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  • Sabato 30 agosto 2014

Chi è Donald Tusk

Lo racconta Europa, descrivendo un pragmatico quadratore di cerchi

Poland's Prime Minister Donald Tusk arrives for an EU summit at the European Council building in Brussels, Wednesday, July 16, 2014. European Union leaders meet to nominate their candidates for the 28-nation bloc's two top jobs. (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)
Poland's Prime Minister Donald Tusk arrives for an EU summit at the European Council building in Brussels, Wednesday, July 16, 2014. European Union leaders meet to nominate their candidates for the 28-nation bloc's two top jobs. (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)

Su Donald Tusk, il primo ministro polacco in carica nominato sabato dai leader europei nuovo presidente del Consiglio Europeo, Europa pubblica un esauriente ritratto politico, descrivendo la costruzione della sua candidatura al nuovo ruolo.

Donald Tusk non s’è mai sbilanciato sulla sua candidatura alla presidenza del Consiglio europeo. Anzi, ha sempre scartato questa possibilità. Salvo aprire negli ultimi giorni, fortemente corteggiato – quasi tirato per la giacca, verrebbe da dire – da Londra e in seconda battuta da Berlino.

Gazeta Wyborcza, il principale giornale polacco, scrive inoltre, citando una fonte dell’entourage di Tusk, che tra chi lo sollecita a trasferirsi a Bruxelles ci sarebbe la moglie Malgorzata. L’avventura europea darebbe grande prestigio, sarebbe forse meno stressante (questo è tutto da vedere) e gioverebbe al conto in banca, scrive il quotidiano di Varsavia.

Ma questo, si presume e si spera, non è il fattore primario. Tusk sta ponderando la scelta guardando alla politica domestica. Se dovesse volare a Bruxelles lascerebbe la Piattaforma civica senza guida, a poco più di un anno della politiche del 2015. Un tempo ragionevole per dare modo alla nuovaleadership di affilare le lame. Ma se dovesse scattare la faida interna, ipotesi non del tutto remota, si farebbe soltanto il gioco di Diritto e Giustizia, il partito di Jaroslaw Kaczynski, tornato vivo e battagliero.

In ogni caso Tusk, ha riferito la sua portavoce, Malgorzata Kidawa-Blonska, andrebbe a Bruxelles prima di tutto con l’idea di fornire il suo contributo alla soluzione della crisi ucraina. Una faccenda tange interessi e sicurezza della Polonia, che nell’ancoraggio di Kiev vede non solo un modo per limitare il raggio d’azione del Cremlino, ma anche uno strumento di impulso economico per le sue regioni dell’est (abbastanza arretrate), confinanti proprio con l’Ucraina. Non è solo questo. L’approccio russo alla crisi ucraina pizzica, anzi scuote, il sentimento nazionale. I polacchi denunciano il rinnovato revanscismo di Mosca, con cui c’è un portato di guerre e occupazioni non ignorabile.

(leggi per intero su Europa)