Il Belgio e l’eutanasia per i minori
Il Senato ha approvato una proposta di legge molto discussa che permette ai minori di accedere alla "morte assistita", ora serve il voto della Camera
Il Senato del Belgio ha votato a favore di una proposta di legge che estende la possibilità di accedere alla “morte assistita”, una pratica già parzialmente depenalizzata nel 2002 per le persone adulte, anche ai minori malati terminali e a certe condizioni. La legge era già stata approvata dalla commissione Giustizia e affari sociali del Senato a fine novembre: prima di entrare in vigore dovrà passare alla Camera bassa. La proposta è stata votata a larga maggioranza con 50 si e 17 no: favorevoli i socialisti e i liberali (a eccezione di due) che fanno parte della maggioranza di governo; favorevoli anche i verdi e i senatori del partito nazionalista fiammingo N-VA; contrari i cristiano-democratici e gli esponenti del partito fiammingo di estrema destra Vlaams Belang.
Nel maggio del 2014 le due camere che compongono l’esecutivo saranno sciolte e si svolgeranno nuove elezioni politiche: come ha ricordato la deputata socialista Karine Lalieux, favorevole alla proposta, «l’approvazione finale dovrà arrivare entro quella data». Il Belgio potrebbe così diventare la seconda nazione al mondo, dopo i Paesi Bassi, a rendere possibile l’eutanasia anche per i minori, seppur solo in determinate condizioni.
L’eutanasia per gli adulti è in vigore in Belgio dal 2002. La legge è praticamente identica a quella dei Paesi Bassi, dove però ne è prevista l’applicazione anche ai minori con una soglia minima di età fissata a 12 anni. La legge belga si basa su due elementi fondamentali: il riconoscimento del ruolo esclusivo del medico – che deve necessariamente dare il proprio consenso – e la richiesta volontaria e consapevole del malato, che può anche lasciare indicazioni scritte per il futuro. L’altra condizione necessaria è che la sofferenza del malato sia insopportabile e non possa essere alleviata in alcun modo. La legge belga fa riferimento anche alla sofferenza psicologica e stabilisce che la persona morta a seguito di eutanasia vada considerata deceduta per causa naturale.
La proposta di estendere la legge anche ai minori, abbassando la soglia ai quindici anni, era stata fatta nel 2010 dalla senatrice liberale Christine Defraigne. Nel 2012 il senatore socialista Philippe Mahoux, uno dei maggiori promotori della legge del 2002, aveva proposto una nuova versione – quella che è stata poi approvata dal Senato – che non fissa alcuna età minima ma adotta il criterio della capacità del minore di intendere e di volere: è fondamentale che tale capacità venga valutata da uno psichiatra infantile e che entrambi i genitori diano il loro consenso scritto. L’eutanasia deve essere richiesta dai minori stessi se sono malati terminali e se il loro livello di sofferenza è diventato «insopportabile».
Philippe Mahoux ha spiegato: «Il dramma, la situazione intollerabile, è quella vissuta da un bambino che, in ragione di una malattia incurabile, presenta sofferenze che non si possono alleviare». Chi critica la legge, oltre a porre motivazioni religiose, sostiene invece che sia troppo presto per estendere le norme già in vigore e avverte sul rischio di infliggere un’ulteriore sofferenza emotiva ai genitori, che potrebbero trovarsi in una situazione di conflitto con il figlio proprio negli ultimi giorni della sua vita. Chi non è favorevole alla legge propone un’estensione delle cure palliative, che secondo il socialista Mahoux non sono però un’alternativa e non sono in contraddizione con la legge che permette l’estensione dell’eutanasia.
Foto: il senatore socialista Philippe Mahoux durante il voto al Senato,
12 dicembre 2013 (NICOLAS MAETERLINCK/AFP/Getty Images)