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  • Domenica 2 giugno 2013

Le ultime dalla Turchia

Ci sono stati più di 900 arresti in tre giorni, la polizia ha abbandonato la piazza ai manifestanti e da ieri pomeriggio gli scontri sono molto diminuiti

18,10 – Secondo alcuni giornalisti turchi, in piazza Taksim si sono radunate alcune decine di migliaia di persone. Sono state esposte centinaia di bandiere dell’opposizione e dei sindacati, mentre i manifestanti hanno cantato slogan contro il governo. A Istanbul la manifestazione è pacifica e la polizia si è mantenuta lontano dal quartiere. Ad Ankara, secondo BBC,  la polizia ha sparato lacrimogeni per disperdere alcune centinaia di manifestanti in piazza Kizilay.

Aggiornamento, 15.10 – Piazza Taksim, dove ieri e venerdì sono avvenuti i principali scontri, si sta riempiendo di manifestanti, secondo i testimoni. La polizia ieri si era completamente ritirata dal quartiere ed anche oggi non c’è traccia di agenti nei pressi della piazza e del parco di Gezi. Ieri sera la piazza si era svuotata, anche a causa della pioggia, ma nel corso della mattinata e del primo pomeriggio i manifestanti sono tornati e al momento la piazza è tornata ad essere quasi piena.

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Questa mattina ci sono stati alcuni scontri isolati tra la polizia e i manifestanti nelle strade di Istanbul, ma i corrispondenti stranieri dicono che l’atmosfera è meno tesa rispetto agli scorsi giorni. Da ieri pomeriggio, la polizia ha abbandonato l’area di piazza Taksim, davanti al parco di Gezi, interrompendo gli scontri con i manifestanti. La polizia è intervenuta soltanto quando i manifestanti hanno cercato di lasciare il quartiere per andare verso altre zone di Istanbul.

Ieri il ministro dell’Interno turco ha dichiarato che nei due giorni di scontri – venerdì e sabato – 79 persone sono state ferite, tra cui 26 poliziotti. Stime molto diverse da quelle della ONG Amnesty International, secondo cui sono state uccise 2 persone e ferite più di mille. Questi numeri non sono stati confermati da nessuna altra fonte. Il ministro dell’Interno ha annunciato anche che in tutto sono state arrestate 939 persone e che le manifestazioni sono state almeno 90 in 48 città diverse.

Gli scontri ad Istanbul sono cominciati venerdì, dopo che la polizia ha attaccato con lacrimogeni, spray urticanti e proiettili di gomma i manifestanti che occupavano l’area del parco di Gezi dal 28 maggio. Il parco, una delle aree verdi più grandi di Istanbul, dovrebbe essere demolito e sostituito con un centro commerciale e da alcune nuove strade per migliorare la viabilità del quartiere. La manifestazione è cominciata per interrompere il progetto di demolizione del parco, ma negli ultimi due giorni si è trasformata in una protesta contro il governo.

La demolizione del parco di Gezi ha dato infatti l’occasione di protestare contro «l’islamizzazione strisciante» portata avanti, secondo alcuni, dal primo ministro Recep Tayyip Erdogan e dal suo partito, Giustizia e Sviluppo – un partito considerato di ispirazione islamica e moderata.

Erdogan è al potere dal 2002 e secondo alcuni dei manifestanti ha accentuato una svolta autoritaria nel paese negli ultimi anni. Il suo governo inoltre è accusato di non essere abbastanza laico – la Turchia moderna è stata sempre una nazione con una rigorosa separazione tra Stato e religione. Proprio la scorsa settimana, il parlamento turco ha approvato una legge per limitare la vendita di alcolici tra le 22 e le sei di mattina.