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  • Martedì 27 maggio 2014

Il Belgio di nuovo nei guai?

Dalle elezioni legislative non è uscito un vincitore chiaro: il re ha dato l'incarico di formare il governo al fiammingo Bart de Wever, che però non ha molte possibilità

The leader of the NVA (New Flemish Alliance) Bart De Wever makes a victory sign as he arrives to address his party members after winning the Belgian federal and regional elections, in Brussels, Sunday May 25, 2014. (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)
The leader of the NVA (New Flemish Alliance) Bart De Wever makes a victory sign as he arrives to address his party members after winning the Belgian federal and regional elections, in Brussels, Sunday May 25, 2014. (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)

Oltre che per le elezioni europee, il 25 maggio in Belgio si è votato per le elezioni legislative che hanno rinnovato il parlamento federale e i tre parlamenti regionali: quello della zona di Bruxelles, quello delle Fiandre e quello della Vallonia.

I risultati delle elezioni, come era già successo nel 2010, sono piuttosto complessi e non hanno prodotto un chiaro vincitore: il partito nazionalista delle Fiandre, N-VA, con il 20,3 percento dei voti si è confermato il primo partito del paese, mentre il partito socialista del primo ministro Elio di Rupo, PS, ha ottenuto l’11,6 percento dei voti. Gli altri partiti che facevano parte del governo Di Rupo, il partito liberale francofono, MR, quello cristiano democratico fiammingo, CD&V, e quello socialista delle Fiandre, sp.a, hanno preso rispettivamente il 9,6 per cento, il 10,8 e l’8,8.

Lunedì 26 maggio, in seguito al risultato elettorale, il primo ministro Elio di Rupo ha incontrato re Filippo e ha rassegnato le sue dimissioni. Il re ha dato l’incarico di provare a formare il nuovo governo a Bart de Wever, leader del partito fiammingo N-VA, che ha accettato l’incarico di informateur del nuovo governo. In Belgio il re conferisce prima un incarico preliminare per formare un nuovo governo, quello di informateur royal; successivamente, se i risultati delle trattative tra i partiti sono positivi, conferisce poi l’incarico vero e proprio per la formazione del governo, quello di formateur.

Formare un governo non sarà facile per de Wever: il suo partito, nonostante sia quello che ha avuto più voti, ha ottenuto solo 33 seggi sui 76 necessari per avere una maggioranza assoluta in un parlamento composto da 150 deputati. Formare un governo di coalizione in Belgio, inoltre, è tradizionalmente una cosa piuttosto difficile da fare: dopo le elezioni del 2010, a causa delle divisioni tra i diversi partiti, il Belgio restò senza un governo per 532 giorni prima che Elio di Rupo riuscisse a formare una coalizione tra 6 diversi partiti. De Wever, comunque, ha detto che farà di tutto affinché non si crei una situazione di crisi e stallo politico come quella del 2010.

Bart de Wever è un politico belga di 43 anni, originario di Mortsel, nelle Fiandre. Dal 2004 è segretario del partito nazionalista delle Fiandre e dal 2013 è anche sindaco di Anversa, la città più importante delle Fiandre. Come ha spiegato Bloomberg, per de Wever potrebbe essere difficile trovare alleati tra i partiti della regione francofona per formare un governo, visto che l’obiettivo del partito nazionalista fiammingo è la secessione della regione fiamminga. Secondo Bloomberg, comunque, de Wever potrebbe prima provare a trovare un accordo con il CD&V per formare un governo nel parlamento regionale fiammingo, per provare poi a formare la stessa alleanza al parlamento federale. Anche se N-VA e CD&V si alleassero, tuttavia, non raggiungerebbero la maggioranza assoluta nel parlamento federale e avrebbero bisogno di allearsi con almeno altri 4 partiti.

La seconda opzione percorribile, nel caso in cui de Wever non dovesse riuscire a formare un governo, sarebbe affidare l’incarico nuovamente a Di Rupo: i 6 partiti che sostenevano il suo governo, insieme, avrebbero la maggioranza assoluta del parlamento con 97 deputati. Di Rupo ha detto di essere pronto a formare un nuovo governo e ha fatto osservare che tutti i partiti che lo avevano sostenuto negli ultimi anni sono andati piuttosto bene alle elezioni, segno di un certo sostegno che il suo governo avrebbe nel paese. Paradossalmente, quindi, i partiti che hanno preso meno voti hanno più possibilità di formare un governo di quante ne abbia il partito che ne ha presi di più.

I risultati elettorali riflettono la situazione del Belgio, che è diviso tra nord e sud (Vallonia e Fiandre) dal punto di vista culturale, linguistico ed economico: le due diverse comunità, quella francofona e quella fiamminga, hanno giornali, televisioni, partiti diversi e i fiamminghi ritengono che la parte francese, più povera, ostacoli uno sviluppo economico. Quando è entrato in carica il governo di Di Rupo, come ha spiegato sempre Bloomberg, il Belgio stava attraversando un momento di grave crisi economica: il deficit del paese era di 13,6 miliardi di euro e Standard & Poor’s aveva appena abbassato il suo rating. In circa 3 anni di governo, Di Rupo, oltre ad aver portato a compimento alcune importanti riforme istituzionali come la riforma del senato (che non è più elettivo), è riuscito a ridurre il deficit a 9,9 miliardi di euro, circa il 2,6 per cento del PIL.