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  • Martedì 18 febbraio 2014

Il fortunato accordo dei fratelli Silna

La storia dei due fratelli che negli ultimi 40 anni hanno ricevuto 300 milioni di dollari dalla NBA, senza fare niente

The New York Nets' Julius Erving, known as Doctor J., hooks in his 9,994th basket as a professional against the St. Louis Spirits, December 27, 1975. Erving scored 27 points in the game. He is in his fifth season as a professional. (AP Photo/Harry Harris)
The New York Nets' Julius Erving, known as Doctor J., hooks in his 9,994th basket as a professional against the St. Louis Spirits, December 27, 1975. Erving scored 27 points in the game. He is in his fifth season as a professional. (AP Photo/Harry Harris)

Il 7 gennaio 2014 l’NBA (National Basketball Association, la lega professionistica di pallacanestro di Stati Uniti e Canada) ha raggiunto uno storico accordo con i due fratelli Ozzie e Daniel Silna, conosciuti nel settore per avere negoziato 34 anni fa «il più grande accordo sportivo di tutti i tempi». Parlando di cifre, da allora i fratelli Silna sono stati pagati dall’NBA circa 300 milioni di dollari, senza fare nulla: non sono proprietari di una squadra e nemmeno di un impianto sportivo. I guadagni li hanno ottenuti perché il loro accordo con la NBA, risalente al 1976, stabiliva che a loro spettasse “in perpetuity” (per sempre) una piccola percentuale sui diritti televisivi. Le due parti hanno recentemente trovato un accordo che mette fine (ma solo in parte) ai benefici.

In breve, la storia del «più grande accordo sportivo di tutti i tempi» si può sintetizzare così: nel 1976 i fratelli Silna erano proprietari della squadra St. Louis Spirits, della città di St. Louis, nel Missouri. Gli Spirits non facevano però parte della NBA: ma giocavano nella ABA (Basketball Association of America), un’altra lega di pallacanestro che in quegli anni era in competizione con la NBA e continuava a ingaggiare giocatori di grande talento, come Julius Erving, più noto all’epoca come “Doctor J”. In quegli anni le franchigie cambiavano spesso città – i Silna avevano comprato gli Spirits sette anni prima – e la competizione con la NBA non giovava alla qualità del gioco nella lega. Quando arrivarono a St. Louis i fratelli Silna spesero molti soldi, più in fretta che poterono, per costruire una squadra competitiva. Erano proprietari appassionati e si prendevano il rischio di investire in una lega con delle finanze molto instabili, ha raccontato l’allora consigliere generale dell’ABA Michael Goldberg.

Nel 1976 le due leghe raggiunsero un accordo che prevedeva il passaggio di quattro franchigie dalla ABA alla NBA (New York Nets, Denver Nuggets, Indiana Pacers e San Antonio Spurs): quel passaggio sancì la supremazia della NBA, che pochi anni dopo vide arrivare due giocatori che avrebbero catalizzato l’attenzione del basket mondiale per il successivo decennio almeno: Larry Bird e Magic Johnson. I St. Louis Spirits furono una delle tre franchigie a non essere assorbita nella NBA: i Virginia Squires furono sciolti pochi mesi prima della fusione tra ABA e NBA per problemi finanziari; il proprietari dei Kentucky Colonels accettarono la proposta della NBA di sciogliere anch’essi la franchigia in cambio di 3,3 milioni di dollari. L’unica squadra a non accettare un accordo di questo tipo fu quella dei fratelli Silna, che negoziarono un altro tipo di contratto: i Silna sarebbero stati pagati per ogni giocatore degli Spirits a essere ingaggiato nella NBA, per una cifra totale di circa 2,2 milioni di dollari. Ma soprattutto si accordarono per ottenere un settimo dei diritti “visual media” di ciascuna delle quattro franchigie ABA passate in NBA. I guadagni provenienti dai diritti televisivi garantiti dall’accordo hanno appunto fruttato ai Silna circa 300 milioni di dollari in poco meno di 40 anni.

Secondo Daniel Forer, regista del documentario “Free Spirits” trasmesso da ESPN e relativo alla storia della franchigia di St. Louis prima del 1976, inizialmente l’accordo era stato accettato dai Silna non tanto per una questione di soldi ma per affetto. «Più che i soldi, la cosa che li mosse fu la speranza: la speranza che un giorno sarebbero stati in grado di trasformare questo accordo in un modo per entrare nella NBA. Se la lega si fosse espansa, loro avrebbero rinunciato all’accordo e preso una squadra». Quell’offerta, però, non arrivò mai: i Silna non diventarono più proprietari di una franchigia professionistica di basket.

In compenso nel 1979 arrivarono Bird e Magic Johnson nella NBA e furono i protagonisti della grande rivalità degli anni Ottanta tra Boston Celtic e Los Angeles Lakers: gli appassionati di NBA crebbero così moltissimo (fino a quel momento i guadagni legati allo sfruttamento dei diritti “visual media” non erano certamente stratosferici). Poi arrivò la grande diffusione della tv via cavo e nel 1984 Michael Jordan, che aumentò negli anni seguenti la spettacolarità della NBA, di pari passo con il numero di appassionati in tutto il mondo.

Oggi l’attenzione dello sport in diretta negli Stati Uniti non è per niente diminuita. Nel 2016 dovranno essere rinegoziati i diritti televisivi della NBA con ESPN/ABC e Turner Sports, e alcuni esperti stimano che il fatturato annuo proveniente dai diritti televisivi possa addirittura raddoppiare. Il nuovo accordo raggiunto da NBA e Silna è il risultato di un processo che si è tenuto a Manhattan, New York, iniziato nel 2012 dai due fratelli che rivendicavano la loro percentuale anche sui profitti realizzati dalla NBA sulle dirette NBA all’estero, sulla NBA TV (la rete via cavo della lega) e su altri accordi lucrativi che non erano immaginabili nell’universo televisivo a tre canali del 1976. Secondo l’accordo raggiunto, i fratelli Silna otterranno circa 500 milioni di dollari sotto forma di titoli e manterranno un percentuale sui diritti televisivi (anche legati alle trasmissioni contestate durante il processo a Manhattan), da rinegoziare però con le squadre coinvolte. L’accordo sarebbe stato accettato dai Silna a causa della stanchezza di scontrarsi contro la potente NBA, ma comunque non è ancora definitivo: per entrare in vigore dovrà essere approvato dal giudice del processo di Manhattan.

Secondo il regista Daniel Forer, il vero problema è che la NBA non è stata in grado di risolvere il problema dei Silna molto tempo fa: non ha voluto farli diventare proprietari di una franchigia NBA, una soluzione che avrebbe fatto contenti tutti. I due fratelli, infatti, erano considerati dei produttori di talenti, e secondo molti avrebbero fatto bene allo sviluppo del campionato e del basket professionistico negli Stati Uniti.

Foto: Juilius Erving dei New York Nets, noto come Doctor J, tira a canestro in una partita contro i St. Louis Spirits, il 27 dicembre 1975. (AP Photo/Harry Harris)