominato due «formateurs»: Kris Peeters del partito fiammingo CD&V e lo stesso Charles Michel, del franconfono MR. Questa mattina il re Filippo ha fatto sapere di avere avuto un colloquio con i due politici che hanno presentato i risultati delle loro consultazioni. Nelle ultime ore, è stata fatta un’altra importante nomina che potrebbe influire, scrive il quotidiano belga Le Soir, nelle future scelte di politica interna. È stata infatti candidata come delegata del Belgio alla Commissione europea Marianne Thyssen, eurodeputata dal 1991 ed ex presidente del partito dei Cristiani Democratici e Fiamminghi (CD&V), una compagna di partito del «formateur» Kris Peeters. Per questioni di equilibrio politico è molto probabile quindi che il ruolo di primo ministro, precisa Le Soir, spetti ora a un esponente liberale francofono: con molta probabilità, a Charles Michel. Rispetto ad altri esponenti del suo stesso partito di cui circolava il nome per l’incarico (Didier Reynders, su tutti), Charles Michel sarebbe anche il più gradito ai leader delle forze politiche che dovrebbero far parte della futura coalizione.

Charles Michel ha 39 anni, è laureato in giurisprudenza, e dal gennaio del 2011, è presidente del suo partito. Nel 2000 divenne Ministro degli Affari Interni del governo della Vallonia, a soli 25 anni. Nel 2006 fu eletto sindaco di Wavre, sempre in Vallonia e dal 21 dicembre 2007 al febbraio 2011 è stato Segretario di Stato e Ministro della cooperazione e dello sviluppo.