L’assalto all’ambasciata russa di Kiev
Centinaia di persone hanno manifestato lanciando uova e sassi, ribaltando e incendiando le automobili, dopo i 49 morti ucraini di sabato
Tra sabato 14 e domenica 15 centinaia di persone hanno manifestato davanti all’ambasciata russa a Kiev, in Ucraina. I manifestanti hanno lanciato uova e sassi contro le finestre dell’edificio e almeno una bomba molotov; alcuni si sono arrampicati sul muro di cinta e sono riusciti a strappare la bandiera russa dal pennone. Altri ancora hanno ribaltato e poi incendiato le auto parcheggiate fuori dall’ambasciata. Dopo l’attacco sia il governo russo che quello statunitense hanno protestato e chiesto al governo ucraino di fare di più per proteggere i rappresentanti diplomatici a Kiev.
Molti dei partecipanti all’attacco avevano il volto coperto e sventolavano bandiere dell’Ucraina oppure quelle rosse e nere di Pravy Sektor, una formazione nazionalista di estrema destra molto ostile alla Russia.
La manifestazione potrebbe essere collegata con un attacco avvenuto sabato nei territori dell’est del paese dove l’esercito si sta scontrando contro i separatisti filorussi: sabato mattina, infatti, un aereo da trasporto dell’esercito ucraino è stato abbattuto con un missile terra-aria vicino all’aeroporto di Lugansk. Tutti i 49 militari a bordo sono morti: si è trattato dell’attacco più grave subito dall’esercito dall’inizio della crisi. Il nuovo presidente, Petro Poroshenko, ha promesso che ci saranno delle rappresaglie nei confronti dei filorussi.
Nel frattempo la NATO ha pubblicato alcune immagini che fanno sospettare un coinvolgimento più diretto della Russia con i separatisti che operano in Ucraina. Le immagini mostrano vicino al confine ucraino alcuni depositi di carri armati T-64, un vecchio modello che risale alla fine degli anni Sessanta. Da queste immagine si capisce come un certo numero di questi carri armati sia stato accumulato nei depositi fino a poche settimane fa, per poi essere spediti da qualche parte. Contemporaneamente, carri armati dello stesso tipo – e senza le insegne dell’esercito ucraino – sono stati individuati nelle zone controllate dai separatisti. La Russia ha negato di aver consegnato armi ai ribelli ucraina, ma c’è da dire che in questa crisi molte delle cose che il governo russo ha negato si sono successivamente rivelate vere.