• Mondo
  • Giovedì 2 maggio 2013

I “bambini posseduti” in Ghana

I capi di sette città del nord hanno deciso di vietare una pratica tradizionale che negli anni ha causato la morte di migliaia di bambini disabili

A Ghanian girls looks on the street through the gate of a lumber mill in Kumasi on February 07, 2008. Ghana currently hosts the Africa Cup of Nations CAN 2008 football championship. AFP PHOTO / JOE KLAMAR (Photo credit should read JOE KLAMAR/AFP/Getty Images)
A Ghanian girls looks on the street through the gate of a lumber mill in Kumasi on February 07, 2008. Ghana currently hosts the Africa Cup of Nations CAN 2008 football championship. AFP PHOTO / JOE KLAMAR (Photo credit should read JOE KLAMAR/AFP/Getty Images)

Pochi giorni fa le autorità locali di sette città del Ghana, tutte della regione settentrionale di Kassena-Nankana, hanno introdotto un importante divieto volto a eliminare una delle pratiche più inumane diffuse storicamente nella regione: l’uccisione dei bambini gemelli, o nati con disabilità fisiche o problemi vari di alimentazione, che vengono considerati “posseduti” e portatori di disgrazie.

Questa pratica è radicata in tutto il Ghana, ma la regione di Kassena-Nankana è quella in cui negli ultimi anni si è verificato il numero più alto di casi. L’associazione Afrikids, che da 12 anni lavora in Ghana per la promozione dei diritti dei bambini, ne ha raccontato in dettaglio le condizioni e il funzionamento in un articolo pubblicato sul Guardian nel dicembre 2007.

Nel nord del paese il compito di dichiarare un “bambino posseduto” è sempre stato del padre, mentre la madre non ha mai avuto alcuna voce in capitolo. Nei casi in cui il villaggio di appartenenza della famiglia era colpito da qualche disgrazia o in cui la madre si era ammalata durante il parto, la colpa veniva data al bambino, che veniva avvelenato e ucciso. Lo stesso poteva capitare a bambini di famiglie molto povere: nei casi di grande malnutrizione la stessa famiglia poteva decidere di etichettare il bambino come “posseduto” così da avere una persona in meno da sfamare.

Il compito di somministrare il veleno ai bambini era affidato ai cosiddetti “uomini intruglio”, che svolgevano una vera e propria professione. I corpi dei “bambini posseduti” venivano poi sepolti in luoghi particolari, lontani dal loro villaggio di nascita. Dopo tre giorni dalla morte, l'”uomo intruglio” tornava nel villaggio a svolgere alcuni riti tradizionali che servivano a mandare via gli spiriti maligni dalla casa della famiglia del bambino ucciso. Se il bambino era un maschio, l'”uomo intruglio” donava alla famiglia quattro galline, una faraona e una capra. Se invece era una femmina, solo una gallina e una faraona. Ora, secondo le nuove disposizioni delle autorità locali, questi uomini svolgeranno un lavoro completamente diverso, aiutando i bambini disabili a prendere coscienza delle loro condizioni e a far valere i loro diritti. Chi non rispetterà le nuove disposizioni verrà consegnato alla polizia. Secondo Nicholas Kumah, direttore di Afrikids Ghana, sarebbero già 30 gli “uomini intruglio” reclutati per lavorare con i bambini con disabilità.

Nel gennaio 2013, il reporter investigativo ghanese Anas Aremeyaw Anas realizzò un breve documentario per il canale “People & Power” della televisione del Qatar Al Jazeera, in cui raccontò nei dettagli il fenomeno dei “bambini posseduti”, raccogliendo diverse testimonianze delle popolazioni locali e delle forze di sicurezza nella regione settentrionale del Ghana.

L’associazione Afrikids ha cercato, con successo, di sensibilizzare le popolazioni locali sulla necessità di eliminare questa pratica. Nel corso degli anni ha avviato sempre più laboratori con i capi villaggio e con gruppi di donne, stimolando il confronto anche con quei bambini che erano considerati “posseduti” ma che erano sopravvissuti all’avvelenamento. Inoltre, Afrikids ha lavorato molto sulla creazione di alternative professionali alla categoria di “uomini intruglio”, permettendo a queste persone di guadagnarsi da vivere con altre attività. L’associazione ha concesso anche diversi prestiti a molte donne, in modo che potessero dare vita a piccole imprese che migliorassero la loro condizione economica.

Naba Akwara Adumbire, reggente della città di Sirigu, nel nord del Ghana, ha chiesto al governo ghanese di costruire nella zona un centro medico e una scuola per i bambini che si trovano in condizioni di salute particolari. Per il momento, comunque, Afrikids sta creando dei centri di recupero appositi per i bambini disabili, in modo da consolidare, e possibilmente estendere, l’efficacia della nuova regola introdotta nelle sette città ghanesi.

foto: JOE KLAMAR/AFP/Getty Images