La “fotografia etica” a Lodi

Immagini da un festival di storie e reportage giornalistici che inizia il 17 ottobre

Membri di uno storico gruppo Skinhead italiano, qui durante l'Hawaian party, una festa annuale organizzata in spiaggia (sulle coste laziali) dove gli invitati devono indossare camicie hawaiane. 
Giugno 2010.
Membri di uno storico gruppo Skinhead italiano, qui durante l'Hawaian party, una festa annuale organizzata in spiaggia (sulle coste laziali) dove gli invitati devono indossare camicie hawaiane. Giugno 2010.

Tra qualche giorno, il 17 ottobre, sarà inaugurato il Festival della Fotografia Etica di Lodi, nato da un’idea del Gruppo Fotografico Progetto Immagine, un gruppo di volontari appassionati di fotografia. Il festival da anni propone un’idea di fotografia “impegnata”, capace di raccontare storie connesse con le persone, con il contesto e con l’informazione, allo scopo di dare spazio ad azioni e progetti di alto valore sociale raccontati attraverso il linguaggio fotografico.

Saranno esposti i lavori di diversi autori italiani: da quello di Paolo Marchetti – Fever – The Awakening of European Fascism – che indaga il concetto di “rabbia” partendo dal mondo dell’estrema destra, al reportage di Gianluca Panella – Caliber 3: Counter terrorism training family – realizzato in Israele in un centro dove le famiglie imparano a sparare per difendersi dai terroristi. Alcune mostre poi faranno luce sul rapporto professionale dei fotografi con le ONG, spesso committenti per reporter internazionali.

Mercoledì 25 settembre sono stati annunciati i vincitori del World.Report Award | Premio Italiano di Fotogiornalismo. Per la sezione Master Award ha vinto Fabio Bucciarelli con il reportage Battle to Death, realizzato in Siria. Il programma del Festival, che resterà aperto fino al 30 ottobre, è online.