L’indulgenza via Twitter

La Chiesa Cattolica concederà un'indulgenza plenaria (che cos'è?) durante la prossima Giornata mondiale della gioventù anche tramite i "nuovi media digitali"

Dal 23 al 28 luglio si celebrerà a Rio de Janeiro la Giornata mondiale della gioventù, un evento organizzato dalla Chiesa Cattolica e a cui parteciperà anche papa Francesco. Come accade sempre spesso in occasioni di grandi cerimonie devozionali, la partecipazione all’evento garantirà un’indulgenza plenaria, cioè un sconto per sé o per un defunto del tempo che i cattolici credono si debba passare in Purgatorio (il Vaticano ha un ufficio apposito per regolare questi temi, la Penitenzieria Apostolica).

La novità di quest’anno è che anche chi non parteciperà direttamente all’incontro, ma lo seguirà sui nuovi media digitali, potrà godere dell’indulgenza plenaria. Per ottenere l’indulgenza bisognerà avere un motivo legittimo che impedisca di presenziare alla cerimonia, mentre i riti e gli esercizi spirituali che saranno officiati andranno comunque seguiti via radio, alla televisione oppure – ed ecco la novità – sui «nuovi sistemi di comunicazione sociale». In altre parole sarà possibile ottenere un’indulgenza seguendo il Papa sul suo account Twitter o sugli altri social network.

Diversi giornali internazionali, come ad esempio il Guardian, hanno semplificato la questione,scrivendo che l’indulgenza sarà garantita a chi seguirà i tweet dell’account @pontifex. Le cose non stanno proprio così e non basterà seguire qualche tweet del Papa per ottenere un’indulgenza plenaria – anche se, come specifica una fonte della Penitenzieria al Guardian, i “nuovi sistemi di comunicazione sociale” includono effettivamente anche l’account Twitter del Papa.

La decisione della Penitenzieria è in realtà un semplice adeguamento ai tempi moderni. Già nel 1968 l’Enchiridion Indulgentiarum, il manuale delle indulgenze, specificava che si poteva ricevere un’indulgenza plenaria ascoltando la benedizione Urbi et Orbi del Papa anche alla radio o alla televisione. Le Giornate mondiali della gioventù sono tra i pochi eventi che garantiscono un’indulgenza plenaria, ma non tutti possono partecipare direttamente. Per questo motivo, seguendo a distanza gli esercizi spirituali e le preghiere dirette dal Papa durante la giornata, garantirà gli stessi benefici dell’essere presenti fisicamente a Rio de Janeiro.

Per ottenere l’indulgenza bisogna seguire l’evento dal vivo, non basta mandare un tweet al papa. In altre parole, come ha detto al Corriere della Sera il presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, l’arcivescovo Claudio Maria Celli: «L’indulgenza non si ottiene come si prende un caffè alla macchinetta».

Anche se ora non è più così, un metodo di scambio piuttosto automatico – denaro per indulgenze – è stato per molti secoli il modo principale per ottenere in parte la remissione dei peccati dei fedeli. Durante il Medioevo e per buona parte dell’età moderna, è esistito un vero e proprio mercato delle indulgenze, con appositi messi che si recavano di villaggio in villaggio vendendo sconti sugli anni di Purgatorio per sé o per i proprio cari defunti. Il mercato delle indulgenze fu uno dei motivi che portarono Martin Lutero a proclamare lo scisma dalla Chiesa Cattolica e uno dei primi aspetti ad essere riformati dalla Chiesa durante il Concilio di Trento (e poi di nuovo nel Concilio Vaticano II).

La dottrina alla base delle indulgenze poggia sul cosiddetto Tesoro di Gesù o Tesoro dei Santi, che funziona più o meno così: Gesù, i santi e i martiri nelle loro vite hanno accumulato una dose di “merito” molto superiore a quella effettivamente necessaria ad accedere al Paradiso. Questo merito in eccesso, secondo la dottrina, si è accumulato in una sorta di “tesoro del merito”, di cui la Chiesa può in qualche misura disporre.

Per molto tempo la Chiesa ne disponeva in maniera del tutto arbitraria, vendendo pezzi di questo tesoro in cambio di denaro. Il Concilio Vaticano II ha severamente riformato la dottrina sulle indulgenze. Il meccanismo delle indulgenze è stato modificato e ora non funziona più in maniera meccanica, in cui a una determinata serie di azioni corrisponde uno sconto di giorni, mesi o anni di purgatorio. Oggi l’indulgenza è soltanto un supplemento alle buone azioni che un cattolico compie. Le indulgenze, inoltre, non servono a nulla se non sono accompagnate da una sincera conversione.