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  • Lunedì 9 giugno 2014

L’attacco all’aeroporto di Karachi, in Pakistan

È durato cinque ore la scorsa notte ed è ripreso brevemente stamattina: sono morte in tutto 28 persone, i talebani lo hanno rivendicato

Smoke rises after militants launched an early morning assault at Jinnah International Airport in Karachi on June 9, 2014. Pakistan's security forces said on June 9 they have relaunched a military operation at Karachi airport as gunfire resumed several hours after they announced the end of a militant siege that left 24 dead. AFP PHOTO / Rizwan TABASSUM (Photo credit should read RIZWAN TABASSUM/AFP/Getty Images)
Smoke rises after militants launched an early morning assault at Jinnah International Airport in Karachi on June 9, 2014. Pakistan's security forces said on June 9 they have relaunched a military operation at Karachi airport as gunfire resumed several hours after they announced the end of a militant siege that left 24 dead. AFP PHOTO / Rizwan TABASSUM (Photo credit should read RIZWAN TABASSUM/AFP/Getty Images)

La sera di domenica 8 giugno un gruppo di dieci uomini armati ha attaccato un terminal dell’aeroporto di Karachi, un’estesa città di 23,5 milioni di abitanti nel sud del Pakistan. L’attacco è iniziato attorno alle 23.30 locali (le 20.30 italiane) ed è durato circa cinque ore, anche se intorno alle sette del mattino ora italiana si sono sentiti di nuovo spari ed esplosioni provenire dalla struttura. Più tardi, nel corso della mattinata, l’esercito pakistano ha ripreso il controllo della struttura: secondo BBC News l’aeroporto riprenderà la sua attività alle 16 locali (le 13 italiane).

Nel corso dell’attacco sono morte almeno 28 persone, fra cui dieci attentatori e dieci membri del corpo di sicurezza dell’aeroporto, che è il più grande e trafficato del paese. Il terminal attaccato non è di norma utilizzato per voli commerciali, né sono stati attaccati alcuni voli in particolare: un portavoce dell’esercito ha detto che tutti i passeggeri dei voli di linea presenti in aeroporto sono riusciti a lasciare illesi l’edificio.

L’attacco è stato rivendicato dai telebani del Pakistan, alleati di quelli – più noti – dell’Afghanistan. Un loro portavoce ha detto a Reuters che «questo è stato un messaggio al governo pakistano per far capire loro che siamo ancora attivi, e che abbiamo reagito ai bombardamenti contro persone innocenti avvenuti in alcuni villaggi».

Non è chiaro come i responsabili dell’attacco siano riusciti a entrare nell’aeroporto: BBC News riporta che secondo alcune fonti avrebbero presentato documenti falsi per superare alcuni controlli, mentre secondo altri sarebbero entrati tagliando un recinto di filo spinato. Secondo il Washington Post, nei primi momenti gli attentatori avrebbero occupato parte della pista e della zona di scarico delle merci dell’aeroporto; il New York Times racconta che erano armati di granate e armi automatiche. L’esercito è arrivato sul posto circa un’ora e mezza dopo l’inizio dell’attacco e ha iniziato uno scontro a fuoco con gli attentatori: il quotidiano pakistano Dawn ha scritto che durante l’attacco si sono sentite tre forti esplosioni provenire dall’aeroporto. Un edificio della struttura ha preso fuoco.

Il primo ministro della provincia Sindh, una delle quattro in cui è diviso il Pakistan e in cui si trova Karachi, ha detto ai giornalisti che gli attentatori erano «ben addestrati» e che «il loro piano era ben congegnato». Un anno e mezzo fa, nel dicembre del 2012, alcuni militanti talebani avevano attaccato l’aeroporto di Peshawar, una grossa città nel nord est del Pakistan: 9 persone erano state uccise, mentre più di 30 erano rimaste ferite. Settimana scorsa Altaf Hussain, uno dei più noti politici pakistani e capo del partito più votato di Karachi, era stato arrestato a Londra – dove si trova in esilio – per riciclaggio di denaro. È stato rilasciato sabato ma resta sotto indagine.