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  • Martedì 11 febbraio 2014

Vi ricordate di Sarah Palin?

È apparsa all'improvviso, è scomparsa altrettanto rapidamente, oggi compie 50 anni: rimangono di lei un'intervista disastrosa, un'imitazione divertente e certe foto di quando era bambina

Sarah Palin, allora candidata alla vicepresidenza degli Stati Uniti, a un evento di campagna elettorale a Carson, in California, 4 ottobre 2008. 
(David McNew/Getty Images)
Sarah Palin, allora candidata alla vicepresidenza degli Stati Uniti, a un evento di campagna elettorale a Carson, in California, 4 ottobre 2008. (David McNew/Getty Images)

Viste da qui, da un paese in cui le carriere politiche sono praticamente eterne, la fulminea ascesa e caduta di Sarah Palin fanno una certa impressione; e dice molto il fatto che, per quanto oggi Barack Obama attraversi un momento di difficoltà, soltanto il fatto che oggi compia 50 anni ci ha fatto ricordare dell’esistenza stessa di Sarah Palin, un tempo una delle sue più rumorose, visibili e influenti oppositrici.

Sarah Palin è diventata un personaggio globale all’improvviso, quando nel 2008 un candidato alla Casa Bianca sicuro di perdere – John McCain – decise una mossa disperata: sceglierla come candidata alla vicepresidenza. Era clamorosamente impreparata – oggi sappiamo che lo staff di McCain se ne accorse subito – ma i media e l’opinione pubblica statunitense ci misero un po’ e intanto per qualche settimana Sarah Palin sconvolse la campagna elettorale. Era la governatrice dell’Alaska, prima di essere eletta aveva fatto solo il sindaco di Wasilla, un comune da 8.000 abitanti: diventò la prima donna repubblicana candidata alla vicepresidenza.

Nata nello Idaho in una famiglia piuttosto religiosa, si trasferì in Alaska da bambina, partecipò a qualche concorso di bellezza, fece l’università alle Hawaii, lavorò per un po’ come giornalista sportiva, poi cominciò a fare politica a Wasilla. Nel partito repubblicano fece parlare di sé per le sue posizioni radicalmente conservatrici, soprattutto sull’aborto, e per la sua grande popolarità in un partito dominato dagli uomini e storicamente piuttosto ostile alle donne. Il suo arrivo nella campagna elettorale del 2008 restituì per un po’ spinta e fiducia ai repubblicani, ma ebbe qualche conseguenza positiva non di poco conto anche per i democratici: le settimane successive alla sua nomina furono quelle in cui Obama e Biden raccolsero in assoluto più fondi, da parte di sostenitori probabilmente preoccupati che Palin potesse cambiare definitivamente gli equilibri.

Tina Fey imita Sarah Palin

Non fu così. Nel giro di poche settimane l’effetto Palin per i repubblicani si ridusse fino a sparire e poi diventare una zavorra. L’unica intervista che diede in tv – quella con Katie Couric – entrò rapidamente nella storia come straordinaria prova di ignoranza e inadeguatezza: disse che era esperta di politica estera perché dall’Alaska si vede la Russia, disse che leggeva tanti giornali ma non fu in grado di nominarne uno solo, dimostrò di non avere idea di quello in cui consistevano le misure per salvare le banche approvate dall’amministrazione Bush. Sarah Palin ne fu demolita e con lei la candidatura di John McCain: oltre alle sue personali difficoltà, per molti elettori indipendenti e centristi la presenza di Sarah Palin a “one heartbeat away from the presidency”, come dicono gli americani, fu un motivo per votare Barack Obama. Intanto i suoi rapporti con McCain si erano vistosamente deteriorati.

Dopo la sconfitta elettorale si dimise da governatrice dell’Alaska, dedicandosi a una carriera da commentatrice televisiva di Fox News: si è costruita nel tempo un piccolo seguito di elettori ultraconservatori e soprattutto ha continuato ad alludere di tanto in tanto a una sua potenziale candidatura. In questi anni più volte Sarah Palin è sembrata voler puntare alla presidenza degli Stati Uniti o a un seggio al Congresso, senza però intraprendere mai passi concreti in quella direzione. Continuerà a farlo, probabilmente, sia in vista delle elezioni del 2014 che in quelle del 2016, soprattutto per ottenere attenzioni dai media. Ma ormai ci credono in pochi e la temono ancora meno.