La crisi della Indesit

Jenner Meletti racconta su Repubblica le reazioni all'annuncio di 1425 licenziamenti in Italia da parte dell'industria di elettrodomestici

La Indesit Company, società italiana produttrice di elettronica ed elettrodomestici, ha presentato martedì 4 giugno un “piano di salvaguardia e razionalizzazione dell’assetto di Indesit Company in Italia” che prevede complessivamente la perdita del posto di lavoro per 1425 dipendenti degli stabilimenti di Fabriano, Comunanza (Ascoli Piceno) e Caserta. Indesit si trova in difficoltà a causa della crisi economica e negli ultimi mesi ha fatto ricorso più volte alla cassa integrazione. Su Repubblica di oggi c’è un reportage di Jenner Meletti da Fabriano, in provincia di Ancona, che racconta alcune storie intorno alla crisi industriale.

Cominciava qui, quella fetta di Italia felice che confinava con il nord delle industrie e il Sud senza fabbriche. Dalla Fabriano delle lavatrici si scendeva ad Ascoli e Fermo che producevano scarpe per mezzo mondo. Piena occupazione, stipendi per ex contadini e braccianti che avevano lasciato terre troppo magre. «Qui abbiamo sempre vissuto — dice il sindaco Giancarlo Sagramola — di pane e frigoriferi, pane e lavatrici. Qui tutti, compreso mio padre, lavoravano “nel bianco”». Il «bianco» è quello delle lavatrici, delle cappe, dei frigoriferi, dei forni e dei piani di cottura. Adesso, quella che era «l’isola felice — dice Andrea Cocco della Fim Cisl — rischia di trasformarsi in un deserto che fa paura».

Per capire cosa stia succedendo a Fabriano e dintorni, basta raccontare la storia di Marco G. e poi moltiplicarla per 1.425, tanti sono gli esuberi annunciati dall’Indesit. «Ho fatto il mutuo per l’appartamento tre anni fa, seicento euro al mese per 15 anni. Cassa integrazione e disoccupazione sembravano cose lontane, le proteste di tanti operai le vedevamo in tv. E invece adesso scopri che anche tu sei un “esubero”, cacciato via da un’azienda dove hanno lavorato tuo nonno e tuo padre. Sono cose che ti lasciano senza forze».

(continua a leggere sulla rassega stampa della CGIL)

Foto: Marco Cantile – LaPresse