Il bar di Hopper, nei disegni

Gli schizzi preparatori di "Nighthawks", il quadro più famoso del grande pittore americano

di Arianna Verdecchia

Hopper, Edward
Hopper, Edward

È in corso al Whitney Museum di New York – fino al 6 ottobre 2013  – una mostra dedicata ai disegni di Edward Hopper, uno dei più importanti pittori americani del Novecento, famoso per le scene – urbane e non – di straordinari luce e colori contrapposti alla freddezza statica dei personaggi. I 200 disegni esposti sono parte di una collezione di 2.500 pezzi – tra schizzi e pagine di appunti – donati dalla moglie di Hopper, Josephine, al Whitney Museum.

Tra questi ci sono anche 19 studi preparatori di Nighthawks, uno dei quadri più conosciuti di Hopper. Fu dipinto nel 1942 e mostra tre persone (e il cameriere) che bevono solitarie in un diner, il tipico bar tavola calda americano, viste dall’esterno attraverso la vetrata in una scena notturna. Hopper stesso posò – allo specchio – per le tre figure maschili, mentre Josephine fece da modella per la donna dai capelli rossi. Pochi mesi dopo la sua realizzazione, il quadro venne comprato per 3.000 dollari dall’Art Institute of Chicago che lo espone da allora, salvo quando viene prestato ad altre mostre come questa.

I disegni del Whitney mostrano le varie fasi del processo che ha portato alla realizzazione dell’opera, dagli studi sui dettagli dei movimenti e della postura dei personaggi alla progressiva costruzione del diner. È possibile così notare particolari nuovi, come il pacchetto di sigarette nelle mani della figura femminile, non distinguibile nel dipinto finale, oppure versioni alternative, come un disegno in cui l’uomo e la donna che si vedono frontalmente si guardano negli occhi invece di fissare il vuoto.

Per il diner Hopper disse una volta di essersi ispirato a un locale d’angolo sulla Greenwich Avenue, nel quartiere Greenwich Village di New York, e da allora critici e appassionati fanno ipotesi su quale possa essere. Molti sono convinti che si tratti dell’attuale West Village Florist, un fioraio ad angolo tra la Greenwich e l’undicesima West. Mentre il suo biografo e allievo, Gail Levin, lo aveva individuato in un locale in Mulry Square, attualmente occupato dagli uffici dell’azienda dei trasporti pubblici di New York. Nel 2010 però delle ricerche negli archivi municipali fatte dal giornalista del New York Times Jeremiah Moss hanno dimostrato che tra gli anni ’30 e ’70  in Mulry Square si trovava un benzinaio e non un locale ad angolo. Mos concluse quindi che il bar disegnato da Hopper sia l’astrazione di molti locali visti in punti diversi della città e impossibile da ricondurre a un singolo luogo realmente esistito.

Nighthawks è stato oggetto di moltissime citazioni da parte della cultura pop. Tom Waits gli ha dedicato il titolo – e alcuni testi – dell’album del 1975 “Nighthawks at the diner” e Ridley Scott una volta ha detto: “durante le riprese di Blade Runner mettevo continuamente sotto il naso della produzione una stampa del dipinto per far capire che tipo di atmosfera volessi ricreare”. Anche Dario Argento lo prese a modello per il Blue Bar, il locale costruito apposta per le riprese di Profondo Rosso, nel quale Carlo e Marc stanno bevendo quando assistono all’assassinio della sensitiva Helga Ulmann.
Nel 1984 l’artista austriaco Gottfried Helnwein ha dipinto lo stesso soggetto, sostituendo agli avventori anonimi Humphrey Bogart, Marilyn Monroe, James Dean ed Elvis Presley e intitolandolo “Boulevard of Broken Dreams”. Anche l’artista di strada Banksy ne ha fatto nel 2005 una parodia in cui un uomo con indosso solo dei boxer con la bandiera del Regno Unito rompe la vetrina con una sedia. Ci sono anche citazioni nella serie a cartoni animati dei Simpson e della serie tv americana Dead like me.

Hopper, che era un pittore realista, ha sempre negato di aver voluto dare a Nighthawks qualche significato particolare, anche se una volta ha ammesso: “inconsciamente, forse, stavo dipingendo la solitudine delle grandi città”. Il curatore della mostra, Carter Foster, dice di non sapere come mai il quadro abbia avuto tanto successo, ma pensa che sia dovuto in qualche modo al voyeurismo che suscita: «ti fa sentire un pedone che osserva la gente nel bar e immagina le loro storie. Questa è una cosa che si può fare a New York e non nell’Iowa».