during the 2014 FIFA World Cup Brazil Round of 16 match between Germany and Algeria at Estadio Beira-Rio on June 30, 2014 in Porto Alegre, Brazil.

Quanto è importante un calcio d’angolo?

Statisticamente non molto: i dati dicono che per vedere un gol bisogna tirarne in media quasi 30

Martedì 24 giugno, analizzando le statistiche di Croazia-Messico, una partita della terza giornata della fase a gironi del Mondiale di calcio in Brasile, un articolo del Washington Post ha fornito un po’ di dati riguardo ai calci d’angolo battuti al Mondiale: in quella partita, poi finita 3-1, il Messico ha segnato due gol da calcio d’angolo su un totale di nove calci d’angolo battuti: è un rapporto di conversione migliore di circa 7 volte rispetto alla media.

Considerando i dati fino alla partita Croazia-Messico, al Mondiale il rapporto tra i calci d’angolo finiti con un tiro verso la porta (non per forza un gol) e i calci d’angolo totali – anche quelli finiti con niente – è stato di 10 a 45, e cioè il 22 per cento del totale. Nei quattro principali campionati di calcio d’Europa – Inghilterra, Spagna, Germania e Italia – questo rapporto è del 13 per cento. Il Washington Post ritiene che si tratti di un caso e che questa controtendenza non sarà più così evidente, e forse neppure presente, alla fine del Mondiale. Diversamente si potrebbe sostenere che questi dati si prestano a una spiegazione diversa, di tipo tecnico: per esempio che le difese siano meno attente del solito, o che le squadre in attacco abbiano perfezionato i loro schemi sui calci piazzati.

Ma allora, spiega il Washington Post, occorrerebbe rilevare questa tendenza anche sui calci piazzati diversi dai calci d’angolo, e invece in quel caso c’è una tendenza opposta: i cross su calci piazzati che si sono conclusi con un tiro o addirittura con un gol sono stati pochissimi. Su 102 cross da calci piazzati, dopo Croazia-Messico, solo 12 si erano conclusi con un tiro e soltanto due volte ne era uscito un gol (peraltro segnato in entrambi i casi da Enner Valencia dell’Ecuador, contro Svizzera e Honduras). Soltanto il 2 per cento dei cross su calci piazzati, in altre parole, si è concluso con un gol, mentre questo rapporto nei principali campionati europei è del 2,5 per cento.

Già in un articolo precedente, il Washington Post si chiedeva quante possibilità ha una squadra di segnare un gol ogni volta che batte un calcio d’angolo: la risposta è che c’è mediamente c’è un gol su calcio d’angolo per ogni 30 calci d’angolo battuti. In Premier League sono stati battuti più di 12 mila calci d’angolo dal 2011: da una piccolissima percentuale ne sono usciti dei passaggi corti, ma nella maggior parte dei casi c’è stato un cross in area. Di questi, poco meno di 11 mila – la stragrande maggioranza – non si sono conclusi neppure con un tiro: troppo lunghi, o intercettati dai difensori o carambolati in area di rigore con un niente di fatto. Soltanto nel 12 per cento dei casi – 1.362 volte – c’è stato effettivamente un tiro, e tra questi soltanto 182 gol. In tre anni di Premier League, sono stati il 13 per cento dei tiri su calcio d’angolo e meno del 2 per cento dei gol totali.

Le percentuali sono un po’ migliori nel caso in cui non si considerino soltanto i cross diretti ma anche le azioni create a partire da calcio d’angolo (un passaggio corto per un compagno vicino alla bandierina, per esempio): in quel caso, su 12.750 calci d’angolo ci sono stati 2.157 tiri, di cui 370 gol.

Foto: Jamie Squire/Getty Images

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