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  • Giovedì 16 gennaio 2014

La legge per vietare i simboli nazisti in Israele

La Knesset l'ha approvata in via preliminare e la strada perché diventi legge è ancora piuttosto lunga: ma è già molto discussa e ostacolata

PETAH TIKVA, ISRAEL - MARCH 5: (ISRAEL OUT) A Jewish man looks at anti-semitic graffiti which was sprayed on the gate of a synagogue March 5, 2006 in Petah Tikva, near Tel Aviv, in central Israel. Police are investigating the incident after inscriptions, in Hebrew, "death to Jews" and swastika drawings were found with the signature "white power." (Photo by Uriel Sinai/Getty Images)
PETAH TIKVA, ISRAEL - MARCH 5: (ISRAEL OUT) A Jewish man looks at anti-semitic graffiti which was sprayed on the gate of a synagogue March 5, 2006 in Petah Tikva, near Tel Aviv, in central Israel. Police are investigating the incident after inscriptions, in Hebrew, "death to Jews" and swastika drawings were found with the signature "white power." (Photo by Uriel Sinai/Getty Images)

Mercoledì 15 gennaio la Knesset, il parlamento israeliano, ha approvato in via preliminare un disegno di legge che vieta l’uso della parola “nazista” o dei simboli associati con l’Olocausto o il regime nazista (come la svastica o la stella gialla). Solo 17 deputati hanno votato contro la proposta, in 12 si sono astenuti e in 44 hanno votato a favore. Il disegno di legge è stato presentato da Shimon Ohayon, deputato del partito laico di destra Ysrael Beitenu (alleato del Likud) e ha già ottenuto l’approvazione di una commissione parlamentare. L’approvazione preliminare non significa che la proposta diventerà necessariamente legge: dovrà infatti superare l’analisi di altre commissioni e essere nuovamente approvata dal Parlamento in seconda e terza lettura.

Il progetto di legge prevede alcune eccezioni al divieto: che la parola “nazista” o i simboli a essa associati vengano usati per scopi educativi, di documentazione, di ricerca storica o scientifica o per «riferirsi agli attuali nazisti». Verranno considerati trasgressori coloro che «insultano qualcuno augurandosi o esprimendo la speranza che gli obiettivi dei nazisti vengano completati» oppure coloro che si lamentano che «questi non siano stati raggiunti». L’obiettivo principale è stato spiegato da Ohayon stesso: «È impensabile che la Germania e altri paesi abbiano delle leggi che mettono al bando l’immaginario nazista e che invece proprio Israele non ce l’abbia. Se soprassediamo su questi eventi in Israele, come possiamo dire agli altri di fermarli all’estero?». La norma prevede condanne fino a sei mesi di prigione e una multa fino a 100 mila shekel (circa 20 mila euro) per i trasgressori.

Il disegno di legge è stato molto contestato. Prima della sua approvazione preliminare, il procuratore generale Yehuda Weinstein aveva presentato un parere giuridico in cui sollevava numerosi dubbi e riassumeva i principali argomenti degli oppositori alla proposta: «Non tutti i comportamenti che offendono la pubblica opinione meritano di diventare un crimine». E ancora: «In un paese democratico, è corretto eliminare un intero mondo di immagini dal discorso pubblico per proteggere i sentimenti delle persone?». Per Weinstein, i luoghi adatti per far fronte al cattivo uso dei simboli nazisti sono la scuola e l’informazione, non il Parlamento: «Data la centralità e l’importanza del diritto costituzionale alla libertà di espressione, qualsiasi sua restrizione dovrà essere esaminata meticolosamente e con straordinaria cautela». Inoltre, ha osservato che le definizioni di «insulti nazisti» e quelle di «simboli nazisti» previsti dalla proposta di legge sono molto ampi, vaghi e soggetti a differenti interpretazioni. E questa ambiguità potrebbe avere un effetto negativo.