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La storia del ‘lodo Mondadori’

Quando è iniziata, perché si chiama così, cosa c'entrano i calzini: oggi la Cassazione inizia a occuparsi dei 560 milioni di risarcimento da Fininvest a CIR

di Luca Misculin – @LMisculin

La Corte di Cassazione inizierà oggi, giovedì 27 giugno, il procedimento per decidere se confermare il risarcimento di circa 540 milioni che Fininvest, azienda di proprietà di Silvio Berlusconi, ha versato a CIR, azienda di proprietà di Carlo De Benedetti, nella disputa legale riguardo l’acquisto della casa editrice Mondadori nei primi anni Novanta. Fininvest ha già consegnato nel 2011 i soldi a CIR, che però li ha congelati in attesa del parere della Cassazione. Secondo il procuratore generale il risarcimento deve essere ridotto ma confermato.

La storia, dall’inizio
La vicenda iniziò alla fine degli anni Ottanta, quando Fininvest, CIR e un terzo gruppo guidato dalla famiglia di imprenditori Formenton controllavano ciascuno circa un terzo delle azioni della casa editrice Mondadori. Nel 1988 i Formenton avevano deciso di cedere la propria parte delle azioni, e De Benedetti li convinse a firmare un pre-contratto secondo il quale entro la fine del 1991 le loro azioni sarebbero passate al gruppo CIR. Nel 1989 i Formenton cambiarono idea e vendettero le proprie azioni a Fininvest; il 25 settembre 1990 Silvio Berlusconi diventò così presidente del gruppo Mondadori.

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De Benedetti protestò, e in accordo con i Formenton decise di ricorrere all’arbitrato di tre giudici (tra i quali uno a testa scelto da De Benedetti e dai Formenton, e uno scelto dalla Corte di Cassazione), per stabilire se la cessione delle azioni a Berlusconi fosse stata legale, e che insomma non avesse violato il pre-contratto firmato dalla famiglia Formenton. L’arbitrato diede ragione a De Benedetti, ma i Formenton impugnarono a loro volta il verdetto dell’arbitrato (il cosiddetto “lodo”, in termini giuridici) davanti alla Corte d’Appello di Roma, che stabilì che a decidere dovesse essere la prima sezione civile del Tribunale (quella che si occupa del diritto cosiddetto “della persona”, cioè di separazioni, interdizioni, tutele e risarcimenti vari). La prima Sezione civile era presieduta dai giudici Valente, Paolini e Metta, e il 24 gennaio 1991 diede ragione ai Formenton – e quindi indirettamente a Berlusconi, che rimase a capo della Mondadori.

Nel 1995 la procura di Milano scoprì però che ai tempi della sentenza della prima Sezione Civile uno dei giudici che la presiedeva, Vittorio Metta, aveva ricevuto più di un miliardo di lire da Cesare Previti, uno degli avvocati del gruppo Fininvest e amico intimo di Berlusconi, tramite un conto corrente riconducibile alla società offshore All Iberian, controllata da Berlusconi. Metta avrebbe poi usato quei soldi per acquistare un appartamento, e in seguito aveva anche iniziato a collaborare con lo studio di Previti; i giudici di Milano gli chiesero conto della provenienza di quei soldi, e Metta dichiarò che erano parte di un’eredità recentemente acquisita.

Dopo moltissime vicissitudini, nel 2007, dopo dodici anni, la Corte di Cassazione decise di condannare Previti e altri due avvocati Fininvest a un anno e mezzo di reclusione per corruzione giudiziaria, e Vittorio Metta a due anni e otto mesi; la prescrizione per Berlusconi arriva già nel 2001 perchè il suo coinvolgimento nella vicenda era stato accertato fino al 1991, a differenza degli altri imputati, per i quali era continuato fino al 1992.

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