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  • Sabato 19 aprile 2014

5 cose da sapere sui playoff NBA

Che iniziano oggi: quali sono le squadre favorite e cosa c'entra un miliardario che è stato candidato alle presidenziali in Russia

Kevin Durant degli Oklahoma City Thunder attacca contro Draymond Green dei Golden State Warriors, 17 gennaio 2014
(AP Photo/Alonzo Adams)
Kevin Durant degli Oklahoma City Thunder attacca contro Draymond Green dei Golden State Warriors, 17 gennaio 2014 (AP Photo/Alonzo Adams)

Oggi pomeriggio, alle 18.30 (ora italiana), inizieranno i playoff NBA – la National Basketball Association, la lega professionistica di basket di Stati Uniti e Canada – a cui partecipano le migliori 16 squadre della stagione regolare, che quest’anno è stata ricca di record individuali ma anche di storiche esclusioni: per la prima volta nella storia della lega, nella stessa stagione tre delle squadre più vincenti e famose della NBA – Los Angeles Lakers, New York Knicks e Boston Celtics – sono rimaste fuori dai playoff. Si sono qualificate invece molto bene le due favorite per la vittoria finale, Miami Heat, i vincitori del titolo dello scorso anno, e i San Antonio Spurs, l’altra squadra finalista – mentre si è qualificata con moltissime difficoltà la squadra “più costosa” di questa stagione, i Brooklyn Nets, allenati dall’ex playmaker Jason Kidd.

Abbiamo messo insieme cinque cose da sapere, un po’ di dati e un po’ di storie.

1. Come funzionano i playoff?
I playoff dell’NBA sono tra gli eventi sportivi più seguiti degli Stati Uniti: a giocarli sono le migliori 16 squadre della stagione regolare che vengono selezionate su un meccanismo basato su due gironi, le Conference, ripartiti a loro volta in altre tre divisioni. Il fatto di partecipare a una o all’altra Conference dipende semplicemente da ragioni geografiche: la Eastern Conference comprende le squadre degli Stati orientali, mentre la Western quelle degli Stati occidentali. Per questo, ad esempio, non è possibile che due squadre dell’Ovest si incontrino nella finale NBA – si scontreranno in finale di Conference, che corrisponde alla semifinale dei playoff. Quest’anno la griglia delle 16 squadre che parteciperanno ai playoff è fatta così.

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La prima partita dei playoff si gioca oggi, alle 18.30 ora italiana, tra i Brooklyn Nets e i Toronto Raptors (il programma completo del primo turno si può leggere qui). Gli incontri si giocano al meglio delle sette partite: vuol dire che passa il turno la prima squadra che ne vince quattro.
I Miami Heat hanno vinto il titolo l’anno scorso: il loro giocatore più forte, LeBron James, aveva ottenuto il riconoscimento di miglior giocatore sia della stagione regolare sia delle finali. Quest’anno i Miami Heat sono arrivati secondi nella Eastern Conference, dietro agli Indiana Pacers: non sembrano essere agli stessi livelli dell’anno passato, ma restano tra i favoriti alla vittoria finale.

2. Chi è Gregg Popovich, allenatore della miglior squadra della stagione regolare
Quest’anno Gregg Popovich – 65 anni, nato a East Chicago (Indiana) da madre croata e padre serbo – ha allenato la squadra texana dei San Antonio Spurs per la 18esima stagione consecutiva. Dal 1996 ad oggi Popovich ha vinto quattro titoli NBA – l’ultimo nel 2007 – sempre con gli Spurs: è il quinto allenatore più vincente della storia NBA e quello che tra le più importanti leghe sportive professionistiche americane – baseball, basket, football e hockey – allena consecutivamente da più anni la stessa squadra.

Miami Heat v San Antonio Spurs - Game 5

Al di là dei numeri notevoli della sua carriera, Popovich è noto soprattutto per avere insegnato ai suoi giocatori uno dei modi di giocare più belli di tutto il campionato, basato su grande dinamismo, rapidi movimenti di palla e un’ottima difesa (diversi commentatori hanno descritto il suo basket come quello più “europeo” di tutta la NBA).

Nella scorsa stagione i San Antonio Spurs, considerati da molti una squadra troppo vecchia per poter competere per il titolo NBA, arrivarono alle finali perdendo solo in gara-7 contro i più fisici e aggressivi Miami Heat. Dopo la vittoria di Miami, diversi giornali – come spesso capita, anche in Europa – scrissero che “era finita un’era”, che quella era stata l’ultima occasione per gli Spurs e per i suoi tre giocatori più importanti – Tim Duncan (37 anni), Manu Ginobili (36 anni) e Tony Parker (31 anni) – di vincere un altro titolo NBA.

Da allora è passato un anno e i San Antonio hanno cambiato molto poco della loro rosa – a parte l’arrivo di Marco Belinelli dai Chicago Bulls – ma hanno concluso la stagione regolare con 62 vittorie e 20 sconfitte, il record di tutta la NBA: Popovich ha studiato anche un sistema di rotazioni che ha permesso ai più vecchi di non giocare più di 30 minuti a partita di media. Nel primo turno dei playoff gli Spurs giocheranno contro i Dallas Mavericks. E questa è un’altra bella storia (ci arriviamo).

3. Kevin Durant: 32 punti a partita
Durant è stato il miglior marcatore della stagione regolare davanti a Carmelo Anthony (New York Knicks, 27,4 punti a partita) e LeBron James (Miami Heat, 27,1 punti a partita). Durant, 25 anni, gioca negli Oklahoma Thunders dal 2007 (anche se in quella prima stagione gli Oklahoma si chiamavano ancora Seattle SuperSonics): quest’anno ha fatto il suo record di punti in una sola partita – 54, contro i Golden State Warriors – e ha superato il record, stabilito in precedenza da Michael Jordan, di numero di partite consecutive con oltre 25 punti segnati. Durant è davvero impressionante da veder giocare, specialmente per l’apparente facilità con cui sembra fare tutto – schiacciare, tirare con il difensore attaccato, battere l’avversario nell’uno contro uno, per esempio.

Per molti appassionati ed esperti di basket americano Kevin Durant si merita il riconoscimento di miglior giocatore della stagione regolare. I giornalisti di Sports Illustrated, per esempio, hanno scelto all’unanimità Durant tra una rosa di nomi che includeva tra gli altri anche LeBron James, Joakim Noah, Blake Griffin e Paul George (anche i giornalisti di ESPN hanno scelto Durant). Oklahoma City è considerata una delle squadre favorite per la vittoria finale, visto che oltre a Durant può contare su altri ottimi giocatori, tra cui il fortissimo playmaker Russell Westbrook.

4. Due record storici, nelle due ultime squadre qualificate di Conference
Dirk Nowitzki, 35 anni e un titolo NBA vinto nel 2011, è il giocatore più forte dei Dallas Mavericks, squadra che al primo turno dei playoff incontrerà gli Spurs. Il 9 aprile, in una partita giocata a Salt Lake City contro gli Utah Jazz, Nowitzki è stato il primo europeo e il primo bianco a entrare nella classifica dei 10 migliori marcatori di tutti i tempi della NBA (la top ten include giocatori come Kareem Abdul-Jabbar, Karl Malone, Michael Jordan e Wilt Chamberlain). Per i Mavericks – che hanno un record nella stagione regolare di 49 vinte e 33 perse, e che si sono qualificati con l’ultimo posto disponibile nella Western Conference – le possibilità di passare il turno sono però praticamente nulle.

Prospettive simili valgono anche per gli Atlanta Hawks, qualificati ai playoff come ottava squadra della Eastern Conference con un record di 38 vinte e 44 perse: gli Hawks al primo turno incontreranno gli Indiana Pacers, prima squadra ad est, anche se in fortissimo calo nella parte finale della stagione. Negli Hawks gioca dal 2012 Kyle Korver, 33 anni, guardia tiratrice/ala piccola, che ha stabilito il nuovo record di partite consecutive con almeno un tiro segnato da tre punti. Il 6 dicembre 2013 Korver ha superato il precedente record di 89 partite (e canestri) realizzato da Dana Barros e ha continuato a segnare almeno un canestro da tre per partita fino ad arrivare a 127, che è un numero veramente notevole.

Altro record (e fanno tre): il playmaker 40enne canadese dei Los Angeles Lakers, Steve Nash – primo giocatore di fatto “non statunitense” a ricevere il premio di MVP (Most Valuable Player) in una stagione regolare – è diventato il 9 aprile il terzo giocatore per numero di assist di tutta la storia NBA, superando Mark Jackson. I Lakers però non si sono neppure qualificati, ai playoff, e hanno chiuso la stagione con il sesto record negativo dell’intera lega (27 vinte e 55 perse).

5. Due cose sui Brooklyn Nets
Erano una delle squadre più attese della stagione, soprattutto per l’acquisto di due grandissimi giocatori come Paul Pierce e Kevin Garnett, che nel 2008 vinsero insieme un titolo NBA nei Boston Celtics. E invece la stagione regolare non è stata all’altezza delle aspettative: i Nets hanno ottenuto solo la sesta posizione nella Eastern Conference – che non è per niente un buon risultato, se si considera che ad est quest’anno le squadre erano mediamente meno forti rispetto all’ovest – e per buona parte della stagione non sono riusciti a “giocare bene”, e tantomeno a mantenere degli standard difensivi sufficienti.

Nets Basketball

Il sito Mashable ha messo insieme, un po’ provocatoriamente, le cose interessanti da sapere sui Nets, e nessuna di queste riguarda direttamente il gioco sul campo: il proprietario della squadra è il magnate russo Mikhail Prokhorov, ex presidente della più grande azienda russa di produzione dell’oro e candidato indipendente alle elezioni presidenziali del 2012; il primo giocatore apertamente gay della NBA, Jason Collins, ha giocato con i Nets una parte di stagione; e nella rosa della squadra c’è un giocatore cresciuto a Chihuahua (Messico), Jorge Gutierrez, che è entrato negli Stati Uniti superando illegalmente il confine. Per finire, c’è in rosa un giocatore russo, Andrei Kirilenko, soprannominato AK-47 (come il Kalashnikov) che ha aperto una tavola calda in stile americano a Mosca, pensando che nel suo locale fosse possibile superare le tensioni politiche tra Russia e Stati Uniti. I Brooklyn Nets giocheranno il primo turno dei playoff contro i Toronto Raptors, e passare il turno sarà molto difficile per i Nets.