Che cos’è la TARES

Cosa prevede e come funziona la nuova imposta sui rifiuti che si dovrà pagare dal 2013, compresa una discussa maggiorazione a fine anno

An employee of the Maltha glass recycling proccesses an enormous amount of bottles which arrived after the Christmas holidays in Heijningen on January 2, 2012. Trucks drive on and off to deliver the contents of the overflowing bottle banks across the land. AFP PHOTO / ANP / ROBIN UTRECHT ***NETHERLANDS OUT - BELGIUM OUT*** (Photo credit should read ROBIN UTRECHT/AFP/Getty Images)
An employee of the Maltha glass recycling proccesses an enormous amount of bottles which arrived after the Christmas holidays in Heijningen on January 2, 2012. Trucks drive on and off to deliver the contents of the overflowing bottle banks across the land. AFP PHOTO / ANP / ROBIN UTRECHT ***NETHERLANDS OUT - BELGIUM OUT*** (Photo credit should read ROBIN UTRECHT/AFP/Getty Images)

Tra i temi principali discussi dal Consiglio dei Ministri del 6 aprile 2013 c’è quello della TARES, la nuova imposta sulla gestione dei rifiuti e dei servizi introdotta dalla legge n. 214 del 2011. Le nuove misure sulla TARES, che il governo ha adottato, saranno poi discusse dal Parlamento e potranno essere modificate nei prossimi mesi: la nuova imposta è stata discussa anche nei giorni scorsi dai ministri dell’Economia e dello Sviluppo, Vittorio Grilli e Corrado Passera, insieme ai rappresentanti degli enti locali, per capire quali potrebbero essere le modalità migliori per evitare un eccessivo carico fiscale per famiglie e imprese.

Che cos’è la TARES
La TARES (Tariffa Rifiuti e Servizi) è un nuovo tributo introdotto dal governo con il decreto legge n. 201 del 2011, quello che Mario Monti definì “salva Italia”. La TARES è entrata in vigore il primo gennaio 2013, anche se la prima rata è stata posticipata e non ancora pagata: consiste in un’imposta che si basa sulla superficie degli immobili. Grazie alla sua riscossione, i comuni dovranno coprire per intero i costi del servizio della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Fino all’anno scorso, il prelievo sulla tassa dei rifiuti copriva invece il 70-80 per cento dei costi, compensati dai trasferimenti statali. Con la TARES i comuni dovranno anche pagare i costi di altri servizi, come le spese per l’illuminazione pubblica, per la polizia municipale, per il personale degli uffici amministrativi. Fino all’anno scorso alcuni comuni (circa il 20 per cento del totale) avevano già la possibilità di coprire l’intero costo del servizio tramite la TIA (la tariffa di igiene ambientale).

Chi pagherà la TARES
Proprio la copertura di questa gamma più ampia di servizi ha determinato l’aumento di almeno 30 centesimi al metro quadro (che i comuni possono alzare fino a 40) rispetto alle imposte precedenti. La TARES riguarda tutti quelli che possiedono immobili che producono rifiuti.

La parte eccedente degli incassi dovuta all’aumento sarà incassata interamente dallo Stato: quello che i comuni incassano con l’aumento sarà tolto dai trasferimenti statali. La quota del conguaglio è stato uno dei temi più discussi dal governo insieme ai rappresentanti degli enti locali: secondo le stime di Confcommercio, l’imposta costerà almeno il 60 per cento in più per molte categorie di commercianti, soprattutto per i distributori di benzina (170 per cento in più), per i proprietari di bar (370 per cento in più) e per i ristoratori (550 per cento in più).

Come si calcola la TARES
La TARES ha preso il posto della TARSU (la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) e della TIA (la tariffa di igiene ambientale). L’imposta si basa sia sulle dimensioni degli immobili, sia sul numero dei componenti delle famiglie che ci abitano, a scapito, quindi, delle famiglie più numerose. Per calcolare l’ammontare della TARES viene considerato il valore medio di produzione dei rifiuti, che è determinato con alcuni criteri statistici, diversi da famiglia a famiglia e tra le varie imprese. Sulla base di questo indicatore, si calcola poi un coefficiente che viene rapportato all’80 per cento della superficie dell’immobile, stabilendo così il totale da pagare. A questa cifra saranno poi aggiunti almeno 30 centesimi a metro quadro che rappresenteranno l’ammontare finale del conguaglio di fine anno.

Come si paga la TARES
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ha confermato oggi, dopo il Consiglio dei Ministri, che il conguaglio si pagherà a dicembre, e non nelle due rate precedenti, che saranno stabilite autonomamente dai comuni. La TARES si pagherà con il sistema MAV, un sistema di pagamento tramite bollettino, che sarà inviato a casa, con il quale pagare negli sportelli (o tramite i servizi Internet delle banche). Discorso diverso per il conguaglio finale che dovrà essere pagato o con un bollettino postale apposito o con il modello F24.

Secondo quanto deciso nell’incontro tra il governo e gli enti locali, il conguaglio di dicembre sarà pagato invece direttamente allo Stato: si calcola che la maggiorazione di almeno 30 centesimi farà incassare allo Stato circa un miliardo di euro.

La TARES e i partiti
Dopo l’approvazione del provvedimento da parte del governo, la TARES sarà discussa dal Parlamento: martedì 9 aprile saranno discusse due mozioni, presentate dal PdL e dal PD, in cui i partiti chiederanno un rinvio integrale della TARES al 2014, diventato improbabile dopo quanto deciso dal Consiglio dei Ministri di oggi. Inoltre, i due partiti avevano chiesto nei giorni scorsi di modificare le modalità di calcolo e i tempi di pagamento della tassa, non specificando però come: è stato criticato soprattutto il conguaglio da pagare a dicembre, quando si dovrà pagare anche il saldo dell’IMU (Imposta Municipale Unica), il conguaglio dell’IRPEF (l’imposta sul reddito delle persone fisiche) e il secondo acconto dell’IRES (l’imposta sul reddito delle società).

Foto: ROBIN UTRECHT/AFP/Getty Images