Coney Island negli anni Sessanta

Le vecchie fotografie di Aaron Rose mostrano persone diversissime fare la stessa cosa in uno dei luoghi più famosi e iconici di New York

Senza titolo, Coney Island, 1961-1963
(@Aaron Rose Courtesy Museum of the City of New York)
Senza titolo, Coney Island, 1961-1963 (@Aaron Rose Courtesy Museum of the City of New York)

Coney Island – che nonostante il nome non è un’isola ma una penisola – si trova a Brooklyn ed è la spiaggia più famosa di New York. Dal 1903 al 1944 ospitò uno dei primi parchi divertimenti al mondo, il “Luna Park”, e nel corso del tempo divenne il posto in cui i newyorkesi vanno a fare il bagno, prendere il sole, mangiare un hot dog e semplicemente divertirsi, trasformando Coney Island in un luogo iconico della città al pari della Fifth Avenue e di Times Square.

Fino al 3 agosto il Museum of the City of New York espone la mostra In a World of Their Own, che raccoglie 70 fotografie scattate dal 1961 al 1963 dal fotografo newyorkese Aaron Rose. Rose all’epoca era ventenne – è un orfano e non si conosce la sua data di nascita precisa – e scattò le immagini aggirandosi in spiaggia senza farsi notare, ignorando il divertimento dei parchi e delle attrazioni e concentrandosi sui gesti più personali e assorti delle persone che prendevano il sole, camminavano sul lungomare o facevano il bagno.

Rose – che utilizzava una macchina fotografica Leica e fu tra i primi fotografi a utilizzare lo sviluppo cromogeno dei negativi – ha detto che «era la fusione delle forme del corpo e della carne insieme, che in condizioni normali sarebbe stata oscena. Una donna grossa e bulbosa, con la carne appesa tutto intorno a lei mentre cammina in strada sarebbe considerata oscena». «All’epoca il mio linguaggio visuale era raggiungere la parte grintosa dell’umanità» e a Coney Island «c’erano ebrei, cristiani, polacchi, tedeschi. Quel melting pot era la cosa che la rendeva bella. Ti riportava alla realtà dell’umanità, che siamo tutti uguali. Dove avrei potuto trovare uno studio migliore?»

Aaron Rose, che ha sempre vissuto a New York, ha scattato più di 25 mila fotografie: ognuna è stata stampata una sola volta, massimo due, prima di gettare i negativi. Rose mostrò a lungo i suoi lavori soltanto alla famiglia e agli amici e venne scoperto dal mondo dell’arte nei primi anni Novanta: la sua prima mostra è del 1997. Da allora è sempre più conosciuto, diventando uno dei fotografi che ha raccontato e interpretato New York in un’ottica molto personale.

Il Museum of the City of New York fu fondato nel 1923 come associazione no profit tra privati e si occupa di conservare e promuovere l’identità, l’eredità e le continue trasformazioni di New York.