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  • Venerdì 5 luglio 2013

L’eruzione del Popocatépetl

Ha prodotto una grande nube di fumo e cenere poco distante da Città del Messico, causando la cancellazione di decine di voli per precauzione

Tra giovedì 4 e venerdì 5 luglio, diverse compagnie aeree statunitensi hanno cancellato decine di voli diretti verso Città del Messico, in Messico, a causa della nuova eruzione del vulcano Popocatépetl. Al di sopra del cratere si è formata una colonna di fumo e ceneri molto densa, che si è poi diffusa lungo un’ampia porzione di cielo. Le compagnie aeree temono che la presenza di fumo e ceneri sulle rotte dei loro aerei possa causare problemi tecnici, e per questo motivo hanno cancellato i voli. Solo giovedì le società statunitensi Delta e American Airlines hanno rinunciato a far partire una quarantina di aerei diretti verso Città del Messico.

Il Popocatépetl è un vulcano alto 5.452 metri e si trova nella regione di Puebla, a 70 chilometri sud-est di Città del Messico. Il suo nome in lingua nahuatl (azteco) significa letteralmente “montagna che emette vapore”. In prossimità del cratere, il vulcano ha un ampio ghiacciaio. È del resto il secondo vulcano più alto del Messico, ed è uno dei più attivi del paese. È in attività da secoli e già nel XIV secolo furono registrate almeno 18 sue distinte eruzioni.

Nonostante i voli statunitensi cancellati e l’intensa attività delle ultime ore del Popocatépetl, i responsabili dell’aeroporto di Città del Messico hanno mantenuto le piste per le partenze e gli arrivi aperte. Dicono che le ceneri lungo le rotte sono molto rarefatte, condizione che non può mettere in alcun modo in pericolo la sicurezza dei voli. Le compagnie aeree nazionali messicane non hanno interrotto i loro servizi e non ci sono voli cancellati da parte loro. Per ulteriore precauzione, comunque, è stata istituita un’area di circa 18 chilometri quaadrati intorno al vulcano non sorvolabile dagli aerei.

Popocatépetl nella mitologia azteca era un guerriero innamorato di Iztaccíhuatl, una donna il cui nome significa letteralmente “donna bianca” (il suo nome è associato a quello di una montagna il cui profilo innevato ricorda quello di una donna distesa). Il padre di Iztaccíhuatl promise la propria figlia in sposa a Popocatépetl, a patto che questi andasse in guerra ad Oaxaca, pensando che tanto non sarebbe mai tornato vivo. Qualche tempo dopo a Iztaccíhuatl fu riferito che Popocatépetl era morto in battaglia. Alla notizia lei morì di dolore, e altrettanto fece Popocatépetl quando tornò e scoprì la sua morte. Una pioggia di stelle divina trasformò i due in vulcani. Il vulcano Iztaccíhuatl ricorda una donna stesa che riposa, mentre il Popocatépetl fa piovere fuoco e ceneri roventi per la rabbia di avere perso la donna che amava.