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  • Martedì 22 luglio 2014

I corpi del volo MH17 verso i Paesi Bassi

I combattenti filo-russi hanno infine permesso la loro partenza e consegnato le scatole nere: le altre notizie e storie sul volo abbattuto

A quasi cinque giorni dall’abbattimento dell’aereo Boeing 777 del volo MH17 di Malaysia Airlines non è ancora chiaro cosa abbia provocato la caduta dell’aereo. L’aereo era precipitato giovedì 17 nei pressi di Grabovo, in una regione dell’Ucraina orientale occupata da combattenti filo-russi, dopo essere esploso mentre viaggiava da Amsterdam (Paesi Bassi) verso Kuala Lumpur (Malesia) con 298 persone a bordo, tutte morte nell’incidente. L’ipotesi prevalente è che sia stato abbattuto da un missile terra-aria, non si sa bene se lanciato per sbaglio verso quel bersaglio o consapevolmente. Intanto, le tormentate indagini e operazioni di rientro dei corpi dei passeggeri cominciano a uscire dall’impasse generata dalla difficile gestione nella zona di guerra.

Il treno con i corpi dei passeggeri
Al momento i corpi o i resti di almeno 282 passeggeri si trovano nei vagoni refrigerati di due treni partiti lunedì sera dalla stazione di Torez, a circa una ventina di chilometri da Grabovo: lì erano stati trasportati dai separatisti filo-russi che controllano la zona dell’Ucraina orientale in cui l’aereo è precipitato, e alla stazione sono rimasti per circa 24 ore dopo essere stati raccolti nell’arco di due giorni. I treni sono da poco arrivati a Kharkiv, nel nordest dell’Ucraina, dove si trova una squadra di esperti forensi olandesi e di altri investigatori internazionali, e da dove i corpi potranno essere rimpatriati (a Kharkiv, che si trova a circa 300 chilometri da Torez, c’è un aeroporto).
Nel tardo pomeriggio di lunedì, il governo ucraino aveva comunicato che i treni sarebbero passati prima per Donetsk, dove lunedì mattina c’erano stati scontri armati tra forze ucraine e ribelli filo-russi.

Le scatole nere
Le due scatole nere del volo MH17, recuperate e custodite dai ribelli filo-russi, sono state consegnate lunedì sera alle autorità malesi arrivate in Ucraina, in presenza del capo dei ribelli Alexander Borodai, l’auto-nominatosi primo ministro della Repubblica di Donetsk, col quale il primo ministro della Malesia Najib Razak aveva annunciato di aver raggiunto un accordo: in base all’accordo, agli investigatori malesi è stato inoltre garantito l’“accesso sicuro” all’area dell’incidente del volo MH17. Gli esperti hanno detto che le scatole nere sono in “buone condizioni”, e che dovrebbero permettere di conoscere l’ora esatta, l’altitudine e la posizione in cui è avvenuto l’incidente. Si spera inoltre che dalle registrazioni audio della cabina di pilotaggio si possano ricavare i motivi della caduta dell’aereo, anche se le ipotesi prevalenti per ora sono che l’esplosione sia stata improvvisa.

Ha suscitato una certa curiosità e perplessità, tra alcuni giornalisti inviati in Ucraina, il modo in cui è stato concluso l’accordo per la consegna delle scatole nere alle autorità malesi da parte dei separatisti: pubblicamente e in modo molto formale. Una delle tesi che circolano è che il principale interesse dei separatisti fosse quello di vedere nell’occasione riconosciuta la propria autorità e che, soprattutto, i materiali e i corpi recuperati sulla scena del volo MH17 non finissero in mano al governo ucraino.

 

Il discorso di Obama e la risposta di Putin
Poche ore prima, in un discorso alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva accusato i separatisti filo-russi di aver ostacolato le ricerche e di aver compromesso la scena del volo MH17 cercando di portare via delle prove. «Cosa stavano cercando di nascondere?», ha chiesto Obama, che ha anche chiesto al presidente russo Vladimir Putin di esercitare la sua influenza sui separatisti filo-russi in modo da agevolare le indagini per individuare e punire i responsabili di quanto accaduto, e ha aggiunto che ritiene una “risoluzione diplomatica” ancora possibile.

In precedenza gli Stati Uniti avevano già accusato la Russia di aver fornito ai ribelli il missile terra-aria con cui, secondo l’intelligence americana e secondo l’ipotesi prevalente, l’aereo sarebbe stato abbattuto, e di aver addestrato i militari all’utilizzo di queste armi. La fornitura del missile sarebbe attestata da alcune intercettazioni telefoniche e da un video, ha sostenuto il Segretario di Stato americano John Kerry. Le stesse accuse erano sostanzialmente state confermate lunedì dal primo ministro britannico David Cameron.

Il ministro della Difesa russo ha però respinto le accuse contro i separatisti, sostenendo che un aereo da guerra ucraino stava volando molto vicino all’aereo della Malaysia Airlines al momento dell’incidente (ha chiesto allo stesso governo ucraino di rispondere in merito). La Russia ha anche negato di aver fornito qualsiasi arma ai ribelli, e Putin in televisione ha chiesto che l’abbattimento dell’aereo del volo MH17 non venga utilizzato per fini politici.

La risoluzione ONU
Nella serata di lunedì è stata approvata all’unanimità una risoluzione dell’ONU presentata dall’Australia in cui si richiede una “piena e indipendente indagine internazionale” riguardo la caduta dell’aereo del volo MH17, che i responsabili siano chiamati a risponderne, e che tutti gli Stati cooperino per stabilire le responsabilità in questa storia.

 

Durante l’incontro del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, in un discorso da molti definito commovente, il ministro degli Esteri dei Paesi Bassi Frans Timmermans aveva chiesto alle Nazioni Unite di concentrare gli sforzi per rimpatriare subito i corpi dei passeggeri “senza alcun ulteriore ritardo”.

Il selfie dei passeggeri
È molto circolato online nelle ultime ore un selfie che mostra due dei passeggeri inglesi del volo MH17, una madre e suo figlio quindicenne, in volo verso Kuala Lumpur per una vacanza.

selfie-MH17

La foto era stata scattata dal ragazzo e postata su Facebook poco prima del decollo dell’aereo. Un portavoce della squadra di calcio inglese in cui il ragazzo giocava da portiere ha detto: “Gary e sua madre Petra erano in volo verso la Malesia per una vacanza da sogno. Non hanno purtroppo avuto la possibilità di realizzarla, e quest’ultima immagine ci dice come i loro sogni e i sogni di molte altre persone siano stati distrutti, insieme alle vite che avevano davanti”.

I segni sui rottami dell’aereo
Nelle ultime ore è invece stata molto ripresa sui siti di news una fotografia scattata e diffusa dal Financial Times, in cui viene mostrato un rottame dell’aereo del volo MH17 ritrovato a Grabovo, nell’area in cui l’aereo è precipitato. Il foro e gli altri segni di danneggiamento, sostiene il FT, sarebbero “compatibili” con il tipo di danno provocato da un missile Buk SA-11, proprio il tipo usato dai ribelli filo-russi secondo la tesi dell’intelligence americana. Un articolo del New York Times, in cui viene mostrata la fotografia di un altro rottame dell’aereo, sostiene che i danni sarebbero compatibili con un missile terra-aria ma che non sia possibile stabilire con esattezza se si tratti di un SA-11. È stato fatto notare che questo tipo di missile non colpisce direttamente il bersaglio ma esplode a poca distanza da esso, causando una serie di schegge e detriti che provocano danni maggiori e più diffusi.

Un aereo della Malaysia Airlines ha sorvolato la Siria
Alcuni hanno trovato curioso e piuttosto insolito un fatto avvenuto domenica scorsa, tre giorni dopo l’incidente, segnalato dal servizio svedese Flightradar24: secondo una mappa pubblicata su Twitter, Malaysia Airlines ha riprogrammato la rotta di un suo volo di linea – MH4, da Kuala Lumpur a Londra – evitando di farlo passare per l’Ucraina e facendolo invece passare per la Siria.

Lo stesso servizio svedese ha fatto notare che si tratta di una rotta piuttosto insolita, e che è molto raro vedere aerei sorvolare la Siria (dove si combatte da anni una guerra civile che ha già causato la morte di decine di migliaia di persone). «Nel caso dell’Iraq è normale vedere voli passare di lì: non c’è altro modo di accedere a certe parti del Medio Oriente se non quello di usare il corridoio iracheno», ha detto il CEO di Flightradar24, «ma la Siria non si vede così spesso, e domenica nessun altro volo intercontinentale ha attraversato lo spazio aereo siriano».