• Mondo
  • Domenica 15 dicembre 2013

Cambiare nome per Lufthansa

L'ultima trovata pubblicitaria della compagnia aerea tedesca è un concorso che offre la possibilità di trasferirsi a Berlino con le spese pagate, a patto di cambiare il nome all’anagrafe

Nella fortunata serie di iniziative pubblicitarie promosse da grandi e meno grandi compagnie aeree, a ottobre Lufthansa – la principale compagnia aerea tedesca – ha lanciato in Svezia un concorso che ha riscosso un notevole successo e raccolto una discreta partecipazione: dare a un cittadino svedese la possibilità di trasferirsi stabilmente a Berlino – offrendo spese di viaggio, affitto di un appartamento per un anno, e altre spese varie (tra cui un corso di tedesco e una bicicletta) – a patto che cambiasse il suo nome all’anagrafe in Klaus-Heidi, due nomi molto “tedeschi”, ma uno maschile e l’altro femminile. Che sarebbe come chiedere qui in Italia di cambiare il nome in Paolo-Francesca.

Il concorso era aperto ai cittadini di ogni età e sesso: come riportato dall’Atlantic, hanno partecipato 42 persone tra i 19 e i 69 anni (per il 70 per cento uomini), che hanno dovuto presentare a Lufthansa la documentazione che certificasse il cambio del nome, rilasciata dall’ufficio anagrafe, oltre a una specie di “lettera motivazionale” che spiegasse bene la loro voglia di cambiare città (e nome). Le richieste sono state talmente tante che Lufthansa ha dovuto chiudere le iscrizioni con un mese di anticipo.

Ai non vincitori – che a quel punto si ritroveranno con un nome nuovo ma senza vita nuova a Berlino – sarà regalato un buono da 60 mila miglia per volare con Lufthansa. Il vincitore, che sarà comunicato a breve, ha già un volo da Stoccolma e Berlino prenotato per mercoledì 1 gennaio. Un autista lo accoglierà all’aeroporto di Berlino-Tegel e lo accompagnerà nel suo nuovo appartamento, un trilocale di 70 metri quadrati in un quartiere tra Kreuzberg e Neukölln: il primo anno di affitto è pagato da Lufthansa.

Nell’offerta sono inclusi: un corso intensivo di tedesco, di 30 giorni; una Berlin WelcomeCard, che permette di viaggiare gratis sui mezzi pubblici ed entrare nei musei a prezzo ridotto; una bicicletta, personalizzata con il nome “Klaus-Heidi”; e due voli interni di andata e ritorno per Francoforte e Monaco, da usare in qualsiasi momento entro la fine del primo anno di permanenza a Berlino.

Magnus Engvall, il responsabile marketing di Lufthansa, ha detto all’Atlantic che l’iniziativa è stata lanciata per guadagnare popolarità sullo sfondo di una spietata concorrenza di prezzi sulla tratta Stoccolma-Berlino, tra cinque diverse compagnie aeree. Lufthansa spera anche di ricavarci popolarità in termini di social marketing: «il nome Klaus-Heidi non esisteva prima d’ora», ha spiegato Engvall, concludendo che ora di fatto esiste una popolazione di Klaus-Heidi, tutti legati a questa iniziativa.

Quanto al successo del concorso e alla larga partecipazione da parte dei cittadini svedesi, Engvall sostiene che questo attesti la loro apertura e disponibilità «a fare cose nuove e scoprire nuove culture». Nel 2010 un articolo del quotidiano svedese Svenska Dagbladet sosteneva che «nessun popolo al mondo cambia nome all’anagrafe tanto quanto gli svedesi».

Anche un articolo del New York Times del 2011 registrava una certa tendenza crescente a cambiare nomi e cognomi da parte degli svedesi, per ripristinare vecchi nomi familiari ormai scomparsi dall’albero genealogico, o anche solo per vedere circolare cognomi “nuovi” e non più i soliti Johansson, Andersson e Karlsson – come succede in molte altre culture, era un’antica tradizione nordica, prima che i cognomi si “fissassero” e diventassero ereditari, formare il patronimico aggiungendo al nome del padre il suffisso -son per i figli maschi e -dotter per le figlie femmine. Cambiare nome prima del 1982 era piuttosto complicato: poi fu emanata una legge – valida ancora oggi – che permette di farlo con molta più facilità.