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  • Domenica 9 febbraio 2014

Il nuovo governatore di Tokyo

È Yoichi Masuzoe, sostenuto dal primo ministro Shinzo Abe: è contrario ad abbandonare subito il nucleare, e secondo molti il voto è stato una specie di referendum sul tema

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Domenica 9 febbraio Yoichi Masuzoe – ex ministro della Salute, del Lavoro e del Welfare giapponese, sostenuto dal primo ministro Shinzo Abe e da tutto il Partito democratico liberale giapponese (LDP) – è stato eletto governatore di Tokyo. Masuzoe ha battuto la concorrenza di altri due candidati che in campagna elettorale avevano promesso la rinuncia all’energia nucleare in tempi brevi, e la sua elezione è vista da molti come un verdetto popolare su una questione che in Giappone è diventata particolarmente delicata e centrale dopo l’incidente nell’impianto di Fukushima Daiichi del marzo 2011.

Masuzoe – che in Giappone è un volto molto noto anche perché è spesso in televisione come commentatore politico – ha ottenuto circa il 30 per cento dei voti, come hanno dichiarato alcuni exit poll forniti dall’emittente pubblica nazionale NHK subito dopo la chiusura dei seggi. Gli altri due principali candidati hanno ottenuto un 20 per cento dei voti ciascuno: erano Kenji Utsunomiya, un avvocato, e il politico Morihiro Hosokawa, che fu primo ministro giapponese per un breve periodo tra il 1993 e il 1994.

Secondo alcuni osservatori in Giappone, il fatto che ci fossero due diversi candidati favorevoli alla rinuncia all’energia nucleare ha finito per penalizzare la causa comune e causare la sostanziale spartizione di un elettorato con posizioni simili su questa importante questione. A detta di molti, le elezioni per il governatorato di Tokyo rappresentavano anche una sorta di referendum popolare sul nucleare, a cui la produzione energetica del Giappone è rimasta fortemente legata per molti anni.

Prima dell’incidente di Fukushima a marzo 2011, l’energia proveniente dai 54 reattori attivi in tutto il paese contribuiva per circa un quarto al fabbisogno energetico del Giappone, che continuava a dipendere pesantemente dall’importazione di combustibili. Il programma nucleare godeva di un largo supporto tra la popolazione, supporto che non era stato toccato sensibilmente né dall’incidente di Three Mile Island del 1979 né da quello di Chernobyl del 1986. Dopo Fukushima, la situazione cambiò radicalmente e per la prima volta molte persone cominciarono a manifestare contro il nucleare. «Il disastro di Fukushima mi ha lasciato senza parole ma la riduzione della nostra dipendenza dal nucleare deve essere portata avanti gradualmente», ha detto Masuzoe, che ha basato parte della sua campagna elettorale anche sulla candidatura di Tokyo per i Giochi olimpici invernali del 2020.

Secondo molti a influenzare l’esito delle votazioni – in una città che ha 13 milioni di abitanti – è stata anche l’affluenza piuttosto bassa determinata in parte dalla tempesta di neve dei giorni scorsi, che ha ghiacciato le strade e provocato diversi disagi (secondo l’agenzia meteorologica locale, si è trattato delle più forte nevicata degli ultimi venti anni). Intorno alle 5 del pomeriggio di domenica l’affluenza era solo del 28 per cento.

Masuzoe era già un politico molto noto da prima di queste elezioni. Nei giorni scorsi una singolare protesta portata avanti su Twitter aveva fatto riemergere alcune sue dichiarazioni risalenti al 1989, in cui definiva le donne inadeguate per la politica perché «non si può lasciare prendere a loro decisioni critiche per un paese, come entrare in guerra o no, quando hanno il loro ciclo mestruale». Tutti i sedici candidati alle elezioni per il governatorato di Tokyo erano maschi, fa notare il Guardian, e molti di loro avevano più di sessant’anni.

Foto: AP Photo/Kyodo News