• Mondo
  • Martedì 28 gennaio 2014

A Kiev, dall’altra parte delle barricate

Ilya Varlamov è andato in Ucraina e ha incontrato quelli per cui nessuno fa il tifo

Ilya Varlamov è un giovane fotografo russo che ha un blog su Live Journal e che in questi giorni si trova a Kiev, in Ucraina, dove da alcuni giorni è iniziata una fase piuttosto violenta della protesta che prosegue dal 21 novembre scorso, quando il governo del presidente Viktor Yanukovich ha interrotto il dialogo con i leader dell’Unione Europea rifiutando un accordo di libero scambio e provocando le reazioni dei tantissimi cittadini ucraini invece favorevoli. Dopo avere raccontato la «rivoluzione» dalla parte dei manifestanti di piazza Indipendenza, Varlamov ha incontrato quelli che stanno dall’altra parte delle barricate: i poliziotti e i soldati mandati lì per difendere il governo e il presidente. Quelli che seguono sono il suo racconto e le sue foto: le didascalie delle foto, che raccontano informazioni e dettagli sulle proteste, sono scritte dallo stesso Varlamov.

Il post di oggi probabilmente non sarà molto apprezzato da quelli che hanno passato due mesi a piazza Indipendenza [Maidan]. Se qui, oggi, per voi la rivoluzione significa tutto, se è la vostra vita, è meglio che smettete di leggere ora. Oggi parleremo dell’altro lato delle barricate. Perché non siamo qui per raccogliere i “mi piace” ma per dare un quadro oggettivo degli eventi.

Quando si è a piazza Indipendenza ci si fa prendere dall’euforia, simile a quella che si prova a un concerto o a una competizione sportiva allo stadio: anche un estraneo si farà catturare dall’ondata di entusiasmo e appoggio alla causa comune. Piazza Indipendenza di Kiev sta ospitando migliaia di persone, onestamente e genuinamente unite da un’idea comune. È davvero fantastico, e io sinceramente invidio gli ucraini che sono riusciti a farlo accadere. Ma proviamo a lasciare da parte piazza Indipendenza per vedere che succede dall’altra parte.

Sul lato opposto delle barricate ci sono persone che hanno fede in una verità diversa. Purtroppo, la comunicazione con i soldati Bekrut [quelli con i passamontagna sulla faccia e uniformi mimetiche blu chiaro] è praticamente impossibile. Non appena provi ad avvicinarti, ti puntano direttamente una pistola addosso. Di tanto in tanto, però, siamo riusciti a sentire dei commenti dei comandanti. I soldati della Guardia Nazionale [quelli con le uniformi blu scuro] sono più socievoli. Ieri, mentre era in vigore la tregua, ho visitato l’altra parte delle barricate e ho parlato con la milizia che è stata di guardia al quartiere governativo per gli ultimi cinque giorni.

Le didascalie delle foto, che raccontano informazioni e dettagli sulle proteste, sono scritte da Ilya Varlamov.