Dian Fossey, e i suoi gorilla

La zoologa statunitense Dian Fossey nota per essersi dedicata allo studio dei gorilla era nata 82 anni fa oggi

Dian Fossey in Ruanda nel 1982 (AP/dapd)
Dian Fossey in Ruanda nel 1982 (AP/dapd)

Dian Fossey è stata un’importante zoologa statunitense che ha dedicato buona parte della sua vita all’osservazione e allo studio dei gorilla in Africa: nacque il 16 gennaio 1932, 82 anni fa, e fu uccisa la sera del 26 dicembre 1985 nella sua tenda sui monti Virunga, in Ruanda, dove stava svolgendo le sue ricerche sui gorilla. Fossey era considerata una dei più importanti primatologi del mondo: faceva parte del cosiddetto gruppo “Trimates”, cioè il gruppo formato da tre donne – Jane Goodall, Biruté Galdikas e Dian Fossey – mandato dal celebre archeologo e paleontologo Louis Leakey a studiare i primati nel loro ambiente naturale. La storia della sua vita e del suo impegno nello studio dei gorilla è diventata famosa grazie al film “Gorilla nella nebbia: la storia di Dian Fossey” uscito nel 1988 e interpretato da Sigourney Weaver: il film era l’adattamento cinematografico dell’omonimo libro (Gorillas in the mist nella versione originale) scritto da Diane Fossey.

Fossey nacque a San Francisco, in California, e crebbe in una famiglia piuttosto problematica. I suoi genitori, modella la madre e agente assicurativo il padre, divorziarono quando lei aveva sei anni. L’anno dopo la madre si risposò con un uomo d’affari, Richard Price, con cui Dian sviluppò un rapporto freddo e distaccato. A dispetto della volontà del patrigno, Fossey scelse di non intraprendere gli studi economici: la sua passione per gli animali la portò a iscriversi a un corso di pre-veterinaria, all’Università della California, che dovette però abbandonare al secondo anno per alcune difficoltà nelle materie scientifiche, tra cui chimica e fisica. Si trasferì al San Jose State College per studiare terapia occupazionale e si laureò nel 1954.

Lavorò in questo settore per diversi anni: nel 1963 Dian Fossey prese un periodo di aspettativa di sette settimane per viaggiare in diversi paesi dell’Africa (Kenya, Tanzania, Congo e Zimbabwe), spendendo 8mila dollari di tasca propria. Durante quel suo primo viaggio ebbe modo di incontrare e conoscere in Tanzania Louis Leakey e di osservare per la prima volta due fotografi professionisti che studiavano alcuni gorilla. L’incontro con Leakey segnò una svolta nella sua carriera professionale: tre anni dopo, nel 1966, Fossey si licenziò dopo avere ottenuto la conferma da parte di Leakey di disporre dei fondi necessari per iniziare le ricerche sui gorilla in Congo.

Fossey iniziò le sue ricerche a Kabara all’inizio del 1967 (nel frattempo aveva imparato lo swahili e aveva frequentato un corso di primatologia). Individuò tre gruppi distinti di gorilla, ma non sapeva come avvicinarsi a loro. Poi scoprì che imitando le loro azioni e i loro suoni, e mantenendo un comportamento remissivo, i gorilla si abituavano alla sua presenza. Fossey spiegò di avere avuto questa intuizione – che si rivelò poi un successo – prendendo spunto dalla sua esperienza professionale precedente con i bambini autistici. Fossey però dovette presto lasciare il Congo e trasferirsi in Ruanda: l’anno precedente infatti era iniziata la cosiddetta “crisi del Congo”, quando il capo delle forze armate Joseph Désiré Mobutu prese il controllo del paese e si autoproclamò presidente.

Nel 1967 Fossey fondò il Centro di Ricerca Karisoke, in una foresta sperduta e inospitale del Ruanda, nella provincia di Ruhengeri. Qui continuò la sua attività di ricerca, che divenne piuttosto conosciuta grazie alle immagini di Bob Campbell, fotografo mandato dalla rivista del National Geographic a seguire il lavoro di Fossey per circa tre anni: nel 2002 dalla testimonianza e dalle immagini di Campbell, National Geographic Channel realizzò un documentario sull’attività di Dian Fossey, “The Lost Film of Dian Fossey”, in cui si raccontano gli studi e le difficoltà della zoologa durante il suo periodo di permanenza in Ruanda.

In Ruanda l’attività di Fossey si concentrò molto anche contro i bracconieri – responsabili della morte di decine di gorilla. Tra i gorilla uccisi ci fu anche Digit, incluso nei gruppi di studio di Fossey, a cui la zoologa era particolarmente affezionata. Digit è anche il gorilla che tocca i capelli a Fossey in una delle foto più famose che ritraggono Fossey.
In quel periodo Fossey combattè anche i tentativi di diversi enti ruandesi di togliere il Centro di Ricerca Karisoke dal suo controllo, per trasformarlo in una meta turistica. Fossey fu uccisa il 26 dicembre 1985 con il panga, un arnese locale usato dai bracconieri per colpire a morte i gorilla caduti in trappola. Nel corso degli anni si fecero diverse ipotesi sulla sua morte, ma l’unico condannato da un tribunale ruandese fu Wayne Richard McGuire, l’allora assistente di Fossey al Centro di Ricerca Karisoke, che però essendo andato negli Stati Uniti, e non esistendo un trattato di estradizione tra Ruanda e Stati Uniti, non scontò mai la pena. Dopo la sua morte fu fondato il Dian Fossey Gorilla Fund International, che tra le altre cose raccoglie i fondi per la salvaguardia dei primati africani.