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  • Giovedì 5 settembre 2013

La guerra in Vietnam fotografata da AP

Associated Press ha scelto 250 foto scattate dai suoi corrispondenti in quegli anni, e le ha messe in un gran bel libro fotografico

As fellow troopers aid wounded buddies, a paratrooper of A Company, 101st Airborne, guides a medical evacuation helicopter through the jungle foliage to pick up casualties during a five-day patrol of Hue, South Vietnam, in April, 1968. (AP Photo/Art Greenspon)
As fellow troopers aid wounded buddies, a paratrooper of A Company, 101st Airborne, guides a medical evacuation helicopter through the jungle foliage to pick up casualties during a five-day patrol of Hue, South Vietnam, in April, 1968. (AP Photo/Art Greenspon)

Associated Press, l’agenzia giornalistica statunitense, ha raccolto in un libro che uscirà l’1 ottobre, intitolato Vietnam: The Real War, 250 fra le migliori fotografie scattate dai suoi corrispondenti durante la guerra del Vietnam, che gli Stati Uniti combatterono dal 1960 al 1975. Il libro contiene le foto più famose e riconoscibili della guerra, che l’agenzia documentò costantemente grazie ai molti giornalisti e fotoreporter inviati dalla propria sede di corrispondenza di Saigon (che oggi si chiama Ho Chi Minh), la città più grande del Vietnam.

Daniel Hallin, un esperto di comunicazione politica dell’Università di San Diego, spiega che la guerra in Vietnam fu «la prima in cui i giornalisti accompagnarono ufficialmente le forze militari, senza essere oggetto di censura». Susan Sontag, famosa scrittrice e fotografa americana, ha scritto nel suo libro Intorno alla fotografia che le fotografie di guerra, e in particolare quelle scattate in Vietnam, «possono essere più memorabili di un filmato, perché più nette», e che la famosa foto della bambina in lacrime dopo un attacco al napalm «probabilmente ha generato molta più repulsione negli americani di quanto abbiano fatto centinaia di ore di azioni di guerra filmate».

La copertina di Vietnam: The Real World è una fotografia di Art Greenspon del 1968: mostra un gruppo di soldati americani feriti, nella giungla, mentre accolgono l’arrivo di un elicottero dei soccorsi.

Molti dei giornalisti che lavorarono per AP in quegli anni diventarono in seguito famosi giornalisti: Malcolm Browne, che scattò la foto del “burning monk”, arrivò in Vietnam nel 1963 e l’anno successivo vinse un premio Pulitzer per il modo in cui aveva coperto gli avvenimenti di quei mesi. Secondo alcuni, fu proprio la foto del suicidio del monaco a indurre l’allora presidente John Kennedy a togliere il sostegno al governo vietnamita.

Nick Ut, un fotografo vietnamita che lavorava per AP da quando aveva 16 anni, nel 1973 scattò la famosa foto della bimba vietnamita nuda, in lacrime, mentre correva per strada dopo un attacco aereo al napalm. Ut, dopo avere scattato la foto, soccorse immediatamente la bimba e la portò in ospedale: sopravvisse, e il fotografo racconta che ancora oggi si riferisce a lui come lo «zio Nick». Seymour Topping, un giornalista americano che lavorava come corrispondente di Associated Press in Cina, era appena atterrato a Saigon con sua moglie, nel febbraio del 1950: arrivato in albergo, nel bar di fronte al suo alloggio scoppiò una bomba che uccise diversi soldati dell’esercito francese. Fu l’unico, nei primi mesi di guerra, a raccontare il fallimento dell’occupazione francese e il supporto alle operazioni di guerra che veniva fornito dall’esercito americano.