La nazionale di calcio greca ha alle spalle una storia piuttosto lunga di fallimenti e figuracce, riscattati però dall’inaspettata vittoria degli Europei del 2004 dove in finale batté il Portogallo ultra-favorito e ospite del torneo. Prima del 2004, la Grecia si era qualificata una sola volta ai Mondiali, nel 1994, e una sola volta agli Europei, nel 1980: in entrambe le occasioni era uscita senza aver vinto nemmeno una partita. Dal 2004 in poi ha alternato buone cose a nuove figuracce: agli Europei del 2008, da campione in carica, fu eliminata nella fase a gironi dopo tre sconfitte. Due anni dopo, ai Mondiali del 2010, perse contro Corea del Sud e Argentina e vinse contro la Nigeria (finora unica vittoria della Grecia nella storia dei Mondiali).
Nel 2012, all’ultima edizione degli Europei e dopo una partenza mediocre, la Grecia superò la fase a gironi battendo la Russia, che era partita come grande favorita. Ai quarti di finale giocò anche una bella partita contro la Germania, ma perse 4-2. Nonostante questa serie di pessime prestazioni, la Grecia è decima nel ranking FIFA, cioè quello che tiene conto di tutti i risultati delle nazionali di calcio del mondo, appena dietro l’Italia e davanti a squadre molto rispettate come Inghilterra, Belgio, Olanda e Francia. La Grecia è stata sorteggiata nel gruppo C assieme a Colombia, Costa d’Avorio e Giappone.
L’atteggiamento
La Grecia è nota per adottare spesso contro le grandi squadre una tattica fondamentalmente molto attendista. Ha funzionato agli Europei, quando con questo metodo batté squadre come Francia, Repubblica Ceca e Portogallo (due volte nello stesso torneo) difendendosi a oltranza e segnando in contropiede, su calci d’angolo e improbabili cross da metà campo. Le partite di quella Grecia erano fatte di parate e salvataggi incredibili, e rapidi e improvvisi contropiedi: la stessa cosa che successe alla Grecia nel 2012, con la differenza che quell’anno non funzionò.
Secondo ESPN, la Grecia giocherà probabilmente con il 4-3-3, con a centrocampo il 37enne capitano Giorgos Karagounis – un ex trequartista diventato nel corso della carriera centrocampista centrale – protetto da due centrocampisti difensivi come Alexandros Tziolis e Giannis Maniatis. In attacco c’è l’attaccante centrale Konstantinos Mitroglou affiancato da Georgios Samaras – attaccante del Celtic, forte di testa – e Dimitris Salpingidis – veloce ala che ha sempre segnato moltissimo nel campionato greco. La Grecia però ha sempre segnato molto poco: nelle qualificazioni ai Mondiali ha segnato 12 gol in 10 partite, e ha avuto avversari piuttosto facili (fra cui Lettonia, Slovacchia e Liechtenstein).
Il giocatore più forte
Konstantinos Mitroglou ha 26 anni e gioca da attaccante centrale nel Fulham, che lo ha acquistato nel mercato invernale di questa stagione. Da un punto di vista calcistico è cresciuto in Germania: si è fatto notare fin dalle sue prime partite nelle giovanili del Duisburg e poi del Borussia Mönchengladbach, e poi è tornato in Grecia per giocare con l’Olympiakos, che in anni più recenti lo ha dato in prestito ad altre squadre greche. Mitroglou è una punta centrale “classica”, alto 1 metro e 89, molto forte fisicamente e dotato di una discreta tecnica e di una certa creatività in area di rigore. In questa stagione non è stato impiegato con continuità, eppure – tra le partite giocate in Grecia fino alla fine del 2013 e quelle giocate in Inghilterra con il Fulham – è riuscito a segnare 19 gol in 24 partite, che è un’ottima media.
L’allenatore
Fernando Santos ha 59 anni, è portoghese e prima di diventare allenatore ha avuto una brevissima carriera da calciatore in Portogallo, fra Marítimo ed Estoril. Dal 1984 ad oggi ha allenato 10 squadre, fra cui il Porto – con cui ha vinto il campionato portoghese del 1998-1999 – e l’AEK Atene, con cui ha vinto la Coppa Greca nel 2002. Secondo il quotidiano greco Ekathimerini – ma è una voce che negli ultimi mesi è circolata piuttosto frequentemente – lascerà il proprio posto alla fine dei Mondiali. Ha detto che l’obiettivo per il torneo è di raggiungere gli ottavi di finale.
Speranze?
La Grecia rimane una formazione non spettacolare ma comunque piuttosto imprevedibile, ed è finita in un gruppo in cui è altrettanto difficile prevedere chi riuscirà a qualificarsi. Costa d’Avorio e Colombia hanno qualcosa in più sul piano del talento e della resistenza fisica, ma durante le competizioni – molto più che durante le qualificazioni – la Grecia ha sempre giocato con grande impegno, e rispetto a Colombia e Costa d’Avorio ha accumulato maggiore esperienza a questi livelli.
Il reparto migliore probabilmente è la difesa, in cui giocano Sokratis Papastathopoulos del Borussia Dortmund e Vasilis Torosidis della Roma. Il punto debole è il centrocampo, dove manca qualità e dove l’allenatore chiederà di fare tutto a un giocatore bravo ma che ha pur sempre 37 anni, Karagounis.
credits: copertina (DANIEL MIHAILESCU/AFP/Getty Images), foto di Konstantinos Mitroglou (Vladimir Rys/Getty Images)
Il Post pubblica un articolo al giorno dedicato a ciascuna delle squadre che parteciperanno ai Mondiali. L’archivio degli articoli precedenti di questa serie lo trovate qui.