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  • Sabato 28 giugno 2014

Si può vincere il Mondiale con una sola vittoria nella fase a gironi?

Dal 1986 non è mai accaduto: lo ha fatto notare il New York Times, alla ricerca di statistiche incoraggianti dopo l'inattesa qualificazione degli Stati Uniti agli ottavi

> on June 26, 2014 in Chicago, United States.
<> on June 26, 2014 in Chicago, United States.

L’inattesa qualificazione della nazionale di calcio statunitense agli ottavi di finale – ottenuta di fatto grazie a una sconfitta limitata contro la Germania (1-0) nell’ultima giornata, dopo aver vinto la prima contro il Ghana e pareggiato la seconda contro il Portogallo – ha generato una certa eccitazione tra i media americani, poco abituati a occuparsi di calcio e sostanzialmente privi di familiarità con l’idea di festeggiare i successi della propria nazionale e fare teorie riguardo le sue possibilità di vittoria del torneo. Diversi osservatori e analisti – già piuttosto fiduciosi: “mancano solo quattro vittorie per la gloria”, titolavano alcuni venerdì 27 – si sono quindi messi alla ricerca di dati e statistiche a supporto delle loro ipotesi: una pratica comune negli Stati Uniti per quanto riguarda gli sport in voga laggiù, e molto meno diffusa in Europa, per quanto riguarda il calcio.

Fonte: nytimes.com

Fonte: nytimes.com

Il New York Times fa notare che a partire dal Mondiale del 1986, il primo a prevedere una fase a gironi simile a quella odierna, nessuna squadra è diventata campione del Mondo senza aver vinto almeno due partite su tre durante la fase a gironi (gli Stati Uniti ne hanno vinta una soltanto, contro il Ghana). E dal 1986 a oggi sei squadre campioni del Mondo su sette non hanno perso partite durante quella prima fase del torneo: o le hanno vinte tutte e tre (come hanno fatto quest’anno Argentina, Belgio, Colombia e Olanda), o ne hanno vinte due e pareggiata una (come Brasile, Costa Rica, Germania, Messico e Francia, quest’anno): l’unica a perdere fu la Spagna, che nel 2010 fu sconfitta nella partita d’esordio dalla Svizzera.

Per quanto riguarda la differenza reti (la cifra che si ottiene sottraendo il numero di gol subiti a quello di gol segnati), un concetto non così familiare per il pubblico statunitense, il Times sottolinea che dal 1986 a oggi delle dieci squadre che avevano concluso la fase a gironi con almeno una differenza di +7 , quattro sono arrivate in finale e tre hanno vinto il Mondiale. Delle 83 squadre con una differenza reti di +3 nella fase a gironi, 50 sono uscite agli ottavi e solo 13 hanno raggiunto le semifinali.

Quest’anno gli Stati Uniti hanno chiuso la fase a gironi con una differenza reti pari a zero: hanno segnato 4 gol, hanno subito 4 gol. Le migliori squadre per differenza reti sono state Colombia e Olanda (+7), seguite dalla Francia (+6) e da Brasile e Germania (+5). Delle classificate agli ottavi la peggiore è stata la Grecia (-2), seguita da Nigeria, Stati Uniti e Uruguay, tutte a differenza reti uguale a zero.

Le uniche statistiche incoraggianti per gli Stati Uniti, conclude il New York Times, sono quella della Germania Ovest del 1986, che finì la fase a gironi con una differenza reti di -1 e riuscì comunque ad arrivare in finale, e – grandi sorprese in negativo – quelle della Danimarca e dell’Unione Sovietica di quella stessa edizione del 1986, che terminarono la fase a gironi con una differenza reti di +8 ma furono subito eliminate agli ottavi.

Foto: un tifoso degli Stati Uniti mentre guarda la partita Stati Uniti-Germania a Grant Park, Chicago, Illinois.
(Scott Olson/Getty Images)