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  • Sabato 19 luglio 2014

La UEFA ha cambiato le regole sui cartellini gialli

Nelle coppe europee il conto delle ammonizioni sarà azzerato dopo i quarti di finale

BARCELONA, SPAIN - MAY 01: Arjen Robben of Munich reacts as he is shown a yellow card by Referee Damir Skomina of Slovenia during the UEFA Champions League semi final second leg match between Barcelona and FC Bayern Muenchen at Nou Camp on May 1, 2013 in Barcelona, Spain. (Photo by David Ramos/Getty Images)
BARCELONA, SPAIN - MAY 01: Arjen Robben of Munich reacts as he is shown a yellow card by Referee Damir Skomina of Slovenia during the UEFA Champions League semi final second leg match between Barcelona and FC Bayern Muenchen at Nou Camp on May 1, 2013 in Barcelona, Spain. (Photo by David Ramos/Getty Images)

La UEFA, l’organizzazione che unisce le principali federazioni di calcio dei paesi europei e che a sua volta fa parte della FIFA, ha cambiato le regole per quanto riguarda le squalifiche per somma di ammonizioni nei campionati europei per club, come la Champions League e l’Europa League. Secondo le nuove regole, dopo i quarti di finale dei tornei le eventuali diffide prese dai giocatori vengono annullate, esattamente come è già accaduto agli Europei del 2012 e ai Mondiali in Brasile del 2014.

Come funzionano le squalifiche
Nel calcio un giocatore che commette determinati tipi di falli o infrazioni può essere punito con un cartellino giallo, cioè con un’ammonizione, o con un cartellino rosso, cioè con un’espulsione. Un giocatore che viene espulso, oltre ad uscire dal campo, salta automaticamente la partita successiva (a meno questa non si giochi la stagione successiva, nel qual caso la squalifica non vale). Il giocatore che riceve invece un’ammonizione continua a giocare la partita. Ci sono però dei sistemi che puniscono i giocatori che ricevono un determinato numero di cartellini gialli in partite diverse, e che prevedono anche una squalifica. Questi sistemi però cambiano a seconda della competizione. Per la Serie A italiana, ad esempio, un giocatore viene squalificato per una partita dopo la quarta ammonizione presa nel corso del campionato. Viene nuovamente squalificato all’ottava ammonizione, poi alla undicesima, alla tredicesima e infine ad ogni ammonizione. Quando un calciatore arriva a un’ammonizione dalla squalifica, si dice che è diffidato. Il sistema, vien da sé, serve a disincentivare i calciatori dal commettere troppi falli.

Per un giocatore una squalifica in una partita di campionato è una cosa abbastanza normale, e diventa un problema serio sostanzialmente solo nel caso in cui la partita che non può disputare è una di quelle importanti. In altri tipi di tornei come la Champions League o i Mondiali, dove cioè ogni partita è molto importante, e soprattutto quelle della fase a eliminazione diretta, una squalifica di un giocatore può essere un grosso guaio per la squadra. Fino a qualche anno fa, ai Mondiali e agli Europei funzionava che alla seconda ammonizione presa nel corso del torneo si veniva squalificati per la partita successiva. A partire dagli Europei del 2012, la UEFA ha introdotto una regola che prevede che le diffide vengano cancellate dopo i quarti di finale. In questo modo se un calciatore ha preso un’ammonizione in una partita, e in semifinale ne prende un’altra, non salta la finale. Può al massimo saltare la semifinale, se riceve la seconda ammonizione ai quarti di finale. La stessa regola è stata utilizzata ai Mondiali in Brasile.

In Champions League e in Europa League, un giocatore viene squalificato alla seconda ammonizione nel corso del torneo. Per evitare di saltare alcune partite importanti, spesso i giocatori diffidati – quando la successiva partita della loro squadra è contro una squadra debole – commettono intenzionalmente un fallo da ammonizione, per saltare una partita poco importante e azzerare i propri cartellini gialli. Prima della decisione di giovedì 17 luglio, se un giocatore prendeva un cartellino giallo in semifinale saltava la finale. Questo capitò – per fare un esempio che molti tifosi italiani ricordano – al forte ex centrocampista della Juventus Pavel Nedved, che nel 2003 era probabilmente il giocatore più importante della squadra e saltò la finale di Champions League per un’ammonizione su un fallo a centrocampo durante la semifinale contro il Real Madrid: la Juventus perse quella finale contro il Milan, ai rigori. Ora la UEFA ha adeguato il suo regolamento per i tornei per club a quello dei Mondiali, per evitare che per una sanzione spesso discutibile come un cartellino giallo precluda a un giocatore la possibilità di giocare una finale.