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  • Giovedì 19 dicembre 2013

L’accordo UE sulla crisi delle banche

Il ministro Saccomanni lo ha definito «storico», servirà a evitare che il fallimento di una banca metta in difficoltà un'intera nazione se non proprio l'Europa

(LtoR) EU commissioner for Economic and Monetary Affairs Olli Rehn, European Central Bank board member Jorg Asmussen, Lithuanian Finance Minister Rimantas Sadzius talk with Spanish Economy minister Luis de Guindos Jurados before the start of an Economic and Financial Affairs Council meeting at the EU Headquarters in Brussels on December 10, 2013. AFP PHOTO/JOHN THYS (Photo credit should read JOHN THYS/AFP/Getty Images)
(LtoR) EU commissioner for Economic and Monetary Affairs Olli Rehn, European Central Bank board member Jorg Asmussen, Lithuanian Finance Minister Rimantas Sadzius talk with Spanish Economy minister Luis de Guindos Jurados before the start of an Economic and Financial Affairs Council meeting at the EU Headquarters in Brussels on December 10, 2013. AFP PHOTO/JOHN THYS (Photo credit should read JOHN THYS/AFP/Getty Images)

Dopo 12 ore di trattative e mesi di negoziati tra gli stati membri dell’UE, l’Ecofin – il consiglio formato dai ministri delle Finanze dell’Unione Europea – ha trovato stanotte un accordo sulla gestione e sulla crisi delle banche che il ministro italiano dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha definito «storico» e che è considerato fondamentale per integrare e stabilizzare il sistema comunitario. L’accordo, che dovrà ora passare all’analisi del Parlamento europeo, si basa su due principi fondamentali: un fondo salva-banche unico finanziato con prelievi sulle banche a livello nazionale e la creazione di un’autorità incaricata di prendere la decisione di far fallire una banca in difficoltà. L’obiettivo è evitare che la crisi di una banca metta a rischio il sistema finanziario dell’UE o i singoli stati.

I ministri delle Finanze dell’Unione hanno raggiunto nella notte un accordo sulla nascita di un meccanismo unico di gestione delle crisi bancarie. L’intesa, che è stata definita “storica” dal ministro dell’Economia italiano Fabrizio Saccomanni, dovrà ora essere approvata dal Parlamento europeo entro la fine della legislatura. Ai più l’accordo apparirà un compromesso al ribasso. Eppure comporta una importante cessione di sovranità e una prima mutualizzazione di risorse.

Il pacchetto prevede la nascita di un consiglio di risoluzione; di un fondo di risoluzione; e di un paracadute finanziario da utilizzare mentre il fondo sale a regime. L’accordo si basa su un regolamento e un trattato intergovernativo. Quest’ultimo è stato voluto da alcuni paesi, in particolare la Germania, per dare una base legale certa al fondo di risoluzione. Il nuovo assetto è un tassello dell’unione bancaria e giunge sulla scia del trasferimento della vigilanza bancaria alla Banca centrale europea.

«In futuro le crisi bancarie del recente passato saranno gestite in modo completamente diverso – ha detto il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem –. Le banche da ora in poi saranno chiamate a rispondere delle loro perdite e dei loro rischi. Mi sembra un cambiamento molto salutare». I ministri questa notte si dicevano ottimisti di un prossimo accordo con il Parlamento, anche se l’idea di un trattato intergovernativo con il quale creare il fondo di risoluzione non piace a molti deputati.

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