Norway's Aksel Lund Svindal reacts after the Men's Alpine Skiing Super-G at the Rosa Khutor Alpine Center during the Sochi Winter Olympics on February 16, 2014. AFP PHOTO / PETER PARKS (Photo credit should read PETER PARKS/AFP/Getty Images)

Arrivare quarti

12 storie di atleti trascurati: quelli che sono arrivati vicinissimi a una medaglia alle Olimpiadi, e invece niente

Domenica 23 febbraio si sono concluse le Olimpiadi invernali a Sochi, in Russia. Durante e dopo, si è continuato a parlare a lungo dei protagonisti di questa edizione, dei nuovi che hanno vinto una medaglia stavolta e di quelli che ne vincono da anni, come Armin Zoeggeler, che nello slittino ha stabilito un record vincendo la sua sesta medaglia consecutiva in sei diverse edizioni delle Olimpiadi, o come la campionessa norvegese Marit Bjoergen, che a Sochi ha vinto tre medaglie d’oro in tre diverse specialità dello sci di fondo.

Ma in ogni edizione delle Olimpiadi ci sono anche altre storie di cui si parla poco o niente: quelle di chi arriva quarto e perde la possibilità di vincere una medaglia a volte per centesimi di secondo (c’è addirittura il caso assurdo di chi ha fatto il terzo tempo ma non ha vinto niente lo stesso). Al termine dei Giochi si fanno anche dolorose classifiche dei quarti posti, per vedere chi ne ha ottenuti di più: stavolta è stata la Norvegia (11), che però ha anche vinto parecchi ori ed è arrivata seconda nel medagliere, così come la Germania, seconda in questa classifica (9 quarti posti ma anche 8 ori). Quindi è andata peggio di tutti all’Italia, che è arrivata terza nella classifica di chi ha ottenuto più quarti posti (8) e di ori non ne ha vinto nessuno, finendo 22esima nel medagliere.

Quelli che seguono sono dodici atleti arrivati quarti a Sochi, scelti tra decine di storie di gioia relativa e di grande amarezza. Il New York Times aveva persino dei fotografi che si occupavano espressamente di questo: seguire i quarti classificati e cercare di cogliere sul loro volto una qualche espressione che rivelasse un rammarico del genere, quello che probabilmente conosce soltanto chi arriva quarto a un’Olimpiade.

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