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  • Mercoledì 28 maggio 2014

La Svizzera ai Mondiali

Quattordicesima puntata della guida del Post: una squadra forte, altroché, e piena di giovani molto bravi

ST GALLEN, SWITZERLAND - MARCH 05: Xherdan Shaqiri of Switzerland looks on prior the international friendly match between Switzerland and Croatia at the AFG Arena on March 5, 2014 in St Gallen, Switzerland. (Photo by Marc Eich/Getty Images)
ST GALLEN, SWITZERLAND - MARCH 05: Xherdan Shaqiri of Switzerland looks on prior the international friendly match between Switzerland and Croatia at the AFG Arena on March 5, 2014 in St Gallen, Switzerland. (Photo by Marc Eich/Getty Images)

La nazionale di calcio della Svizzera parteciperà ai prossimi Mondiali per la decima volta nella sua storia. Si è qualificata vincendo il proprio girone di qualificazione – che per la verità era piuttosto morbido: al secondo posto, per dire, è arrivata l’Islanda – ottenendo 24 punti in 10 partite e non perdendone nessuna. Nonostante abbia guadagnato nel tempo una fama da squadra scarsa e il suo campionato nazionale sia fra i meno quotati d’Europa, negli ultimi anni la Svizzera è riuscita a migliorare i propri risultati nei tornei più importanti (tra il 1970 e il 2002 non era più riuscita a qualificarsi per i Mondiali), soprattutto grazie un’ottima e recente generazione di giovani calciatori: il più vecchio dei 23 convocati per i Mondiali ha 31 anni (ed è una vecchia conoscenza del calcio italiano), e alcuni di questi facevano parte della squadra che vinse il Mondiale Under 17 nel 2009. Negli scorsi due anni, la Svizzera ha perso solo tre partite e battuto – fra le altre – squadre come Brasile, Germania e Spagna. È stata sorteggiata nel girone E assieme a Francia, Honduras ed Ecuador.

L’allenatore
È Ottmar Hitzfeld, allenatore tedesco di 65 anni. Si occupa della nazionale svizzera da sei anni, ed è al momento uno degli allenatori in attività più vincenti, in Europa: col Borussia Dormtund e col Bayern Monaco, fra il 1991 e il 2008, ha vinto due Champions League, una Coppa Intercontinentale, sette campionati tedeschi (di cui tre consecutivi col Bayern Monaco fra il 1998 e il 2001) e tre Coppe di Germania. È soprannominato “il generale” e possiede un diploma per insegnare matematica ed educazione fisica. Secondo ESPN, una delle sue migliori qualità è «tirare fuori il meglio dai propri giocatori costruendo un forte spirito di squadra e gestendo la disciplina dentro e fuori dal campo».

Come giocano?
Molto bene. Utilizzano un divertente 4-2-3-1 in cui i tre trequartisti sono giocatori rapidi e tecnici come Shaqiri del Bayern Monaco, Granit Xhaka del Borussia Mönchengladbach e Valentin Stocker dell’Hertha Berlino (il più vecchio dei quali è Stocker, che ha 25 anni). Pressano molto, anche nella metà campo avversaria, riuscendo inoltre a tenere compatta la squadra: i titolari di centrocampo – ma anche la prima riserva, Blerim Džemaili – sono tutti giocatori del Napoli: Gökhan Inler e Valon Behrami, centrocampisti esperti e completi. Anche i due terzini, Stephan Lichtsteiner della Juventus e Ricardo Rodríguez del Wolfsburg, salgono spesso nella metà campo della squadra avversaria, lasciando però a volte la difesa piuttosto scoperta.

Due che da noi non hanno fatto granché
Nella lista dei 23 convocati di Hitzfeld ci sono anche l’esperto difensore Steve Von Bergen e l’attaccante Haris Seferović: i due hanno in comune un recente trascurabile passato in squadre italiane. Von Bergen ha giocato per due stagioni nel Cesena, in Serie A, fra il 2010 e il 2012, e una nel Palermo fra il 2012 e il 2013, dopo aver passato due mesi col Genoa nel mezzo; aveva la fama di discreto e rude difensore, se n’è tornato in Svizzera dopo due retrocessioni consecutive (con Cesena e Palermo) perché Hitzfeld gli aveva detto che giocando in Serie B avrebbe perso posizioni in nazionale.

L’attaccante Haris Seferović, invece, era stato acquistato dalla Fiorentina dopo l’ottimo Mondiale Under 17 vinto con la Svizzera nel 2009. Con la Fiorentina ha segnato un gol in Coppa Italia in quattro anni, anche perché nel frattempo è stato prestato al Neuchâtel, al Lecce e al Novara, in Serie B, dove ha segnato dieci gol in 18 partite negli ultimi mesi della stagione 2012-2013. Nell’estate del 2013 la Fiorentina l’ha venduto alla Real Sociedad per 3 milioni di euro. Di quest’ultima sua stagione, si ricorda il gran gol segnato in Champions League durante una partita contro il Lione (dal minuto 0:47, e un altro pazzesco lo aveva fatto poco prima il francese Antoine Griezmann). Seferovic ha giocato le ultime quattro partite consecutive del girone di qualificazione e secondo alcuni sarà il centravanti titolare (l’altro, peraltro molto forte, è Josip Drmić del Bayer Leverkusen).

I più forti

Xherdan Shaqiri
Switzerland v Croatia - International Friendly Match

Ha 22 anni e gioca come ala nel Bayern Monaco, che lo acquistò dal Basilea nel 2012 per circa 12,5 milioni di euro. È originario del Kosovo ma ha il doppio passaporto: anche lui fa parte di quel gruppo di giovani promettenti calciatori kosovari che giocano nelle nazionali di altri paesi, come la Svizzera o il Belgio (la nazionale del Kosovo è formalmente riconosciuta dalla FIFA solo da poco, ed è una lunga e interessante storia). Il fatto che Shaqiri faccia parte di una delle squadre di club più forti d’Europa, il Bayern Monaco, la dice lunga sulle sue qualità come calciatore: non gioca moltissime partite, a dire il vero, perché nel Bayern gli esterni titolari sono Robben e Ribery. Ma quando manca uno di loro è Shaqiri a sostituirli. Gioca prevalentemente a destra, anche perché è mancino e tende ad accentrarsi per tirare, e ha un ottimo tiro. Gioca nella nazionale svizzera dal 2010.

Granit Xhaka
Switzerland v Slovenia - FIFA 2014 World Cup Qualifier

Ha 21 anni ed è il centrocampista centrale titolare del Borussia Mönchengladbach, che quest’anno nella Bundesliga è arrivato sesto, qualificandosi all’Europa League della prossima stagione. Anche Xhaka è stato acquistato dal Basilea nel 2012, per un cifra intorno agli 8,5 milioni di euro, e da subito ha ottenuto un posto da titolare giocando molto bene la maggior parte delle partite stagionali. Non è uno che fa gol, ma non è quello il suo ruolo nel Gladbach, dove le sue grandi qualità tecniche vengono sfruttate principalmente per facilitare la circolazione del pallone a centrocampo. E in questo è molto bravo. Peraltro vale anche per lui un discorso che può essere applicato a tutti i giovani centrocampisti e trequartisti della Svizzera: sono giocatori tatticamente molto duttili, che possono ricoprire diversi ruoli a centrocampo e sulla trequarti, facendo comunque un ottimo lavoro.

Gökhan Inler
Switzerland v Slovenia - FIFA 2014 World Cup Qualifier

Inler ha 29 anni ed è un giocatore molto noto in Italia, perché gioca – anche molto bene, quando è in giornata – nel Napoli, dopo tre ottime stagioni nell’Udinese. In questa stagione, squalifiche a parte, ha giocato praticamente tutte le partite del Napoli, e ha segnato quattro gol in totale. Nella Svizzera è il capitano, e oltre ad avere più esperienza è anche più completo rispetto agli altri centrocampisti della Svizzera più giovani di lui, perché rispetto a loro ha in più un ottimo colpo di testa e sa sfruttare meglio la sua forza fisica. Anche lui è di quelli coi piedi buoni ma che preferiscono giocare in posizione arretrata e impostare il gioco. Poi capita spesso che si avvicini all’area avversaria, e se gli lasciano troppo spazio è molto pericoloso perché ha un tiro potentissimo.

Da dove arriva tutta questa gente
Shaqiri e Xhaka – ma anche Seferovic – facevano parte della squadra che vinse i Mondiali Under 17 per la prima volta, nel 2009, assieme ad altri giocatori che tuttora sono nel giro della nazionale svizzera. Durante quel torneo vinsero il girone eliminatorio a punteggio pieno – battendo il Brasile 1-0 – e poi eliminarono agli ottavi la Germania, ai quarti l’Italia, in semifinale la Colombia e in finale la Nigeria (arrivata seconda anche nell’edizione precedente, nella quale aveva perso la finale contro la Corea del Sud).

Come ha spiegato Fabio Barcellona sull’Ultimo Uomo, la Svizzera ha sviluppato negli ultimi anni un’intensa politica di sostegno al calcio giovanile, simile a quella recentemente adottata da paesi come Francia e Belgio.

Proprio dopo l’esperienza mondiale del 1994 la Federazione decise di impegnare sforzi e risorse per la cura dei settori giovanili imponendo ai club l’adozione di precise linee guida e formando i propri tecnici all’estero. Negli anni 2000 nacquero i centri di Formazione Federali (uno per ogni anima della Svizzera: a Tenero (Ticino), Payerne (Romandia) e Emmen (Svizzera tedesca) sul modello di quelli della Federazione francese, dove i migliori giovani tra i 14 e i 16 si allenano dal lunedì al giovedì per tornare il venerdì nei loro club di appartenenza.

Speranze?
La Svizzera punta certamente a migliorare la prestazione di quattro anni fa, quando batté la Spagna 1-0 nella prima giornata di gare ma pareggiò 0-0 nell’ultima con l’Honduras e fu eliminata. Nel caso passasse come seconda dopo la Francia, agli ottavi pescherebbe quasi certamente una fra Argentina e Bosnia: potrebbe andare peggio, diciamo.

Foto: Xherdan Shaqiri (Marc Eich/Getty Images), Granit Xhaka (Harold Cunningham/Getty Images), Gökhan Inler (Harold Cunningham/Getty Images)

Il Post pubblica un articolo al giorno dedicato a ciascuna delle squadre che parteciperanno ai Mondiali. L’archivio degli articoli precedenti di questa serie lo trovate qui.