La Grecia ritorna sui mercati

Dopo 4 anni, oggi offrirà di nuovo titoli di stato: le cose sembrano andare meglio ma non è il caso di farsi illusioni (e intanto è esplosa una bomba ad Atene, senza conseguenze)

Police bomb disposal experts search for evidence next to remains of a car after a car bomb explosion in central Athens on Thursday, April 10, 2014. A bomb exploded outside a Bank of Greece building in central Athens before dawn Thursday, causing some damage but no injuries. The blast came hours before Greece was to return to the international bond markets for the first time in four years, and a day before German Chancellor Angela Merkel was to visit Athens.(AP Photo/ Petros Giannakouris)
Police bomb disposal experts search for evidence next to remains of a car after a car bomb explosion in central Athens on Thursday, April 10, 2014. A bomb exploded outside a Bank of Greece building in central Athens before dawn Thursday, causing some damage but no injuries. The blast came hours before Greece was to return to the international bond markets for the first time in four years, and a day before German Chancellor Angela Merkel was to visit Athens.(AP Photo/ Petros Giannakouris)

Un’autobomba è esplosa giovedì mattina davanti a un ufficio della Banca di Grecia, ad Atene, causando qualche danno, ma nessun ferito. Prima dell’alba due telefonate anonime – dirette alle redazioni di un quotidiano e di un sito di news – avevano avvertito che una bomba sarebbe esplosa fuori dalla banca centrale: la polizia aveva quindi evacuato e circondato l’area. La telefonata diceva che l’ordigno conteneva 75 chili di esplosivo e che sarebbe scoppiato dopo 45 minuti. La bomba non è esplosa in un momento o in un giorno qualsiasi: questa mattina, per la prima volta dopo quattro anni, la Grecia tornerà a emettere titoli di stato a lunga scadenza per finanziarsi sui mercati.

I titoli avranno scadenza quinquennale e forniranno agli acquirenti un interesse del 5,8 per cento. Dal momento in cui il governo greco ha annunciato di voler tenere l’asta, gli investitori si sono dimostrati particolarmente interessati: la Grecia intende raccogliere finanziamenti per 2,5 miliardi di euro, ma ha ricevuto offerte per 11 miliardi. L’asta si chiuderà poche ore prima della visita nel paese del cancelliere tedesco Angela Merkel, e per questo molti attribuiscono alla mossa anche un significato simbolico, ma la reazione positiva degli investitori è considerata molto promettente.

Dal 2010, l’anno in cui sembrava sul punto di collassare e rinunciò a pagare parte dei suoi creditori, la Grecia non si è più finanziata sui mercati – salvo per un’asta di titoli semestrali da un miliardo di euro – per non essere costretta a pagare molti soldi in interessi; il paese è rimasto in piedi soltanto grazie alle centinaia di miliardi di euro prestati dall’Unione Europea, dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale. Anche quei soldi però sono arrivati in cambio di qualcosa: l’attuazione di una serie di dolorose riforme strutturali e soprattutto di tagli radicali alla spesa pubblica. Il prestito dell’Unione Europea terminerà alla fine del 2014, mentre quello del Fondo Monetario Internazionale proseguirà più a lungo.

In questi anni la Grecia è stata praticamente “intoccabile” sui mercati, scrive il Wall Street Journal, visti i pessimi giudizi dati al suo debito dalle agenzie di rating e soprattutto visto come tanti investitori persero i loro soldi nel 2010. Il loro interesse nell’asta di oggi viene per questo considerato una buona notizia e l’ennesimo segnale di risveglio da parte delle economie messe più alla prova negli anni scorsi, come il Portogallo, l’Irlanda, l’Italia e la Spagna. Tutti questi paesi, infatti, da mesi stanno riuscendo a finanziarsi sui mercati offrendo tassi di interesse particolarmente bassi rispetto al passato recente. Per fare un esempio, in Italia il cosiddetto “spread” – la differenza di rendimento tra i titoli di stato italiani e i bund decennali tedeschi – si trova oggi intorno ai 150-160 punti base: fino a poco tempo fa oscillava intorno al 300, mentre nei momenti peggiori della crisi aveva sfiorato i 600 punti.

Questo non vuol dire, naturalmente, che le cose vadano “bene”. L’economia della Grecia è in lenta ripresa ma il PIL si è contratto di un quarto dal 2008 a oggi, il tasso di disoccupazione continua a essere altissimo (27,5 per cento) e secondo il New York Times servirebbe una crescita annua del 5 per cento per dieci anni per ridurre sostanziosamente il debito pubblico. Gli investimenti stranieri nel paese stanno aumentando, ma non al ritmo che sarebbe necessario per rimettere in moto il mercato del lavoro, e le esportazioni sono diminuite dello 0,2 per cento nello scorso anno. Jens Bastian, un economista che si è occupato della Grecia per la Commissione Europea, ha detto al New York Times che «bisognerebbe evitare di saltare a conclusioni tipo “la Grecia ce l’ha fatta”». Jozsef Szabo, capo di una grande società internazionale di investimenti, ha detto al Wall Street Journal che «se ci fosse un nuovo momento di incertezza e stress, la Grecia si mostrerebbe ancora come il paese più vulnerabile dell’eurozona: ha ancora grossi problemi strutturali, sociali e politici».

foto: il posto dove è esplosa la bomba. (AP Photo/ Petros Giannakouris)