• Mondo
  • Venerdì 12 aprile 2013

Le torture nell’ospedale militare egiziano

Il Guardian ha pubblicato altre informazioni dal rapporto commissionato dal presidente Morsi, questa volta riguardo a scontri del maggio 2012

Il quotidiano britannico Guardian ha pubblicato nuove informazioni provenienti da un’inchiesta sui comportamenti della polizia e dei militari egiziani a partire dall’inizio delle rivolte contro l’ex dittatore Mubarak. Secondo il Guardian, fu ordinato ad alcuni responsabili medici dell’esercito egiziano che lavoravano in un ospedale militare del Cairo, di operare senza anestetici i manifestanti feriti negli scontri di piazza del maggio 2012. Il rapporto dice anche ci furono casi di aggressione ai danni dei manifestanti che si trovavano nell’ospedale da parte del personale medico e dei militari.

Le informazioni vengono da un rapporto commissionato dal presidente egiziano Morsi sulle violenze nel paese a partire dall’inizio del 2011, e mercoledì 10 aprile 2013 il Guardian aveva scritto che nel rapporto c’erano le prove di torture e sparizioni di civili nei primi 18 giorni delle rivolte di piazza.

Le nuove informazioni riguardano invece un episodio più recente, gli scontri di Abbassiya nel maggio del 2012. Basandosi su dichiarazioni e testimonianze di medici e manifestanti, il rapporto scrive che i manifestanti feriti che furono portati nell’ospedale militare di Kobri el-Qoba, al Cairo, subirono violenze fisiche e verbali da parte di militari, dottori e personale medico della struttura. Uno dei responsabili medici ordinò ai subordinati di operare i manifestanti senza anestetici e senza la sterilizzazione degli strumenti.

Il rapporto raccomanda che venga aperta un’inchiesta sui più alti esponenti della giunta militare che ha governato l’Egitto per molti mesi dopo le dimissioni di Mubarak (11 febbraio 2011): ancora oggi, dopo le prime elezioni dalla fine del regime, i militari controllano una parte importante del potere politico nel paese. L’inchiesta è stata definita “incredibilmente importante” dal direttore di Human Rights Watch in Egitto, Heba Morayef, perché è la prima volta che un documento governativo – anche se non pubblicato ufficialmente – riconosce l’uso improprio della forza da parte dei militari e della polizia.
L’esercito ha sempre sostenuto di essersi schierato dalla parte dei manifestanti fin dalle prime fasi della protesta e che nessun soldato aveva mai sparato sui civili durante le proteste. Il rapporto che sta venendo pubblicato dal Guardian documenta invece le responsabilità dei militari su torture, uccisioni e sparizioni di civili.

Gli scontri di Abbasiya del maggio 2012 avvennero durante una serie di manifestazioni e proteste contro la giunta militare al potere in Egitto dopo le dimissioni di Mubarak. Abbasiya è la sede del ministero della Difeda egiziano e nella zona le violenze tra i soldati e i manifestanti causarono due morti e circa 400 feriti.

Il rapporto presenta video, fotografie e prove su un’altra accusa: che intorno al ministero della Difesa non ci fossero solo manifestanti e membri delle forze dell’ordine ma anche baltigiya, ovvero miliziani pagati dai militari per infiltrare e danneggiare le proteste. Il rapporto dice: «Il comitato ha potuto confermare la collusione tra l’apparato di sicurezza, le forze armate e i baltigiya», che sono stati visti e fotografati mentre si spostavano su mezzi dell’esercito, mangiavano cibo dell’esercito e parlavano con ufficiali dell’esercito.

L’inchiesta commissionata da Morsi, che ha prodotto un rapporto lungo circa mille pagine, è stata condotta da un comitato di 16 persone tra cui avvocati, parenti delle vittime e giudici. Il rapporto non è stato pubblicato ufficialmente, nonostante sia stato presentato a Morsi a gennaio: un portavoce del presidente egiziano ha detto al Guardian che questi non lo ha ancora letto, perché il materiale sta venendo esaminato dal procuratore generale. Il Guardian scrive che nessuno, né all’ospedale militare del Cairo né tra i militari, ha voluto rilasciare commenti o accettare di rispondere a voce o per iscritto alle accuse contenute nel rapporto.

Foto: veicoli blindati vicino al ministero della Difesa egiziano al Cairo, nella zona di Abbassyia, 5 maggio 2012.
(GIANLUIGI GUERCIA/AFP/GettyImages)